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Microsoft Ambrosetti

Ecco le stime artificiali di Ambrosetti e Microsoft sul pil italiano

Secondo una ricerca Microsoft - Ambrosetti la produttività del Sistema-Italia potrà aumentare fino al 18% grazie all’adozione di Intelligenza Artificiale Generativa. Lo studio sarà stato scritto forse da ChatGpt?

Qualche mese fa è uscito report sfiziosetto che promette ricchezze per coloro che crederanno nel metaverso: in Italia potrebbe generare un impatto economico tra i 28 e i 52 miliardi di euro entro il 2035, mentre nell’intera Unione Europea questa cifra ammonterebbe a una somma compresa tra i 259 e i 489 miliardi di euro l’anno, pari all’1,3%-2,4% del Pil mondiale. Nemmeno a dirlo, lo studio “Il metaverso e l’opportunità per l’Unione Europea”, era stato commissionato a Deloitte da Meta.

Non sappiamo se il metaverso sarà mai quella miniera d’oro che il buon Mark Zuckerberg vuole farci credere (ugualmente ilare l’appello – questua di Luca Colombo, country director di Meta Italia: «L’impatto economico di queste tecnologie sarà decisamente reale e valorizzarle è di fondamentale importanza. E per fare questo è necessario l’impegno e la cooperazione di numerosi soggetti coinvolti, tra cui aziende tecnologiche, mondo istituzionale e società civile») mentre sappiamo che l’infelice intuizione al gruppo Facebook (improvvidamente rinominato Meta) è già costata 36 miliardi di dollari.

MICROSOFT E AMBROSETTI DANNO I NUMERI

Perché si ricorda tutto questo? Per sottolineare come i risultati di certi report sponsorizzati lascino il tempo che trovino, distorcendo modelli, previsori, numeri, tabelle e scenari. Cosa rispondereste, per esempio, se bussassimo alla vostra porta come piazzisti e vi dicessimo che esiste un modo per fare aumentare la produttività del Sistema-Italia  del 18,29%? Una risposta ironica potrebbe essere “e perché non del 20%?”. Parliamo infatti di cifre stellari proiettate su un Paese il cui Pil da decadi cresce dello ‘zerovirgola’. Nemmeno il rimbalzo dopo la pandemia, ovvero dopo un anno in cui il nostro sistema industriale (e non solo) è rimasto fermo, abbiamo raggiunto percentuali simili.

Proprio ieri l’Istat ha rivisto al ribasso la stima italiana del Pil nel secondo trimestre 2023, portandola a -0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. In confronto allo stesso trimestre 2022 ci si aspetta invece un +0,4%, mentre la crescita acquisita per l’anno in corso è stata aggiustata al ribasso al +0,7%.

Invece, una pillolina magica per fare impennare i grafici esiste e si chiamerebbe Intelligenza Artificiale generativa: a parità di ore lavorate, si produrrebbero 312 miliardi di euro di valore aggiunto ogni anno. Miliardi, non milioni. Lo sostiene la ricerca “AI 4 Italy: impatti e prospettive dell’intelligenza artificiale generativa per l’Italia e il Made in Italy” realizzata al Forum Ambrosetti di Cernobbio guarda caso in collaborazione con Microsoft. Speriamo abbiano telefonato al governo per comunicarglielo, visto che l’esecutivo è a caccia pure dei centesimi dimenticati tra le pieghe dei divani per dare copertura alla prossima manovrina.

L’IA MEGLIO DEL PNRR

Trecentododici miliardi di euro non solo sono una cifra difficilmente immaginabile, ma equivalgono a 1,6 volte il valore del Pnrr. A che pro allora portare avanti un Piano ormai desueto, creare infrastrutture e aprire cantieri, quando si può fare molto di più con gli algoritmi di intelligenza artificiale?

Algoritmi in cui, è bene sottolinearlo, crediamo, perché potremmo essere realmente di fronte a una nuova rivoluzione industriale, ma fino a quando non ci avranno sostituito, continueremo a far lavorare la nostra, di intelligenza che ci suggerisce che il report griffato Microsoft sia un po’ troppo parziale.

IL TEMA OCCUPAZIONALE

Più credibile la stima secondo la quale, accelerando sull’IA, si libererebbero 5,7 miliardi di ore di lavoro ogni anno. Ma forse non nel senso in cui intende il Colosso di Redmond. Perché uno dei grandi temi legati alla galoppata dell’intelligenza artificiale è quello occupazionale.

Se l’algoritmo smart di Google Meet, per esempio, elaborerà realmente in tempo reale i sottotitoli in 18 lingue così da rendersi lo strumento più idoneo a summit internazionali, possiamo stare certi che gli interpreti abbiano le ore contate. E così i giornalisti, gli sceneggiatori (da qui la protesta negli Usa che sta bloccando Hollywood), gli attori, i doppiatori e un domani persino gli avvocati.

Senza dimenticare i grafici. Secondo il report di Rest of World in Cina la ricerca di illustratori professionisti per videogiochi è diminuita del 70% a causa delle intelligenze artificiali. Dal momento che in Cina i diritti dei lavoratori non godono di tutele particolari, le compagnie di sviluppo hanno iniziato ad adottare in massa le IA, infaticabili, senza stipendio, dalla creatività inesauribile e, soprattutto, rapidissime. E allora ecco che la sola campanella che dovrebbe suonare nelle orecchie del legislatore è quella di intervenire il prima possibile sulla materia.

UNA IA CONTRO LA DENATALITA’

Ma Microsoft arriva persino a dire che l’applicazione dell’IA contrasterebbe i problemi demografici del Paese: entro il 2040, a causa dell’invecchiamento della popolazione, si perderanno circa 3,7 milioni di occupati, che producono 267,8 miliardi di valore aggiunto, pari al 15,6% del Pil. Quindi tanto vale smettere di preoccuparsi della natalità e rassegnarsi ad assumere le macchine. Visto il contenuto della ricerca viene da chiedersi se sia stata scritta da Microsoft o direttamente dall’intelligenza artificiale.

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