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Perché Meta affossa Fanpage e Fatto Quotidiano

La decisione di Meta di variare l'algoritmo trattenendo il pubblico sulla propria piattaforma sta facendo soffrire molte testate anche in Italia, su tutte Fanpage e Il Fatto Quotidiano

Prima è toccato ai grandi giornali americani. Ora a quelli italiani. La decisione dei social di chiudere il traffico in uscita pesa e non poco sul mondo dell’editoria, che da anni vive a traino delle grandi piattaforme estere, nel tentativo di attirare lettori a suon di post, stories, reels, sondaggi e chi più ne ha più ne metta. Si comprende dunque la fragilità della base di lettori di siti che nell’immediato passato sono risultati i più letti sul web ma, soprattutto, si tocca con mano il potere che piattaforme come Meta & Co. possono esercitare sulle testate.

COSA DICONO GLI ULTIMI DATI

Gli effetti della chiusura dei rubinetti da parte di Meta in Italia vengono immortalati nei report della società di rilevazione Audiweb (ventura Audicom), che ha pubblicato i dati di traffico sui siti web a settembre analizzati all’interno della newsletter Charlie (dedicata al mondo dei giornali non solo italiani) de Il Post.

Facciamo nostro l’avviso di Charlie, ovvero che bisogna tenere presente che i dati di traffico dei siti web sono soggetti a variabili anche molto influenti di mese in mese, legate a singolari risultati di determinati contenuti; o a eventi che ottengono maggiori attenzioni; o a fattori esterni che li promuovono in maniere volatili, come gli algoritmi di Google o di Facebook (e questo rende non del tutto significativi nemmeno i confronti sull’anno precedente).

Fonte: Audiweb, periodo: settembre 2023

Ciò detto, ci sono variazioni troppo importanti per ricadere nei casi appena elencati. E riguardano soprattutto Il Fatto Quotidiano e Fanpage.it. Il quotidiano di Marco Travaglio è in piena emorragia di lettori, avendo perso quasi il 40% dei propri visitatori nell’arco di soli dodici mesi: da 2 milioni a 1,2 milioni.

IL FATTO E FANPAGE TRAVOLTI DA META

Difficile, sulla base di questi numeri (non avendo a disposizione i flussi) fare una analisi accurata delle cause. Potrebbe per esempio incidere la forte identità politica di una testata nata nel periodo dell’antiberlusconismo e che si ritrova oggigiorno senza la propria nemesi.

Una testata che in tempi più recenti aveva perso ogni velleità di analisi super partes (o meglio, contro tutte le parti) per buttarsi tra le braccia, per volontà del direttore Travaglio, tra le braccia dei 5 Stelle in un periodo in cui, benché all’opposizione, il Movimento ha perso vigore, grinta e persino identità.

Ma di norma è un errore credere identici i lettori dell’online e quelli della carta stampata, perciò considerazioni che valgono all’edicola possono avere meno senso su Internet, anche per un giornale sui generis come Il Fatto, che si rivolge da sempre a una platea un po’ più giovane del solito e dunque abituata a mischiare i mezzi.

LA VERSIONE DI GOMEZ

Tant’è che in edicola il Fatto Quotidiano non ha registrato un simile dimagrimento, passando dai 53.253 lettori del luglio 2022 ai 52.155 del luglio 2023, con una flessione di poco superiore al 2%. Per il condirettore Peter Gomez, responsabile del sito del giornale, le cause sono da attribuire «soprattutto a Facebook e Google. Il traffico di Facebook è scomparso, e noi avevamo una base forte. E poi anche i continui aggiornamenti dell’algoritmo di Google, e Discover che è instabile, possono far variare molto le letture di un pezzo a volte inspiegabilmente. Una parte del calo rispetto a settembre 2022 – spiega il giornalista – è dovuta anche alle notizie sulla campagna elettorale e alle elezioni, gli articoli con paywall, stando ai dati che abbiamo, influiscono invece in maniera minima».

