Grandi manovre in Intesa Sanpaolo su contratto nazionale di lavoro, integrativi aziendali e mosse in casa Abi.
Ecco tutti i dettagli partendo dalla novità di ieri.
PREMIO DA 155 MILIONI PER I BANCARI DI INTESA SANPAOLO
Nel 2023 i bancari di Intesa Sanpaolo si divideranno un premio di 155 milioni di euro, che somma 130 milioni del pool bonus, in aumento a due cifre sul 2022, e 25 milioni di euro di un sistema premiante, il Set (sistema eccellenza tutela), destinato ai prodotti assicurativi, che in passato non era oggetto di contrattazione.
Dopo aver raggiunto l’accordo sul pacchetto del lavoro flessibile, con settimana corta e smart working, la banca ieri ha trovato con i sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) una nuova intesa, secondo cui l’importo minimo del premio variabile di risultato del 2023 sarà di 1.020 euro, con un aumento di oltre il 25% rispetto all’anno precedente e potrà raggiungere un importo base-massimo di 2.750 euro. A questi importi potranno aggiungersi altre “premialità aggiuntive”.
“FAVORIRE IL COINVOLGIMENTO” DEI DIPENDENTI
L’obiettivo, come spiega una nota di Ca’ de Sass, è di «favorire il coinvolgimento e la partecipazione delle persone agli obiettivi del gruppo, confermando così i principi di inclusione, merito e orientamento a risultati sostenibili nel tempo, previsti nel Piano d’Impresa 2022-2025». Tra l’altro l’accordo prevede anche un rafforzamento dei compiti della Commissione Politiche Commerciali e Clima Aziendale, per migliorare il benessere dei lavoratori.
I CALCOLI DELLA FABI
Paolo Citterio della Fabi calcola che «gli importi base vengono ulteriormente alzati rispetto al passato: +54% rispetto al 2021 e +28% rispetto al 2022. Con possibilità di ulteriore incremento in base ai risultati di bilancio del 2023». Inoltre «la trattativa ha permesso di lavorare su aspetti di trasparenza e di coinvolgimento dei colleghi sui meccanismi che regolano il premio», aggiunge il sindacalista.
COSA DICE LA FISAC CGIL
Cresce anche l’attenzione ai redditi più bassi. Come sottolinea Roberto Malano della Fisac Cgil, «la ripartizione dell’aumento è stata effettuata quasi esclusivamente in favore della quota di base del premio, garantita a tutti, e con una forte attenzione per i ruoli professionali e i redditi meno elevati».
L’ACCORDO SUL CONTRATTO DI LAVORO
Intanto la scorsa settimana c’è stato l’accordo sulla settimana corta e sullo smart working in Intesa Sanpaolo. Un accordo sindacale che ha suggellato anche il ritorno al dialogo tra azienda e sigle sindacali.
LA VOLONTARIETA’ SULL’ADESIONE ALL’ACCORDO IN INTESA SANPAOLO
A dicembre, proprio su questi due temi, c’era stata la rottura, ricomposta con la firma di ieri che garantisce tutti i dipendenti della banca che, volontariamente, vorranno optare per forme di lavoro più flessibile. Arriva, dunque, la settimana corta di 4 giorni di 9 ore ciascuno, un tetto allo smart working fissato a 120 giorni annui, che sale a 140 giorni per alcune tipologie di lavorazioni.
IL RUOLO DEL LAVORO DA REMOTO
Il lavoro da remoto, ecco un aspetto fondamentale, non sarà l’anticamera per la creazione di rami d’azienda e, quindi, di eventuali, future esternalizzazioni: massima tutela, quindi, per i lavoratori che decideranno di lavorare in parte da remoto.
CHE COSA DICE INTESA SANPAOLO DELL’ACCORDO
Le opzioni, più nel dettaglio, saranno estese anche mano a mano alla rete delle filiali. Il gruppo, dal canto suo ricorda come l’accordo “integra e amplia le misure, fortemente innovative, del nuovo modello di organizzazione in corso dal primo gennaio 2023”, con 40mila persone che hanno già aderito al lavoro flessibile.
