L’inflazione non dà tregua e le persone fanno più attenzione agli acquisti. Eppure per Mastercard la spesa dei consumatori “è sana” e si aspetta anche che continuerà a esserlo.
Stando infatti ai risultati finanziari del secondo trimestre 2024, il volume globale degli acquisti della società è aumentato di oltre il 7% rispetto a un anno fa, raggiungendo un picco di quasi 2.000 miliardi di dollari nei tre mesi terminati il 30 giugno.
COSA DICONO I RISULTATI DI MASTERCARD
Dai risultati finanziari diffusi dalla società emerge che l’utile di Mastercard, nel secondo trimestre dell’anno in corso, è salito del 17%, a 3,3 miliardi di dollari. Escludendo i costi una tantum, ha guadagnato 3,59 dollari per azione, contro le stime di 3,51 dollari, secondo i dati LSEG.
I ricavi, che hanno ugualmente battuto le stime, sono aumentati del 13%, a 6,96 miliardi di dollari.
Anche le tendenze di luglio sono state forti. Il volume transfrontaliero, un indicatore della domanda di viaggi che tiene conto della spesa con le carte al di fuori del Paese di emissione, è aumentato del 17% rispetto all’anno scorso a luglio, come nel secondo trimestre. Inoltre, a giugno, le banche e gli altri clienti della società hanno emesso 3,4 miliardi di carte a marchio Mastercard e Maestro.
Mastercard, che ha una visione particolare della salute dei consumatori, data la sua portata globale e la quota massiccia che occupa nel mercato dei pagamenti, ritiene che la forte performance è stata favorita dalla robusta crescita nei mercati internazionali chiave come l’Europa e l’America Latina, unita alla buona salute dei consumatori statunitensi.
SEGNI DI RALLENTAMENTO
Sebbene gli utili di Mastercard siano stati migliori del previsto, Reuters osserva che “sono cresciuti a un ritmo più lento rispetto al primo trimestre”: “I volumi scambiati, che misurano il valore delle transazioni elaborate sulla rete di Mastercard, sono stati superiori del 10% rispetto all’anno precedente nel secondo trimestre, rispetto al 12% dei primi tre mesi dell’anno”.
LA REAZIONE DELLA BORSA E LE IMPRESSIONI DEGLI ANALISTI
La Borsa, tuttavia, ha apprezzato i risultati e le azioni della società hanno registrato un balzo del 5,6%, raggiungendo il massimo da aprile e allungando il vantaggio su Visa quest’anno.
Avendo anche battuto le aspettative sugli utili del secondo trimestre, Mastercard ha rassicurato gli investitori preoccupati per la salute finanziaria dei clienti “dopo che una serie di società ha messo in guardia dalla pressione sulle famiglie a basso reddito”, afferma l’agenzia di stampa.
Inoltre, la scorsa settimana i risultati della principale rivale Visa avevano “probabilmente spaventato alcuni investitori”, ha dichiarato Logan Purk, analista tecnologico di Edward Jones, mentre quelli di Mastercard “pur non essendo perfetti, dovrebbero rassicurare sul fatto che il contesto di spesa rimane solido”.
PRONOSTICI
La società di pagamento resta positiva sulle prospettive di crescita e prevede che salute della spesa da parte dei consumatori non subirà cambiamenti nel breve termine. Infatti, sebbene la salute dei consumatori vari da Paese a Paese, dove i risultati economici dell’ultimo trimestre hanno spaziato da piccole recessioni ad aumenti dei tassi di interesse, l’amministratore delegato di Mastercard, Michael Miebach, ha affermato che i consumatori “sono sostenuti da un mercato del lavoro forte e da una certa crescita dei salari”.
In particolare, “negli Stati Uniti, i segnali di raffreddamento del mercato del lavoro e i livelli ancora elevati dei prezzi e dei tassi di interesse potrebbero rappresentare un rischio per la spesa dei consumatori, anche se il calo dell’inflazione e uno o due tagli dei tassi di interesse nel corso dell’anno potrebbero contribuire a compensare questa situazione”, si legge su Quartz. Rassicurazioni sono arrivate anche dalla Federal Reserve (Fed) che ieri, nonostante abbia deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse al 5,25-5,50%, ha parlato di un possibile taglio già a settembre.
Sul taglio dei tassi come soluzione per evitare che un rallentamento della spesa dei consumatori si aggravi è d’accordo Edward Harrison, il quale su Bloomberg scrive: “Sì, la crescita complessiva della spesa per consumi è in calo [vedi McDonald’s, ndr], ma questo rallentamento si sta verificando in alcuni luoghi più che in altri [per esempio, in Cina, ndr] e in realtà non si sta verificando ovunque. Per me questo parla di un rallentamento, non di una recessione. Ed è un rallentamento che la riduzione dei tassi può aiutare a evitare che si aggravi”.
Tuttavia, l’incertezza regna sovrana. Stando infatti a un’indagine dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori Usa “rimane cauto”, a causa della persistente inflazione e dell’incertezza sulle elezioni presidenziali di quest’anno.