Siamo sicuri che l’Antitrust di Roma e di Bruxelles daranno il via libera a un limite concertato alle commissioni sui pagamenti elettronici al quale sta lavorando il governo?
E’ quello che tra l’altro ha detto implicitamente oggi il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nell’audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato sulla legge di bilancio 2020.
Sabatini ha parlato in sostanza del piano allo studio dell’esecutivo in collaborazione con le aziende del settore e le associazioni per un’intesa sulle commissioni dei pagamenti digitali (una bozza di intesa è stata svelata nei giorni scorsi dal quotidiano Mf/Milano Finanza).
Ma che cosa ha detto di preciso Sabatini? La riduzione delle commissioni sui pagamenti elettronici “è un tema su cui siamo disposti a un confronto, nei limiti che ciò sia effettivamente consentito dall’autorità antitrust italiana e europea”, ha detto il direttore generale dell’Abi.
In riferimento poi in particolare al mondo delle imprese, Sabatini ha sottolineato che “si auspica una riflessione sulle modifiche alla disciplina dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) apportate con la precedente Legge di bilancio – che ne hanno fortemente frenato la diffusione – al fine di restituire allo strumento quel ruolo fondamentale per l’incentivazione del finanziamento privato all’economia reale che ne aveva caratterizzato l’introduzione” .
“Abi non ha steso un memorandum in tema di commissioni su transazioni digitali con il Mef né è stato raggiunto un accordo tra Abi e governo. Sono in corso contatti”, aveva messo per iscritto Sabatini la scorsa settimana in una lettera al quotidiano del gruppo Class..
Commissioni troppo alte? “Diversi organismi internazionali – ha risposto Patuelli nei giorni scorsi in un’intervista a Class Cnbc – hanno riscontrato che le commissioni in Italia sono inferiori di quelle pagate in molti Stati europei”.
Le parole di Patuelli e Sabatini indicano come e quanto banche e società di pagamenti elettronici siano in subbuglio per l’accordo al quale punta il governo con le aziende del settore e con le associazioni degli imprenditori.
L’obiettivo dell’esecutivo, per scoraggiare ulteriormente l’uso del contante, è quello di puntare a una riduzione concertata con le imprese del comparto delle commissioni sui pagamenti digitali.
Ma la bozza di pre-intesa svelata ieri da Mf-Milano Finanza ha scatenato le prime reazioni.
Tesi ben diversa da quella dei banchieri dell’Abi è contenuta in un paper degli analisti di Mediobanca Securities su Nexi e in parlamento colossi come Visa e Mastercard hanno asserito in Parlamento che le commissioni non si possono tagliare.
Di sicuro c’è un gran movimento tra governo, banche, società (comprese Poste e Nexi) nell’ambito della lotta all’uso del contante – e per limare le commissioni sui pagamenti elettronici – che il governo Conte 2 sta rilanciando.
Il ministero dell’Economia ha anche messo a punto un memorandum d’intesa per incentivare l’utilizzo in Italia dei pagamenti elettronici.
La bozza di documento – composta da 5 pagine – è secondo le intenzioni del governo una sorta di abbozzo di protocollo d’intesa che è in fieri tra Tesoro, Poste Pay. circuiti di pagamento (Bancomat, Mastercard, Visa, American Express, Diners), società italiane del settore (Sia e Nexi) e associazioni di categoria, ma i contatti informali del Mef sono in corso anche per avere una sorta di via libera anche dagli uffici di Bruxelles sulla concorrenza
Il memorandum – secondo il condirettore di Mf, Roberto Sommella, che ha svelato la bozza – “dovrà diventare vincolante per tutte le banche che lo sottoscriveranno, dalle più grandi come Intesa Sanpaolo e Unicredit, alle piccole, ma vale la pena tentare, questo il ragionamento che si fa dalle parti di Palazzo Chigi e Via XX Settembre perché così vogliono gli azionisti del governo Pd e M5S. Dopo le adesioni, che dovranno essere comunicate al Mef (art. 3 della bozza) dovrebbero scattare gli impegni”.
Per PostePay – aggiunge Mf – si tratta di non applicare all’esercente, ai pagamenti fino a 10 euro «alcuna commissione sulla singola transazione» e commissioni inferiori «di almeno il 50% per i pagamenti di importo superiore ai 10 e inferiori ai 25 euro» rispetto a quelle che applica in media per operazioni di importo superiore ai 25 euro.
Nel paper di Mediobanca è anche contenuta questa tabella di raffronto tra Paesi: