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First Republic

Jp Morgan digerisce First Republic Bank e fa un favore a Biden

Tutti i primi dettagli sul concerto sistemico pubblico-privato con cui la maggior parte degli asset di First Republic Bank è stata acquistata da Jp Morgan.

 

Concerto sistemico pubblico-privato grazie a regolatori Usa e Jp Morgan per evitare un cataclisma finanziario per lo sboom di First Republic Bank.

Ecco tutti i dettagli.

La Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) ha preso possesso della First Republic Bank e ha concluso un accordo per la vendita della maggior parte degli asset della banca a Jp Morgan Chase & Co. Lo rende noto un comunicato dell’Authority di regolamentazione Usa.

Jp Morgan assumerà tutti i 103,9 miliardi di dollari di depositi di First Republic e acquisterà la maggior parte dei suoi 229,1 miliardi di dollari di attività. La transazione rende JPMorgan, la più grande banca degli Usa.

GLI IMPEGNI DI JP MORGAN SU FIRST REPUBLIC BANK

Jp Morgan – è scritto in comunicato del Dipartimento per la protezione finanziaria e l’innovazione della California – “si assumerà tutti i depositi, compresi quelli non assicurati, e sostanzialmente tutti i beni di First Republic Bank”.

IL COMMENTO DEL WALL STREET JOURNAL

Si tratta – spiega il Wsj – del secondo più grande fallimento bancario nella storia statunitense che negli ultimi due mesi ha visto i tre più crac di istituti bancari, tra cui Silicon Valley Bank e Signature Bank.

QUANTO JP MORGAN PAGHERA’ FIRST REPUBLIC BANK

JpMorgan effettuerà un pagamento di 10,6 miliardi alla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) in base all’accordo sull’acquisizione della First Republic Bank. Lo riporta la Bloomberg facendo riferimento alla presentazione dell’operazione contenuta in alcune slide.

CHE COSA FARA’ JP MORGAN

Jp Morgan Chase rimborserà 25 miliardi di dollari di depositi da grandi società statunitensi banche mentre eliminerà un deposito di 5 miliardi dopo il completamento dell’acquisizione. La Fdic invece fornirà un nuovo prestito pari a 50 miliardi a tasso fisso quinquennale.

IL CONCERTO DELLE ISTITUZIONI AMERICANE

Le istituzioni americane hanno cercato e trovato con una lunga trattativa nel corso della notte una soluzione ai problemi della First Republic Bank, sperando di trovare una via d’uscita prima dell’apertura dei mercati azionari statunitensi di oggi in una settimana cruciale per il sistema finanziario americano: martedì infatti si riunisce l’esecutivo della Fed, mercoledì Jerome Powell comunicherà la decisione sui tassi di interesse e l’ipotesi più accreditata è quella di un ulteriore rialzo dello 0,25%.

IL CURATORE FALLIMENTARE

Il regolatore californiano ha quindi nominato la Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) come curatore fallimentare della banca con sede a San Francisco. “I depositi – è scritto nella nota – sono assicurati a livello federale dalla Fdic e soggetti a limiti applicabili”.

IL TONFO

First Republic, banca regionale di San Francisco, ha visto evaporare il 75% del valore a Wall Street da lunedì scorso, dopo aver confermato la fuga di 100 miliardi di dollari di depositi nel primo trimestre dell’anno.

LE PERDITE

L’8 marzo, il giorno in cui Silicon Valley rivelò le perdite che innescarono la corsa ai depositi e il successivo crollo, le sue azioni valevano 115 dollari. Venerdì sera, dopo la chiusura di Wall Street, era sceso a 3,51 dollari. Ora in Borsa vale solo 650 milioni di dollari.

IL SALVATAGGIO CONCERTATO

Con asset stimati in 233 miliardi di dollari alla fine del primo trimestre, First Republic sarebbe stata la seconda banca più grande a fallire nello storia americana. Uno scenario che l’amministrazione Biden e le autorità regolatorie americane vogliono evitare con un salvataggio pilotato e concertato fra pubblico e privato.

LE PAROLE DI DIMON

“Non ho la sfera di cristallo ma speriamo che l’acquisto di First Republic aiuti a stabilizzare tutto”. Lo ha detto il Ceo di JpMorgan Chase, Jamie Dimon, dopo l’annuncio notturno che la sua azienda aveva acquistato il prestatore di medie dimensioni fallito. Dimon ha affermato che ora il sistema appare “molto molto solido”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Cfo dell’istituto Jeremy Barnun che ha sottolineato come ora “c’è una situazione davvero molto differente dal 2008”. Dimon ha spiegato che il suo istituto ha risposto ad una chiamata per il salvataggio e che ora “parte della crisi è superata e ci si può prendere una boccata d’aria”

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