Skip to content

De Gasperi

Che cosa hanno avuto in comune Alcide De Gasperi e Bettino Craxi?

Chi c'era e cosa si è detto all'evento "L'Italia e le relazioni euro-atlantiche, da De Gasperi a Craxi". L'articolo di Paola Sacchi.

 

Che cosa hanno avuto in comune Alcide De Gasperi e Bettino Craxi? L’Alleanza atlantica senza se e senza ma, la scelta dell’Occidente. “Con lealtà e autonomia, ma sempre sull’asse euro-atlantico”, premette il direttore generale della Fondazione Craxi, Nicola Carnovale, al Centro di studi americani, a Roma, introducendo il convegno svoltosi ieri insieme con la Fondazione De Gasperi, di cui è presidente l’ex ministro degli Esteri, Angelino Alfano, sulle politiche dei due statisti della Dc e del Psi.

“L’Italia e le relazioni euro-atlantiche, da De Gasperi a Craxi” è il tema di cui discutono Margherita Boniver, presidente della Fondazione Craxi, Paolo Alli, segretario generale della Fondazione De Gasperi, Giovanni Orsina, presidente del Comitato storico-scientifico della Fondazione Craxi, gli studiosi Daniela Preda, Ida Nicotra, Francesco Bonini, Leopoldo Nuti, Niccolò Petrelli, Maria Elena Cavallaro, Antonio Varsori. Tema poi affrontato in una tavola rotonda, coordinata da Flavia Giacobbe di Formiche, da Alfano, Stefania Craxi, l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di FdI, presidente della Commissione delle politiche europee, l’ex ministro dell’Ecomomia Giulio Tremonti, deputato di FdI, presidente della commissione Esteri, Alessandro Minuto Rizzo, già segretario generale ad interim della Nato.

De Gasperi e le fondamentali date, a cominciare dal viaggio in Usa, da cui tornò con i primi fondi del Piano Marshall, e con l’orgoglio di aver rivisto la bandiera italiana di nuovo issata alla Casa Bianca, viene ricordato da Alfano. Che con gli studiosi della sua Fondazione sottolinea la politica euro-atlantica declinata dallo statista Dc verso l’integrazione europea, in direzione di una pacifica comunità e non solo alleanza atlantica, con la creazione di quella comune difesa europea a tutt’oggi non realizzata, che ha incontrato ostacoli nella Francia, e di cui si sono sempre fatti carico gli Usa. Di Craxi “L’Amerikano”, che fece uscire il Psi, con la scelta degli Euromissili a Comiso, da una politica sostanzialmente neutralista, parla Boniver, che ricorda anche la contemporanea politica di autonomia e sovranità nazionale dell’ Italia nella lealtà alla netta scelta atlantica. Il tema delle relazioni euro-atlantiche è tornato centrale con l’aggressione della Russia all’Ucraina.

“Avevano ragione gli americani contro la potenza nemica dei comunisti, dell’Unione Sovietica. Le relazioni transatlantiche sono cruciali fin dalla fine della seconda guerra mondiale per il nostro Paese: noi abbiamo fatto la scelta, apparteniamo all’Occidente, la facemmo nel ’45 e l’abbiamo ribadita negli anni della guerra fredda. Oggi più che mai la scelta di essere Occidente è il faro della politica estera italiana nell’ambito delle relazioni europee e transatlantiche

È necessario ora rafforzare gli argini della deterrenza”, fissa il punto Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, presidente della commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama. Che sulla “scellerata aggressione della Russia all’Ucraina” osserva: “Se Putin non voleva che la Nato arrivasse alle porte della Russia, ecco ora l’Alleanza Atlantica, con le scelte di Svezia e Finlandia, si è allungata di altri 1200 chilometri”.

Quanto alla centralità della politica euro-atlantica rivolta al Mediterraneo, la Craxi osserva: “Stiamo andando su questa direzione. Purtroppo con ritardo su questioni che Bettino Craxi aveva posto trent’anni fa”.

Torna su