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Il Fatto Quotidiano di Travaglio vende corsi di Intelligenza artificiale a Poste Italiane

La Scuola del Fatto Quotidiano di Travaglio ha tenuto corsi di Intelligenza artificiale a Poste italiane. Perché allora Start non fa scouting tra le altre partecipate del Tesoro? La lettera di Claudio Trezzano

Buongiorno direttore,

questa volta giuro che non ti scrivo con tediose rimostranze e nemmeno per fare polemica, che è un po’ la mia cifra distintiva, lo ammetto.

Dato che “il tempo è denaro”, questa volta voglio ringraziarti per quello che puntualmente mi dedichi leggendo le mie letterine e lo faccio portando sotto braccia diverse idee di business che potrebbero arricchirti – e arricchire il giornale che dirigi – come non credevi fosse possibile.

No, il brand journalism festival (al quale hanno partecipato un po’ tutti, dal Fatto Quotidiano al Domani passando per Fanpage fino al Sole24Ore, tranne Start Magazine) e le sue opportunità marchettare non c’entrano.

Vedi, la nuova gallina dalle uova d’oro dell’editoria, o forse sarebbe meglio chiamarla “sola fonte superstite di sostentamento per i quotidiani” sono le scuole di formazione. Ha la sua Il Sole, ha la sua Il Fatto. E non so se lo sai ma Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, giornalista che fa le pulci a qualsiasi governo, vende corsi anche alle partecipate del ministero del Tesoro.

In particolare a Poste Italiane (a oggi mi risulta che sia partecipata per il 29,26% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per il 35% da Cassa Depositi e Prestiti che è a sua volta controllata dal Mef, e per la residua parte da investitori istituzionali e retail).

Leggo infatti sul finire di pagina 2 della relazione semestrale che racconta la prima metà finanziaria del 2024 della società editoriale del Fatto: “Riguardo il ramo della Formazione, il primo semestre 2024 ha visto l’avvio di due corsi di formazione rientranti nel programma della Scuola. Il primo, di 120 ore è stato erogato dal mese di Febbraio intitolato Intelligenza Artificiale e prospettive sociali, ha avuto un ottimo riscontro sia sul mercato B2C che B2B con 300 iscritti totali; aziende importanti come Poste Italiane hanno acquistato il corso per i propri dipendenti”.

Mica male, aver clienti nello Stato, specie quando ti vanti di essere anti sistema. Ti do un assaggino del corso virtuale, dal costo da 1200 euro a iscritto: “Viviamo nell’era dell’informazione in cui il rapido sviluppo tecnologico ha reso concreti alcuni scenari che sino a qualche decennio fa apparivano impensabili. Nella vita quotidiana i metodi e gli strumenti dell’intelligenza artificiale (IA) sono sempre più a supporto di azioni e decisioni che fino a qualche tempo fa costituivano prerogativa dell’essere umano. Gli attuali metodi e strumenti dell’IA, come ad esempio l’apprendimento automatico, l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento automatico di oggetti, i sistemi esperti o il ragionamento automatico, fanno ormai parte di un percorso obbligato che occorre conoscere e saper interpretare per orientarsi nella società di oggi”. E i postini, si sa, hanno un gran bisogno di orientarsi o come le fanno le consegne?

“Per questo la Scuola del Fatto Quotidiano, in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tre e sotto la direzione scientifica del Professor Pasquale Tridico, propone un corso sull’intelligenza artificiale di 40 ore, composto da venti lezioni di due ore ciascuna: 60 minuti di lezione e 60 minuti di discussione plenaria in cui si alternano 4 testimonianze aziendali”. Chi sta dietro lo sportello e riceve tutto il giorno raccomandate e lamentele che il pacco non è mai arrivato ha proprio bisogno di staccare un po’ per filosofeggiare sull’Intelligenza artificiale. E sì, si filosofeggia di sicuro dato che tra i tre docenti uno è filosofo.

Smetto di celiare, perdona il sarcasmo. In realtà la transizione digitale è importante e sono felice di sapere che un colosso come Poste, peraltro gestito alla perfezione, non smetta mai di aggiornare i propri dipendenti.

Però, appunto, Travaglio dovrebbe fare scuola: non a Poste. Intendo proprio a noi di Start. Sappiamo che è in corso la transizione digitale nella Pa, sappiamo che è lautamente finanziata dai fondi del Pnrr, perché non tuffarci a pesce nel mondo dell’aggiornamento professionale per i dipendenti pubblici?

Ho qui alcuni spunti:

Potremmo per esempio tenere corsi di economia a Banca Monte Paschi di Siena S.p.A.(di cui il Tesoro ha il 11,731%), così da evitarle altri dissesti finanziari in futuro. Oggi lo stato stacca un assegnuccio a noi, domani evita di staccarlo a MpS perché saprà stare in piedi sulle sue gambe.

E corsi di informatica a Leonardo spa (30,20%). Magari pure qualche corso di cybersecurity all’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, che non sarà partecipata del Tesoro ma è comunque pubblica e mi pare dopo il fattaccio di Equalize (ormai tramontato nel diffuso menefreghismo) ne abbia parecchio bisogno.

A Fs – Ferrovie dello Stato Italiane spa (100%) dedicherei qualcosa di molto pratico sul bricolage, affinché affini l’arte del piantare i famosi “chiodi” (sull’arte di scaricar barili, invece, mi pare già ben addestrata).

A mamma Rai – Radio televisione italiana spa (99,56%) farei un bel corso di economia domestica, che tra bilanci in rosso e Salvini che vuole sforbiciare il canone, meglio iniziare a risparmiare dalle piccole cose. Con una vecchia tovaglia della mensa e le dovute accortezze ti viene fuori un bellissimo vestito per la soubrette del sabato sera e il risparmio è assicurato.

Alla Stretto di Messina (55,16 %) terrei una bella serie di lezioni sulla deriva dei continenti, la geologia, lo studio dei venti, che dalle relazioni degli esperti sulla fattibilità del ponte mi sa che ne abbiano un gran bisogno. E potrei continuare perché le partecipate sono tantissime: Eni, Enel, Enav, Sace, Ita, Giubileo 2025, Milano – Cortina 2026…

Avverti i sales: c’è da far partire le prime offerte.

Pronto a salire in cattedra!

Claudio Trezzano

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