skip to Main Content

Il Fatto Quotidiano Moda

Il Fatto Quotidiano andrà ancora di moda?

Le difficoltà economiche della casa editrice e l'emorragia di lettori registrata sul web sembrano aver spinto Il Fatto Quotidiano a parlare di temi lontanissimi dalla sua essenza, come la moda

C’era una volta Silvio Berlusconi. L’unico politico in grado di polarizzare antipatie e simpatie, odio e amore. Attorno alla sua figura non si è avviluppato soltanto uno dei più importanti poli mediatici del Paese, che ovviamente ne diceva tutto il bene possibile, ma pure il giornale corsaro di Marco Travaglio & soci, nato – almeno nelle intenzioni dei fondatori – per dare al Paese un afflato di libertà informativa. Inutile dire che in quel periodo Il Fatto vendeva eccome, forse pure al di là delle speranze dei giornalisti che avevano deciso di scommetterci.

Poi sono arrivati i 5 Stelle, Travaglio (alla direzione, al posto di Antonio Padellaro) ha imposto sterzate che non sono proprio piaciute a tutti i lettori (e, da quanto si vocifera nell’ambiente, nemmeno a tutti i giornalisti e i collaboratori) ma soprattutto è scomparso Berlusconi, l’eterno rivale dai tempi dei programmi in Rai di Michele Santoro.

L’EMORRAGIA DI LETTORI SUL WEB

E per Il Fatto sono iniziati i problemi. Tanto all’edicola quanto sul web. Gli effetti della chiusura dei rubinetti da parte di Meta in Italia sono stati immortalati nei report della società di rilevazione Audiweb (ventura Audicom), che ha pubblicato i dati di traffico sui siti web a settembre 2023 analizzati all’interno della newsletter Charlie (dedicata al mondo dei giornali non solo italiani) de Il Post.

Fonte: Audiweb, periodo: settembre 2023

Il quotidiano di Marco Travaglio è in piena emorragia di lettori, avendo perso quasi il 40% dei propri visitatori nell’arco di soli dodici mesi: da 2 milioni a 1,2 milioni. Per il condirettore Peter Gomez, responsabile del sito del giornale, le cause sono da attribuire «soprattutto a Facebook e Google. Il traffico di Facebook è scomparso, e noi avevamo una base forte. E poi anche i continui aggiornamenti dell’algoritmo di Google, e Discover che è instabile, possono far variare molto le letture di un pezzo a volte inspiegabilmente. Una parte del calo rispetto a settembre 2022 – spiega il giornalista – è dovuta anche alle notizie sulla campagna elettorale e alle elezioni, gli articoli con paywall, stando ai dati che abbiamo, influiscono invece in maniera minima».

I CONTI DELLA CASA EDITRICE

Ma a pesare ci sono anche altri numeri, non dei lettori ma del bilancio. Come Start Magazine ha già riportato, Seif, la società che edita Il Fatto Quotidiano, lo scorso anno ha perso fatturato per oltre 4 milioni di euro e ha subito una perdita economica di oltre 5 milioni. Nel comunicato stampa del 31 marzo, che illustra i dati di bilancio 2022, si afferma che il valore della produzione, pari a 40 milioni, cresce dai 38,4 milioni del 2021, così come l’Ebitda, a 7,1 milioni da 5,9 milioni, l’Ebit, a 1,2 milioni da 465mila, il risultato netto, a 2,5 milioni da 169mila. Anche per il patrimonio netto un ottimo balzo in avanti, a 7,1 da 4,5 milioni. “A ben guardare – annotava però Emanuela Rossi per Start -, si nota che i ricavi delle vendite scendono da 32,5 milioni del 2021 a 27,9 del 2022, in parole povere si registrano 4,6 milioni di fatturato in meno. Il valore della produzione, invece, sale da 38,4 milioni a 40 milioni grazie all’incremento delle immobilizzazioni immateriali per 5 milioni e ad “Altri ricavi” per oltre 7 milioni, rispetto a 0,47 dell’anno precedente”.

Per l’analisi completa del bilancio vi rimandiamo all’articolo originale dello scorso aprile. Qui interessa evidenziarne le conclusioni. “In sostanza – chiosava Rossi -, Seif nel 2022 ha perso fatturato per oltre 4 milioni, bruciando tutto il denaro cash che aveva a fine 2021, ma ha chiuso in attivo grazie ad un artificio contabile grazie alla manovra di bilancio relativa a Loft Produzioni. Se a ciò si aggiunge il fatto che l’utile netto di 2,5 milioni è strato costruito sommando “imposte differite attive” per 1,2 milioni, ne risulta che a fine 2022 il patrimonio netto sarebbe stato addirittura negativo”.

IL FATTO QUOTIDIANO CI PROVA CON LA MODA

Se alle difficoltà del sito, anche per colpa dei social statunitensi, si sommano le difficoltà riscontrate nel bilancio, si capisce come mai Il Fatto intenda battere nuove strade, diventando sempre più pop e perdendo quell’aura elitaria ereditata dagli atteggiamenti snob e sabaudi del proprio direttore nonché fondatore.

Presto, infatti, Il Fatto Quotidiano non sarà più solo il giornale che parla esclusivamente di politica, possibilmente “scoperchiando i Palazzi come scatolette di tonno” come tanto avrebbe voluto fare l’amico (di Travaglio) Beppe Grillo.  Anche perché importanti concessioni in tal senso erano già state fatte con FQMagazine.

Il rinnovo dell’offerta passa invece da “Fatti di Moda” una rubrica quindicinale che si innesta nel quotidiano vero e proprio: “Ci occuperemo di stili di vita, di personaggi che hanno fatto grande l’abbigliamento italiano, di creatività e di cultura. Abbiamo deciso di farlo – scrivono dalla redazione – perché la moda rappresenta un settore che coinvolge più di un milione di lavoratori e perché influenza i comportamenti di intere generazioni. Il compito dei giornalisti è descrivere il mondo dalla A alla Z. Così da oggi nell’alfabeto del Fatto c’è pure la M. Ma raccontata a modo nostro”.

L’iniziata editoriale è stata lanciata con un’intervista di Gomez al direttore creativo di Mason Valentino: buona lettura.

Del resto in origine pure Eugenio Scalfari aveva vietato alla propria redazione di scrivere di calcio su Repubblica. Poi sappiamo com’è finita. Adesso anche il quotidiano di Travaglio diventerà un po’ più patinato, ricco di paillettes. Le stesse rimproverate all’informazione di casa Berlusconi? Chissà…
Back To Top