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Tutti i sussidi statali nella legge firmata da Biden anti-inflazione

Martedì Joe Biden ha firmato l'Inflation Reduction Act. Gli analisti pensano che la legge non avrà un grosso impatto sull'inflazione, ma rappresenta il più grande investimento degli Stati Uniti nelle tecnologie per le energie pulite (e non solo). Tutti i dettagli.

 

Martedì 16 agosto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act, una legge che si prefigge di abbassare i costi della sanità, di ridurre le emissioni di gas serra e di alzare le tasse sulle grandi aziende e sugli investitori più facoltosi. Giunta dopo oltre un anno di complessi negoziati, è stata approvata da Camera e Senato nei giorni scorsi ed è stata definita martedì da Biden “il più grande passo avanti mai fatto sul clima”.

GLI OBIETTIVI ENERGETICI

L’Inflation Reduction Act stanzia infatti 375 miliardi di dollari in dieci anni, tra spesa e crediti d’imposta, nelle tecnologie per le energie a basse emissioni (pannelli solari, turbine eoliche, batterie, reattori nucleari, cattura della CO2): è il più grande investimento americano nel contrasto ai cambiamenti climatici, che ha l’obiettivo non soltanto di mitigare il riscaldamento globale ma anche di rafforzare la sicurezza energetica nazionale in un futuro sempre più decarbonizzato.

SANITÀ E FARMACI

La legge, inoltre, estende i sussidi federali per l’assicurazione sanitaria e consente al governo di negoziare i prezzi dei farmaci da prescrizione (fissando un tetto di 2000 dollari l’anno) per gli anziani che rientrano in Medicare, l’assicurazione sanitaria federale per le persone over-65.

BILANCIO E TASSE

L’Inflation Reduction Act dovrebbe favorire una riduzione del deficit del bilancio federale americano di 300 miliardi di dollari in dieci anni. Di 300 miliardi di dollari circa aumenteranno poi le tasse, che saranno imposte principalmente sulle grandi corporations.

LE DIFFICOLTÀ POLITICHE

Come ricorda il New York Times, pur avendo ottenuto importanti vittorie bipartisan sui finanziamenti per le infrastrutture (l’Infrastructure Investment and Jobs Act) e per la produzione di microchip (il CHIPS and Science Act), per mesi era sembrato che Biden non sarebbe riuscito a firmare l’Inflation Reduction Act per via delle divisioni interne al Partito democratico: la situazione si è sbloccata solo con un accordo tra Joe Manchin (senatore della Virginia occidentale, di orientamento centrista) e Chuck Schumer (senatore di New York e leader della maggioranza al Senato).

Biden ha definito l’Inflation Reduction Act “l’ultimo tassello” della sua agenda domestica. La legge rappresenta la versione ridotta di un piano iniziale ben più ambizioso, da oltre 3000 miliardi di dollari, che Manchin giudicò troppo costoso: il suo voto è fondamentale al Senato, dove c’è parità di seggi (50 a testa) tra democratici e repubblicani.

L’IMPATTO SULL’INFLAZIONE

Secondo i repubblicani, l’Inflation Reduction Act non favorirà un abbassamento del tasso di inflazione americano – ai massimi dal 1981 -, ma al contrario lo farà innalzare, perché l’aumento delle tasse sulle grandi aziende porterà a un aumento dei prezzi.

Secondo gli analisti apartitici, nonostante il nome, l’Inflation Reduction Act avrà un impatto solo minimamente percettibile sui prezzi.

– Leggi anche: Ecco perché inflazione e recessione non devono spaventare l’economia Usa

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