LE ARMI DELL’ITALIA ALL’UCRAINA
"Cannoni e mezzi hi tech, le armi date dall’Italia per l’offensiva ucraina. Il governo Draghi ha fornito i lanciarazzi e i cannoni semoventi più moderni della Nato. Gli obici pesanti e le Lince usate dai reparti di Kiev nell’avanzata per scacciare i russi". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
COSA CELANO I CALI DEI CONSUMI
"Calano i consumi per l’ottobrata, che permette alle famiglie di rinviare l’accensione dei riscaldamenti, un regalo dal cielo, mentre il crollo del 30 % dei consumi dell’industria, invece, è frutto dell’avanzare della recessione". (Davide Tabarelli, economista, Nomisma Energia)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
L’AGENZIA DELLE DOGANE SECONDO LA RAGIONERIA DI STATO
Supercar, yacht e sprechi, le accuse della Ragioneria generale dello Stato a Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia dei monopoli. (Domani quotidiano)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
NUTRISCORE VISTO DA DE CASTRO (PD)
Nutriscore. «Il problema è che si rischia di favorire alimenti iper processati, promuovendo le patatine che rispetto alle altre hanno meno grassi. Così si finisce per ingannare il consumatore». (Paolo De Castro, eurodeputato del Pd e già ministro delle Politiche agricole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
PURGHE MILIONARIE A TWITTER
Twitter. Per l’ormai ex Ceo, Agrawal, prevista una liquidazione da 50 milioni di dollari. Mentre il Cfo, Ned Segal, dovrebbe percepire 37 milioni. Per il responsabile della policy, Vijaya Gadde, che decise il ban di Trump dalla piattaforma, buonuscita da 17 milioni. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
SOVRANITA’ O AUTARCHIA ALIMENTARE?
"Sovranità alimentare, Italia autonoma solo per riso e pollo. L’obiettivo dell’autosufficienza è lontano per prodotti tipici come pasta (import del 40% di grano), olio (60% dall’estero), carni e salumi". (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
L’EUROPA IMBALLA L’ITAALIA?
Imballaggi, la svolta Ue mette a rischio 6 milioni di occupati. Bruxelles pronta a varare un regolamento Ue sugli imballaggi puntando sul riutilizzo e penalizzando l’industria del riciclo. Misure che colpiscono solo in Italia oltre 700mila imprese. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 30, 2022
GLI AIUTI DI STATO GRADITI ANCHE A BRUXELLES
Gli aiutini di Stato che piacciono pure a Bruxelles. (Fonte articolo in foto: Milano Finanza) pic.twitter.com/Olh1yTuNSi
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 29, 2022
LE MOSSE DELLA BCE VISTE DAL PROF. BOCCONIANO
"La Bce continua con i suoi rialzi al buio: inasprisce i i tassi di interesse, ma non spiega perché. Così facendo si sta assumendo il rischio di innescare quel circolo vizioso per cui l’ambuiguità della politica monetaria riduce la credibilità della Bce". (Masciandaro, Bocconi)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) October 28, 2022
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SOVRANITA’ ALIMENTARE. ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE:
Se l’Italia fosse costretta a contare sull’attuale livello di sovranità alimentare i suoi cittadini dovrebbero cibarsi quasi esclusivamente di poké conditi con pollo e verdure. Altro che made in Italy o Dieta Mediterranea. L’Italia è autosufficiente (ovvero dispone delle materie prime necessarie per far fronte al proprio fabbisogno interno e alle esportazioni) soltanto per riso, pollo e probabilmente ortofrutta. Sovranità alimentare, infatti, non significa autarchia ma rafforzare la produzione agricola e delle materie prime alla base dell’industria alimentare.
Secondo il costante monitoraggio effettuato sul grado di autosufficienza da Federalimentare l’Italia è “sovrana” come detto per le carni avicole e le uova (ma non per i mangimi), per il vino e le acque minerali, per il riso (importa solo il 5%), per il latte e i formaggi (importa il 6%) per l’ortofrutta trasformata (per la quale compra sui mercati internazionali il 16% delle materie prime). Ma è, invece, dipendente dall’estero per due dei prodotti simbolo del made in Italy: la pasta (importa il 40% dei grani) e l’olio d’oliva (il 60% del fabbisogno è coperto con prodotto estero). E ancora per le farine (ne importiamo il 45%), per i prodotti da forno (28%), per le conserve ittiche (95%), per le carni preparate e i salumi (40%) e per l’alimentazione animale (proviene da oltre confine il 65% dei mangimi). E infine l’Italia è totalmente dipendente dall’estero per il caffè e il cioccolato.
L’argomento è tornato di grande attualità con il cambio, voluto dal nuovo Governo Meloni, del nome del ministero delle Politiche agricole che è diventato, sull’esempio della Francia, ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. Ma se ne è cominciato a discutere con la pandemia prima e poi con la guerra Russo-Ucraina subito dopo. Due eventi che hanno avuto un forte impatto sul commercio internazionale di prodotti agroalimentari.
Nei primi mesi dell’emergenza Covid 19 si è a lungo temuto che potessero mancare prodotti alimentari sugli scaffali dei supermercati mentre con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sono state a lungo bloccate nei porti del Mar Nero quote importanti di grano tenero, duro, semi oleosi e fertilizzanti con le quali vengono rifornite diverse aree soprattutto del Nordafrica e del Medio Oriente.
In realtà problemi di buchi d’offerta, durante queste prolungate crisi, non se ne sono registrati né in Europa né in Italia. E questo perché magari sostenendo prezzi più elevati è stato possibile reperire sempre le materie prime agricole altrove.
Di fatto però, e a livello europeo e italiano, è emersa in maniera forte l’esigenza di adottare misure per rafforzare la produzione agricola e ridurre così la dipendenza dalle importazioni almeno per alcune produzioni considerate strategiche.