INTESA SANPAOLO, LE NOVITA’ SULLA SETTIMANA CORTA
Le principali novità in materia di settimana corta vedono 40 filiali di grandi dimensioni della Banca dei Territori dove può essere applicata la settimana corta: 9 ore su 4 giorni con una riduzione di orario da 37,5 a 36 ore, su base volontaria, a parità di retribuzione secondo le esigenze tecnico-operative. Dal primo novembre prossimo, inoltre, il personale di oltre 250 filiali di piccole dimensioni potrà richiedere e fruire volontariamente della settimana corta, nel giorno di chiusura della filiale (ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì).
I NUMERI SUL LAVORO FLESSIBILE IN INTESA SANPAOLO
In pochi mesi, dal primo gennaio quando le nuove misure sono state avviate, hanno aderito al nuovo lavoro flessibile 40.000 persone pari a circa il 70% di chi poteva essere abilitato prima dell’accordo odierno – strutture di governance e filiali – e alla settimana corta circa 17.000 persone, pari al 60% del personale full time delle strutture di governance e di 12 grandi filiali.
LO SMART WORKING NON E’ L’ANTICAMERE PER LE ESTERNALIZZAZIONI
Secondo il coordinatore Fabi in Intesa Sanpaolo, si tratta di «un accordo importante che, raccogliendo il contributo dei tanti colleghi che hanno partecipato alle recenti assemblee, consente di superare i contratti individuali, ribadendo quindi che gli accordi collettivi sono il modo migliore per gestire i grandi cambiamenti della banca in un contesto in continua evoluzione. Obiettivo della Fabi è estendere a tutti i colleghi della rete la possibilità effettiva di fruire dello smart working e della settimana corta. Confermando la centralità del contratto nazionale si è ribadito inoltre che l’adibizione allo smart working non rappresenta strumento e/o presupposto di rami d’azienda oggetto di future esternalizzazioni, così come non incide sulle modalità di misurazione della prestazione lavorativa del dipendente.
IL COMMENTO DI SILEONI (FABI)
Poche ore prima della firma dell’accordo, era stato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, a lasciar presagire un esito positivo del negoziato aziendale. «Un costruttivo dialogo con il vertice della banca – aveva spiega il leader del principale sindacato dei bancari – non è mai venuto meno e occorre quindi ricercare ogni soluzione, contrattualmente percorribile, che tenga conto di una organizzazione del lavoro che sta radicalmente cambiando. Vanno profondamente tutelate le condizioni professionali e personali delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo interessati alla settimana corta e allo smart working. Allo stesso tempo – secondo Sileoni – è obiettivo della nostra organizzazione sindacale preservare e migliorare la prospettiva professionale di tutte le lavoratrici e dei lavoratori di tutti i gruppi e di tutte le banche italiane, e serve agire, quindi, con lungimiranza, dimostrando, concretamente, quella capacità di gestire i profondi cambiamenti in atto nel settore bancario. È chiaro che, avendo presentato una nuova piattaforma contrattuale che tende a garantire le migliori tutele alle lavoratrici e ai lavoratori, proprio in una fase di riorganizzazione del lavoro nei gruppi e nelle singole aziende, diventa fondamentale definire in ogni gruppo bancario tutta una serie di norme che prevedano non solo tutele lavorative, ma anche norme a difesa della vita personale di ogni bancario. La priorità, anche in una fase così delicata di cambiamento di ogni gruppo bancario, resta il mantenimento di tutti i posti di lavoro e la creazione di nuova occupazione».
INTESA SANPAOLO RITORNERA’ IN ABI
E’ tutto da vedere e valutare, infine, se l’accordo sindacale interno a Intesa Sanpaolo con i sindacati sarà un viatico oppure no per il ritorno a tutti gli effetti del gruppo bancario guidato dall’ad, Carlo Messina, in Abi, l’associazione bancaria italiana presieduta da Antonio Patuelli (qui e qui gli approfondimenti sulla rottura fra Intesa Sanpaolo e Abi).