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Tutti i guai di Illimity di Passera

Che cosa non va nella banca Illimity fondata e guidata da Corrado Passera.

Non è un periodo semplice per illimity, la banca fondata nel 2018 dall’ex manager e ministro Corrado Passera. Negli ultimi tempi il titolo dell’istituto, quotato all’Euronext di Milano, sta perdendo terreno: la performance a sei mesi fa registrare un calo di oltre il 30 per cento, quella a 1 anno di quasi il 40 per cento.

Come ricorda la Repubblica, nel 2021 un’azione di illimity sfiorava i 14 euro, oggi veleggia poco sopra i 3 euro. A far sentire il suo peso, il ridimensionamento del business dei crediti deteriorati. Motivo per cui oggi illimity si è data quasi esclusivamente al credito alle imprese: “Il nostro core business è ora totalmente focalizzato sul credito alle Pmi in specifici segmenti in ambito performing e reperforming, che presentano un grande potenziale di crescita e nei quali ci vengono riconosciute elevate competenze specialistiche” ha detto Passera in occasione dei risultati dei primi nove mesi dell’anno.

ILLIMITY IN USCITA DAL BUSINESS DEGLI NPL

Leggendo i conti dei primi nove mesi dell’anno, si apprende che degli 8,3 miliardi di attivi al 30 settembre scorso (+22% su anno e +3% su trimestre) in pancia ad illimity, solo 1 miliardo circa (1,29 per l’esattezza) è ancora investito in crediti deteriorati: l’esposizione diretta in portafogli NPE è scesa del 78% su anno, quando sfiorava i 6 miliardi. Repubblica nota però che “proprio dal miliardo residuo di Np vengono i problemi” perché durante un’ispezione della Banca d’Italia – informa la nota sui conti – ha condotto a “sterilizzare gli effetti sui componenti patrimoniali di una particolare cartolarizzazione”. La stessa cosa dovrebbe accadere per “altre specifiche note senior e quote di fondi connesse a operazioni di cessione” che saranno via via valutate.

I NUMERI DI ILLIMITY

Andando a dare una scorsa ai conti dei primi nove mesi del 2024, si nota che non sono andati benissimo: l’utile è sceso del 20% a 31 milioni dai 39 milioni dello stesso periodo del 2023 e il risultato lordo di gestione a 68 milioni rispetto da 71. Segno più, invece, per la raccolta totale a 7 miliardi (+25%), grazie – informa una nota della banca – alla componente wholesale (+52%) e alla componente retail (+6%), e per le commissioni nette (+24%) a 63,1 milioni. In calo i costi operativi (-1,4%) a 154,4 milioni. Per quanto riguarda la qualità del credito, si evidenzia un elevato livello di crediti assistiti da garanzie pubbliche (57% del totale), con un NPE ratio lordo, al netto di queste posizioni, che si mantiene costante allo 0,6% anche per il terzo trimestre 2024. Il costo del credito annualizzato è sceso a 69 p.b. rispetto agli 83 p.b. del trimestre precedente.

LO SCENARIO

Per quanto riguarda il futuro “si ritiene che illimity sia ben posizionata per affrontare le attuali sfide del quadro macroeconomico, grazie ad un’elevata solidità, un robusto profilo di liquidità e di una raccolta ampiamente diversificata”, si legge nella nota. Ovviamente si continuerà ad erogare finanziamenti alle piccole e medie imprese – soprattutto credito corporate specializzato performing e re-performing -, “a fronte del riposizionamento strategico nel business degli NPE che ha visto una consistente riduzione degli investimenti diretti in portafogli di crediti deteriorati. Nell’ultima parte dell’anno – si evidenzia -, i livelli di redditività continueranno ad essere influenzati dalla decisione di interrompere gli investimenti in portafogli di NPE”. Per incorporare pertanto gli effetti dell’operazione con Apax Partners e “di altre potenziali valorizzazioni nelle stime di crescita”, illimity ha deciso di posticipare nel 2025 la presentazione del nuovo Piano Industriale.

L’ACCORDO CON APAX PARTNERS

Proprio nel giorno di presentazione dei conti, illimity ha reso noto l’accordo con il private equity Apax Partners per creare un player tecnologico nel settore dell’intelligenza artificiale. L’operazione prevede il conferimento da parte di illimity del ramo di azienda, costituito dai suoi asset tecnologici e da personale IT della Competence Line Digital, in una newco, inizialmente di proprietà integrale della banca, e la successiva cessione del 52% alla società Fibonacci (controllata da Apax) per 62,4 milioni. Il restante 48% del capitale sociale della newco resterà ad ilimity.

Sulla base di una valutazione della nuova società di 120 milioni, l’operazione consentirà ad illimity di generare una plusvalenza netta di 54 milioni, da contabilizzarsi al momento del closing (al più tardi entro il primo trimestre del 2025), e una stima di impatto positivo complessivo in termini di CET1 ratio di circa 90 punti base. A fronte del pagamento di un canone annuo alla newco, illimity raggiungerà risparmi strutturali pari al 6% medio annuo sui costi operativi attualmente sostenuti per la tecnologia (circa 14 milioni di risparmi cumulati nei prossimi 4 anni).

LA FOCALIZZAZIONE SUL CREDITO ALLE IMPRESE

Come detto, l’uscita dal business dei crediti deteriorati – penalizzato dal rialzo dei tassi e dal minor flusso di Npl nelle banche – ha spinto illimity a riposizionarsi sul credito alle imprese.

“Il nostro core business è ora totalmente focalizzato sul credito alle Pmi in specifici segmenti in ambito performing e reperforming, che presentano un grande potenziale di crescita e nei quali ci vengono riconosciute elevate competenze specialistiche” ha detto il ceo Passera nella nota sui conti. “Con rifermento ai risultati dei primi mesi, nonostante il previsto minor contributo dal business degli Npe – ha aggiunto -, la redditività operativa ha mostrato una forte resilienza supportata da una business origination che si mantiene robusta. I costi operativi sono in calo rispetto allo scorso anno beneficiando anche di risparmi, che saranno sempre più visibili, derivanti dal processo di riduzione degli Npe”.

In quest’ottica si colloca ad esempio il recente supporto – con 21,1 milioni – offerto da illimity al Gruppo De Angelis Food spa, che opera nel settore della pasta fresca e dei prodotti per la gastronomia con nove società e 400 dipendenti in otto stabilimenti produttivi. L’operazione si inserisce in un più ampio finanziamento in pool da 52 milioni strutturato insieme ad altri investitori per rifinanziare il debito esistente e supportare il piano di investimenti di De Angelis.

Pochi giorni prima l’annuncio che illimity è coinvestitore con Azimut libera impresa, sgr per le aziende in crescita, nel settore del calzaturiero: 30 milioni nella neonata piattaforma Filiera Toscana Calzature che raccoglie varie società locali, tra cui il produttore di solette Iannelli, i produttori di suole Danimarc e Apam International e Fagiolini, attiva nella lavorazione della pelle.

Da giugno, poi, illimity ha acquisito il 10% di Noberasco, gruppo specializzato nella vendita di frutta secca e disidratata, al quale ha concesso nuova finanza e ristrutturato il debito, cresciuto causa investimenti durante la pandemia e rialzo dei prezzi delle materie prime.

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