“Stiamo mettendo a punto un piano molto articolato per far diminuire le commissioni sui pagamenti digitali”. E’ quello che ha detto ieri sera in tv su La7 il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervistato a Otto e Mezzo da Lilli Gruber.
Solo questa frase e null’altro su dettagli tecnici e tempistica.
D’altronde le intenzioni del governo e del premier era stato esplicitate e annunciate su questo tema anche lo scorso ottobre: “Ridurremo le commissioni sui pagamenti digitali”, garantì Conte.
Da allora una fitta interlocuzione istituzionale, fra ministeri e non solo, è stata intessuta. Tanto che nelle scorse settimane circolò anche una bozza di provvedimento preparata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il testo era secondo le intenzioni del governo una sorta di abbozzo di protocollo d’intesa tra Tesoro, Abi, Poste Pay. circuiti di pagamento (Bancomat, Mastercard, Visa, American Express, Diners), società italiane del settore (Sia e Nexi) e associazioni di categoria.
Il memorandum – svelò Mf/Milano Finanza – “dovrà diventare vincolante per tutte le banche che lo sottoscriveranno, dalle più grandi come Intesa e Unicredit, alle piccole, ma vale la pena tentare, questo il ragionamento che si fa dalle parti di Palazzo Chigi e Via XX Settembre perché così vogliono gli azionisti del governo Pd e M5S. Dopo le adesioni, che dovranno essere comunicate al Mef (art. 3 della bozza) dovrebbero scattare gli impegni”.
Per PostePay – aggiungeva Mf – si tratta di non applicare all’esercente, ai pagamenti fino a 10 euro «alcuna commissione sulla singola transazione» e commissioni inferiori «di almeno il 50% per i pagamenti di importo superiore ai 10 e inferiori ai 25 euro» rispetto a quelle che applica in media per operazioni di importo superiore ai 25 euro.
Analoga misura è prevista dalla bozza per i circuiti di pagamento come Visa e Mastercard ma non solo: “Nessuna commissione interbancaria, né commissioni operative o di adesione al circuito (scheme fees) per i pagamenti con carta di debito o di credito fino a 10 euro e sforbiciata anche in questo caso «di almeno il 50%» sulle spese tra 10 e i 25 euro”, svelò il quotidiano del gruppo Class.
Stessa cosa per Nexi, Sia e Iccrea – secondo Mf/Milano Finanza – “che si impegneranno a «non applicare commissioni agli intermediari per pagamenti con carta di importo fino a 10 euro e a ridurre di almeno il 50% le suddette commissioni per i pagamento tra i 10 e i 25 euro, sempre rispetto alle commissioni applicate in media dal centro applicativo per operazioni di importo superiore ai 25 euro”.
Ma non tutto è filato liscio, visto che il provvedimento poi non è stato approvato. Per quale motivo?
I dubbi delle banche sono stati esplicitati fin da subito sia dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che dal direttore generale Giovanni Sabatini (qui l’approfondimento di Start).
Ma il motivo principale per cui finora quel testo non è stato approvato sarebbe – secondo indiscrezioni governative – il niet giunto dall’Antitrust italiano anche dopo contatti informali con gli uffici di Bruxelles.
Meglio un’opera di moral suasion che un atto concertato a rischio Antitrust, in sostanza.
Ma le parole di ieri di Conte significano che il governo giallo-rosa andrà comunque avanti nel progetto di tagliare per decreto le commissioni sui pagamenti digitali?
Si vedrà.
COME E PERCHE’ SI POSSONO TAGLIARE LE COMMISSIONI SUI PAGAMENTI DIGITALI. REPORT MEDIOBANCA