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Filiere

Il ruolo delle filiere nella ripresa economica. Report Fondazione De Gasperi

Che cosa emerge da un position paper della Fondazione De Gasperi, in collaborazione con Philip Morris Italia, sull'attuale situazione economica del Paese

 

Fondazione De Gasperi ha redatto un position paper sull’attuale situazione economica del Paese, incentrato sull’importanza delle filiere, ritenute “l’artigianato dell’innovazione italiana”. Non c’è ripresa economica, senza salute. Non c’è benessere, senza innovazione. Il binomio salute e sviluppo economico è inscindibile, è l’assunto da cui parte il documento, per il quale occorre considerare unitamente la persona, lo sviluppo economico, l’innovazione, la salute, la tutela sociale, il lavoro e il benessere per gestire la ripresa economica e sociale del Paese, per fissare delle priorità e degli obiettivi e per traguardare degli esiti che abbiano un impatto significativo sulle determinanti della salute e del lavoro.

Tutto ciò muovendosi nell’ambito dell’Agenda 2030 dell’ONU. Al centro, appunto, le filiere, che nascono dalla capacità imprenditoriale, dalla cultura di fare squadra, di generare sinergie industriali, di produrre idee e sviluppo che generano valore per la popolazione e per l’individuo. La base per la ripartenza industriale del Paese, secondo il documento di Fondazione De Gasperi realizzato in collaborazione con Philip Morris Italia, deve fondarsi su una dimensione locale di comunità produttiva, dalle vocazioni industriali territoriali, dalle specificità di ambiente e territorio, di bisogni di lavoro e di salute.

Diversi i suggerimenti inclusi nel position paper di Fondazione De Gasperi:

  • Visione strategica e pragmatismo. Sviluppo di una visione sinergica inter-settoriale per le cure di prossimità e le politiche di prevenzione, promozione della salute e riduzione del danno. Una visione che deve necessariamente essere di medio-lungo periodo e debba integrare politiche di sviluppo del sistema paese e politiche di benessere e salute, per non ragionare sempre sulle emergenze della salute, dell’economia e dello sviluppo;
  • Le 3 “i”: integrazione, innovazione, e investimenti. Integrazione, Innovazione e Investimento come assi portanti di un percorso di sviluppo inclusivo e sostenibile. Favorire l’integrazione, sostenere ed agevolare l’innovazione e attrarre investimenti, anche tramite strumenti di tributari e finanziari che valorizzino le filiere, il know-how e il capitale umano per favorire lo sviluppo economico e la generazione di benessere. La salute è il prodotto di differenti variabili interrelate, che dipendono da interconnessioni di sistema, occorre quindi sviluppare unitamente nuovi paradigmi di prevenzione integrata e modelli di crescita sostenibile;
  • Nuova alleanza pubblico-privato. Favorire modelli e partenariati che valorizzino le specificità dei singoli settori e comparti, in una ritrovata alleanza tra pubblico e privato. Ragionare in ottica sinergica con un ruolo pubblico di programmatore e facilitatore dell’espressione industriale del sistema privato, favorendo lo sviluppo di start-up e la tutela dell’innovazione e delle specificità italiane;
  • Capitale umano, competenze e ricerca. Libera intraprendenza, creatività e innovazione fanno nascere sviluppo, sono pertanto la base della ripartenza. Sviluppare una cultura della salute e del benessere dentro tutte le filiere significa sviluppare capitale umano, nei cicli formativi professionalizzanti e universitari, orientato a modelli di sviluppo competitivo capaci di tutela l’uomo. L’approccio culturale sulle determinati della salute e del lavoro è precondizione ad educazione alla salute, al benessere e sviluppo. Le filiere possono svolgere una ruolo fondamentale nel potenziamento della ricerca e sviluppo di innovazione, in una ritrovata sinergia con il mondo della formazione, sviluppando know-how proprietario e capitale umano, vero vantaggio competitivo del sistema Paese;
  • Infrastrutture, tecnologia e digitalizzazione. Infrastrutture e digitalizzazione, big data e intelligenza artificiale fondamentali per lo sviluppo delle filiere e per la ripresa. Investimenti sulla parte “hardware” del sistema produttivo italiano sono lo “scheletro” dello sviluppo economico sostenibile. Potenziare gli investimenti in infrastrutture e tecnologie digitali, sviluppare l’archiviazione, la gestione e l’elaborazione di importati database, anche tramite la generazione di algoritmi di analisi e di intelligenza artificiale è importante valore aggiunto e imprescindibile punto di ripartenza;
  • Valutare e agire. Valutare gli esiti e gli impatti delle politiche, in particolare quelle di investimento, la redditività anche sociale, in particolare di medio-lungo periodo, è parte importante di una politica economica e industriale del Paese. Una corretta programmazione del percorso di valorizzazione delle specificità deve essere capace di un momento valutativo che dia indicazioni di indirizzo e di attuazione;
  • Valore aggiunto e effetto moltiplicatore. L’integrazione di innovazione in una logica trasversale e circolare è un moltiplicatore di valore economico e sociale. Favorire reti di impresa, sistemi virtuosi tra mondo della formazione e della ricerca e mondo dell’impresa, creare e tutelare innovazione e brevetti, così come promuovere qualità e tracciabilità delle filiere, dei prodotti/servizi e del know-how è fondamentale;
  • Politiche per le filiere. Agire per una riforma di semplificazione, deburocratizzazione e di agevolazione fiscale che incentivi le filiere, il ruolo nel mondo della formazione e dell’innovazione è determinante. Legare incentivi e agevolazioni agli effettivi impatti su sviluppo, lavoro, salute e benessere, potrebbe permettere di garantire qualità di investimento e ottimale gestione delle risorse pubbliche e private. Le politiche devono essere costruite per facilitare iniziative che valorizzino la libera intrapresa e che incrementino valore sostenibile.
  • Dialogo partecipato. La necessità di fare squadra a livello nazionale e europeo per il sistema Italia, superando schieramenti politici e posizioni culturali pregiudiziali è determinante per la promozione e la diffusione di un approccio al dialogo, alla comune intrapresa, alla generazione di reti e sinergie, alla promozione della creatività e del capitale umano, vero “made in Italy” e fattore competitivo delle comunità produttive italiane. Sono necessarie alleanze politiche trasversali, integrazione, interazioni e strette collaborazioni tra comunità scientifiche e comunità politiche, tra mondo dell’impresa e mondo della formazione per cambiare il paradigma da One Health a One Community, integrando lavoro e sviluppo economico a salute e benessere.

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