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Leonardo, ecco gioie e dolori per l’ex Finmeccanica di De Gennaro e Profumo

Outlook positivi da parte delle agenzie di rating, attesa per la commessa dell’Us Force, soddisfazioni per il nuovo programma Difesa degli Usa, apprensioni per il caso Biraghi. Ecco gioie e dolori per Leonardo, il gruppo ex Finmeccanica attivo nell’aerospazio e nella difesa, nelle ultime settimane. Vediamo tutti i dettagli delle notizie degli ultimi giorni che…

Outlook positivi da parte delle agenzie di rating, attesa per la commessa dell’Us Force, soddisfazioni per il nuovo programma Difesa degli Usa, apprensioni per il caso Biraghi. Ecco gioie e dolori per Leonardo, il gruppo ex Finmeccanica attivo nell’aerospazio e nella difesa, nelle ultime settimane. Vediamo tutti i dettagli delle notizie degli ultimi giorni che riguardano Leonardo.

IL PUNTO SULLA GARA DELL’US AIR FORCE

Si riapre la gara per la commessa dell’US Air Force di 84 elicotteri, stimata dal mercato in 4,6 miliardi di dollari, anche se l’aggiudicazione ci sarà solo entro la fine dell’anno. Sikorsky, il colosso elicotteristico ora controllato da Lockheed Martin, aveva provato a modificare le regole della gara, presentando un ricorso a tutela di riservatezza industriale e trasferimento di tecnologia. Ma l’iniziativa si è rivelata un boomerang perché il Gao, la Corte dei Conti statunitense, ha rigettato in pieno il ricorso e riavviato il programma per il rimpiazzo degli UH-1N Huey, ha scritto Mf/Milano Finanza.

IL BUDGET IN FIERI

Il budget per il 2019 stanzia i primi 288 milioni di dollari per il programma, che saliranno a 380 nel 2020. Nella gara Leonardo affianca Boeing, ma le condizioni dell’accordo sono vantaggiose per il gruppo italiano. In caso di vittoria gli AW139, modificati da Boeing nella versione MH 139 offerta all’aviazione americana, saranno realizzati nello stabilimento di Leonardo a Philadelphia, ricorda Mf/Milano Finanza.

LE PREVISIONI PER GLI USA

Piovono giudizi positivi per Leonardo. Nelle previsioni di Moody’s si prevede per l’ex Finmeccanica un aumento tra il 7 e il 9% dei profitti operativi del settore aerospazio e difesa. Le prospettive positive affondano le radici sempre negli Usa: infatti, Moody’s colloca il motore della ripresa del settore per i prossimi 12-18 mesi, grazie in buona parte alla spesa militare guidata dagli Stati Uniti.

IL REPORT DI MOODY’S

Sempre secondo Moody’s, ne beneficeranno anche i gruppi europei, non solo i colossi Usa. Secondo fonti d’oltre oceano, la gara che più sta impegnando Leonardo, quella per 350 addestratori della Us Air Force, potrebbe essere aggiudicata addirittura già a luglio, ma la tempistica più accreditata sposta invece l’assegnazione a dopo l’estate. Il gruppo guidato dall’ad Alessandro Profumo è in corsa con la controllata Drs, per un contratto che ha un controvalore stimato in 16,3 miliardi di dollari, e che proprio per questo fa gola anche a colossi come Boeing e Lockheed Martin.

LA TABELLA DI MARCIA SECONDO MF/MILANO FINANZA

Se sarà confermata la proclamazione del vincitore prima della fine dell’anno, la tabella di marcia prevede che i nuovi addestratori arrivino a partire dal 2024, per restare in servizio fino al 2045, ha scritto Mf/Milano Finanza. Leonardo propone il T-100, un prodotto interamente made in Usa, e per convincere il Pentagono ha messo a punto un piano di produzione decisamente localizzato: i simulatori per l’addestramento saranno realizzati in Florida, i motori in Arizona e l’assemblaggio in Alabama, nello stabilimento di Tuskagee, con un investimento che, secondo quanto riferito dai senatori di quest’ultimo Stato, salirebbe da 200 a 250 milioni di dollari, con la creazione di 750 posti di lavoro.

IL CASO BIRAGHI CHE AGITA DE GENNARO

Le nubi per il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Alessandro Profumo, arrivano dall’interno. Il caso Biraghi, infatti, non si ferma, come ha raccontato il giornalista del Sole 24 Ore, Gianni Dragoni, sul blog Poteri Deboli.

CHE COSA SCRIVE GIANNI DRAGONI

“Si è difeso con il classico: “Io no ne sapevo nulla. Semmai se ci fossero delle irregolarità chiedetelo alla mia prima linea di collaboratori”. Andrea Biraghi, il capo della divisione Sistemi per la sicurezza e informazioni di Leonardo messo sotto accusa da un’indagine interna (audit) per presunte irregolarità nei rapporti con alcuni fornitori, ha respinto gli addebiti con una memoria preparata insieme a un avvocato. E ha scaricato le responsabilità sui collaboratori più stretti”, ha scritto Dragoni.

LE INDISCREZIONI DI POTERI DEBOLI

Il procedimento disciplinare aperto dal gruppo dell’aerospazio e difesa, dopo un audit condotto da Marco Di Capua, l’ex ufficiale della Guardia di finanza che risponde direttamente al presidente, Gianni De Gennaro, “è stato pertanto esteso alla prima linea di dirigenti della divsione cyber security dell’ex Finmeccanica. “Ci sono delle accuse contro di voi. Siete in grado di giustificarvi?”, è in sostanza la contestazione che l’azienda ha mosso ai collaboratori più vicini a Biraghi”, ha aggiunto il giornalista del Sole.

Sui nomi degli accusati c’è una cappa di segreto: sono comunque una dozzina, circolano i nomi di 4-5 dirigenti che avrebbero ricevuto la lettera con le contestazioni, secondo Dragoni: “L’ingegner Biraghi, figlio dell’ammiraglio Sergio Biraghi, ex capo di Stato maggiore della Marina e attuale presidente di un’altra società pubblica, Fincantieri Usa, nel frattempo rimane sospeso. Non può entrare nell’azienda, non può accedere al computer di lavoro, gli è stato tolto il badge aziendale e l’auto della società. In pratica, la delicata divisione cyber, un mondo molto vicino all’intelligence che si evolve continuamente, è senza guida”, si legge su Poteri Deboli.

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