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Multinazionali Moda

Chi va più di moda tra le multinazionali del fashion? Report Mediobanca

La moda è decisamente europea e, nell'eterna sfida tra Italia e Francia, i cugini d'Oltralpe vincono a mani basse con il colosso dorato Lvmh. Fatti, nomi e numeri

 

Tra le multinazionali di tutti i settori, quelle della moda occupano un posto di primo piano, soprattutto le europee. La Francia poi, con il conglomerato Moët Hennessy Louis Vuitton (Lvmh) guidato dal paperone dei paperoni Bernard Arnault, è la regina indiscussa del panorama fashion.

L’Italia, invece, è solo al 33esimo posto della classifica mondiale grazie al gruppo Prada, che comprende Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe, Marchesi 1824 e Luna Rossa.

A fornire i dati è l’ultimo report realizzato dall’Area Studi Mediobanca, che ha analizzato i dati finanziari e di sostenibilità delle 80 maggiori multinazionali della moda con ricavi superiori a un miliardo di euro ciascuna e delle 175 Maggiori Aziende Moda Italia con fatturato individuale superiore a 100 milioni.

LA MODA SUL PODIO DELLE MULTINAZIONALI

Nel confronto con le multinazionali manifatturiere suddivise per core business, i gruppi della moda nel loro insieme si posizionano in terza posizione per incremento di fatturato nel 2022, dopo l’alimentare (+13,1%) e il meccanico (+11,9%).

Ma considerando i soli player del lusso si collocherebbero al primo posto (+19,3%).

Fonte: Area Studi Mediobanca

I GRUPPI EUROPEI HANNO LA MODA NEL DNA

Il 58% dei ricavi complessivi delle multinazionali della moda è generato dai gruppi europei. In Europa l’industria della moda rappresenta non soltanto un segmento fondamentale della produzione industriale, ma può essere considerata anche una sorta di patrimonio culturale.

A tale proposito, ricorda Mediobanca, è interessante citare l’incipit del Documento di lavoro dei servizi della Commissione Ue del 2012: “La moda è parte del modo di vivere europeo: si fonda sul patrimonio culturale e sulla creatività europei. L’industria europea della moda costituisce una vasta parte dell’economia creativa e rappresenta il punto d’incontro tra l’attività produttiva e la creatività”.

La ripartizione dei ricavi delle multinazionali della moda in base alla sede della casa madre vede l’Europa seguita dal Nord America (33%), dall’Asia (8%) e dall’Africa (1%).

L’ETERNA SFIDA TRA ITALIA E FRANCIA

Scendendo nel dettaglio, il report fa sapere che tra i 37 gruppi europei della moda l’Italia, con i suoi 12 big, è il Paese più rappresentato a livello numerico ma ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari è la Francia, con una quota del 43% del fatturato aggregato (dal 37% nel 2019).

Seguono Germania (11%), Spagna e Regno Unito (10% entrambi), con l’Italia al 7% (come nel 2019).

Le aziende di moda italiane – commenta Mediobanca – riflettono la creatività, l’imprenditorialità e l’unicità del nostro Paese. Rispetto a quelle francesi, sono più numerose, ma di dimensione inferiore.

Fonte: Area Studi Mediobanca

LVMH REGINA D’INCASSI

Al primo posto per ricavi tra i colossi mondiali della moda si conferma Lvmh con 79,2 miliardi di euro nel 2022 e così suddivisi tra le varie divisioni: Fashion & Leather (€38,6mld); Watches & Jewellery (€10,6mld); Perfumes & Cosmetics (€7,7mld), Wines & Spirits (€7,1mld) e il restante principalmente nella distribuzione di profumi e cosmetici.

Anche nel 2023, il gruppo francese del lusso “ha messo a segno una crescita del fatturato del 9% rispetto al 2022 a 86,153 miliardi di euro (+13% di crescita organica), aggiornando il record storico”, scrive il Sole 24 Ore.

E per l’anno in corso, Arnault, presidente e ceo di Lvmh, ha detto agli analisti che “pur rimanendo vigili nel contesto attuale, entriamo nel 2024 con fiducia, grazie all’elevato interesse per nostri marchi e ai nostri team flessibili”. Quest’anno, secondo l’uomo più ricco del mondo, “promette di essere un anno eccezionale e stimolante per tutti noi, caratterizzato dalla nostra partnership con i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024”.

CHI SEGUE LVMH?

A distanza dalla vetta si posizionano Nike (€48,0mld); la spagnola Inditex (€32,6mld) che controlla Zara; EssilorLuxottica (€24,5mld); la tedesca Adidas (€22,5mld); l’altro player francese del lusso Kering (€20,4mld, di cui €10,5mld Gucci, €3,3mld Yves Saint Laurent, €1,7mld Bottega Veneta); la svedese H&M (€20,1mld); il gruppo svizzero Richemont (€20,0mld); quello giapponese Fast Retailing che controlla Uniqlo (€16,4mld) e Chanel (€16,1mld).

Il giro d’affari complessivo appare relativamente concentrato: le prime dieci multinazionali rappresentano oltre la metà dei ricavi aggregati, con Lvmh che da sola ne concentra il 14%.

Fonte: Area Studi Mediobanca

E L’ITALIA?

L’Italia compare nella classificata elaborata da Mediobanca solo al 33esimo posto con Prada (€4,2mld), seguita da Calzedonia Holding – ora Oniverse (44esima posizione), Moncler (50esima) e Giorgio Armani (54esima).

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