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La Cina è ancora il mercato del lusso? Per Lvmh non ci sono dubbi

Nonostante la crisi economica, il livello record di disoccupazione giovanile, l'invecchiamento demografico e le mai sopite tensioni con l'Occidente, il gigante francese del lusso Lvmh crede fermamente nella Cina come mercato del lusso e rinnova la sua partnership con Alibaba. Fatti, numeri e previsioni degli analisti

 

Sebbene le previsioni su quanto la Cina continuerà a trainare il settore del lusso siano discordanti, il colosso francese Lvmh ha rinnovato per cinque anni la sua partnership con il gruppo Alibaba Holding per aumentare la propria presenza nel Paese soprattutto attraverso l’intelligenza artificiale (IA) e il sito di e-commerce Tmall.

LA PARTNERSHIP DI LVMH E ALIBABA

Sul podio per ricavi tra i big mondiali della moda con 79,2 miliardi di euro nel 2022, Lvmh aveva già siglato una partnership con Alibaba nel 2019. Ora, come dichiarato dal gruppo francese, approfondirà i rapporti con il gigante cinese dell’e-commerce per sfruttare le sue capacità di cloud e intelligenza artificiale e potenziare la sua presenza in Cina.

In particolare, Lvmh si aspetta che l’ampia gamma di soluzioni tecniche all’avanguardia di Alibaba Cloud Intelligence migliori le sue operazioni commerciali, intervenendo sui processi della catena di approvvigionamento, e risponda alle sfide del mercato cinese, grazie a una maggiore conoscenza dei clienti.

IL LUSSO NON SNOBBA PIÙ L’ONLINE

Ma la partnership indica anche che sebbene i marchi di lusso di fascia alta investano in negozi fisici sempre più sofisticati, la loro attenzione nei confronti dello shopping online sta aumentando. I brand di questo livello, infatti, osserva Reuters, erano tradizionalmente reticenti a entrare nel regno dello shopping digitale, ma la pandemia e la crescente influenza dei social network hanno innescato il cambiamento.

“Il rafforzamento della nostra partnership ci aiuterà ad accelerare ulteriormente la crescita del nostro business omnicanale”, ha confermato Stephane Bianchi, amministratore delegato del gruppo, riferendosi ai vari canali di acquisto sia in negozio che online.

LVMH SU TMALL DI ALIBABA

Con oltre 26.000 marchi provenienti da 84 regioni del mondo, Tmall Global – di proprietà di Alibaba – è il più grande mercato di e-commerce transfrontaliero della Cina, creato appositamente per i brand stranieri che vogliono entrare nel mercato cinese e farsi conoscere dagli oltre 100 milioni di utenti attivi sulla piattaforma.

Su Tmall Luxury Pavilion, parte dell’e-commerce dedicata al settore del lusso che solo nel 2021 ha visto crescere del 153% i suoi utenti, Lvmh ha circa 30 marchi, tra cui le maison di gioielleria Chaumet e Tiffany. A conferma della nuova cura dedicata allo shopping online e ai progressi fatti dalla tecnologia, il sito offre esperienze come live streaming, la possibilità di vedere i prodotti in 3D e di provarli virtualmente.

LE DIFFICOLTÀ DI ALIBABA

Tuttavia, ricorda Reuters, anche la più grande azienda tecnologica della Cina per quota di mercato ha i suoi problemi. Alibaba infatti – che si sta concentrando sulle sue attività principali, tra cui l’e-commerce nel suo mercato interno – insieme al rivale JD.com, è costretto a fare i conti con la concorrenza di piattaforme che propongono prezzi bassi e sconti, come Pinduoduo di PDD Holdings e Douyin di ByteDance.

INCOGNITA CINA

La Cina, alle prese con la crisi economica – oltre che immobiliare – e con un alto tasso di disoccupazione giovanile, non sembra più essere il Dragone di una volta, nemmeno nel settore del lusso.

Ad aprire quest’anno una stagione di nubi all’orizzonte era stato a marzo Kering annunciando – con oltre un mese di anticipo sul calendario finanziario – che prevedeva un calo delle vendite di circa il 10% nel primo trimestre del 2024, appesantito in particolare dalle difficoltà nella regione Asia-Pacifico del marchio di punta, Gucci.

Ma per alcuni, questo evento non è un caso isolato. Wall Street Italia, ad aprile, scriveva che “a confermare lo stato di debolezza che sta attraversando il mercato cinese del lusso, è il comparto degli orologi svizzeri”, le cui esportazioni sono crollate del 25% rispetto al 2022. E anche le vendite del marchio Miu Miu di Prada, “ormai imprescindibile tra i giovani consumatori cinesi”, per Fashion Network, ha avuto un rallentamento.

COSA DICONO GLI ANALISTI

Tra gli analisti c’è chi ancora vede la Cina alla guida degli acquisti di lusso e chi, invece, è meno ottimista. Gli analisti di Hsbc, per esempio, ad aprile hanno dichiarato che la situazione della domanda in Cina si sta “rivelando difficile”, anche se, scrive Wall Street Italia, “la delusione è arrivata anche dalle tendenze poco brillanti di Hong Kong, Macao e Singapore, dove i turisti cinesi, pur arrivando in numero maggiore, non sembrano spendere molto” e “alcuni marchi potrebbero essere costretti a trovare il modo di ridurre la loro dipendenza dalla Cina”.

L’annuncio di Kering, che tra l’altro ha fatto crollare del 7% il titolo Lvmh, secondo Fashion Network, “ha sollevato preoccupazioni per un potenziale ‘vuoto d’aria’ in Cina per altri marchi di moda di fascia alta”. C’è “una sorta di crisi che perdura, un po’ soft. Ma davvero non sappiamo dove andrà”, ha dichiarato Olivier Abtan, consulente di AlixPartners. “Tutti i motori di crescita sono rimasti fermi per diversi trimestri”, ha aggiunto, descrivendolo come un calo senza precedenti.

Ma per Bain & Co il consumo cinese di prodotti di alta fascia rappresenterà entro il 2030 il 35%-40% del mercato globale, rispetto al 22%-24% dell’anno scorso, con la Cina continentale che supererà il 24%-26%, consolidando la sua posizione come uno dei principali mercati del lusso a livello globale.

L’AMORE INCONDIZIONATO DI ARNAULT PER LA CINA

E Bernard Arnault, patron di Lvmh, sembra essere d’accordo. Non si dà per vinto e viene accolto in Cina come una pop star. Mentre infatti molti brand occidentali si ritirano o riducono la propria esposizione nel Paese a causa delle crescenti tensioni con Pechino e due ex consulenti economici mettono in guardia l’uomo più ricco del mondo sulle conseguenze negative che l’invecchiamento demografico della popolazione, un’eventuale invasione di Taiwan e la repressione politica a Hong Kong possono generare alle finanza, lui – scrive Milano Finanza – segue una regola alla quale si attiene negli affari: “Nei momenti di incertezza, bisogna essere pazienti”.

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