COME MAI FANPAGE SOFFRE?

Sorprende meno, invece, che sia finito travolta dal cambio degli algoritmi una testata come Fanpage, nata online e basata molto sulle sue diramazioni social. Tant’è che a Charlie il direttore Francesco Cancellato ammette: «Il nostro è un giornale generalista, che vive di notizie e di eventi che calamitano l’attenzione delle persone e trainano il traffico. È un giornale che ha visto negli anni diminuire il peso della sua fanbase, e che non ha una legacy come i grandi giornali di carta. Per questo siamo più soggetti di altri a swing di traffico, tanto più se variano gli algoritmi social o seo, che per noi rappresentano la quasi totalità dell’audience. Per questo dobbiamo essere bravi a cambiare velocemente e ad adattarci ai mutamenti del contesto. Più concretamente, nell’estate del 2022 ci sono stati topic che hanno trainato il traffico del giornale, come ad esempio la campagna elettorale, mentre quest’anno sono emersi argomenti su cui andiamo maggiormente in difficoltà».

Fanpage è in leggera risalita rispetto al mese di agosto, ma ancora in calo rispetto all’anno passato: a settembre 2022 aveva avuto 2,3 milioni di utenti, ad agosto poco meno di un milione mentre a settembre 2023 sono saliti di centomila unità a 1,1 milioni.

NON SOLO FATTO E FANPAGE, META FA PIANGERE PURE I COLOSSI

Come si anticipava all’inizio, Facebook, del gruppo Meta, sarebbe il social che ha cambiato approccio nel modo più radicale: dal settembre 2020 al settembre 2023 il traffico referral verso i dieci maggiori siti di informazione italiani secondo Similarweb, società israeliana proprietaria di un software per l’analisi del traffico dei siti web, si è più che dimezzato, calando di oltre il 63%.

Facebook del resto ha impresso un drastico cambiamento nella sua policy, da aggregatore di news (qualcuno ricorda ancora le iniziative, velocemente accantonate se non persino dismesse, note come News Tab e Facebook News?) a piattaforma via via sempre più simile a Instagram nella quale gli utenti restano sempre all’interno della stessa, anche quando condividono video pubblicati da editori.

Se tre anni fa il totale del traffico era di oltre 5,55 milioni di visite mensili (con picchi di oltre 7 milioni), oggi è di poco più di 2 milioni. Movimento simile, seppure meno accentuato, per X, l’ex Twitter. Il referral traffic verso l’informazione online è oggi più basso di oltre il 41% rispetto a tre anni fa, sebbene, viene spiegato in una analisi pubblicata di recente su Italia Oggi, Twitter in realtà non abbia mai portato grande traffico ai siti di news: meno di un quinto rispetto a quello di Facebook a settembre 2020, meno di un quarto oggi.

Tra l’altro nel quartier generale di X / Twitter devono vedersela pure col cambio di proprietà che, com’è noto, non ha fatto troppo bene al social del fu uccellino azzurro. Similarweb in un suo report avverte infatti che con tutte le giravolte di Elon Musk il traffico di X è sceso del 14% nell’ultimo anno a livello globale. Solo il traffico generato dalle app iOS e Android è crollato del 17,8% negli Stati Uniti mentre a livello complessivo il calo è marcato anche in Gran Bretagna (-11,6%), Francia (-13,4%), Germania (-17,9%) e Australia (-17,5%).

Quanto ai giornali, Musk, è noto, ha deciso di dichiarare guerra alle testate ospitate sul suo social. E i dati dicono che non si è fermato alle mere minacce. La società rileva che se tre anni fa il New York Times riceveva il 3-4% del suo traffico da Twitter, adesso quella percentuale è bel al di sotto dell’uno. Ricordiamo che tra le ultime strette varate dall’imprenditore di Tesla la decisione di impedire la pubblicazione dei titoli dei giornali: ora condividendo un link appare infatti solo una foto. “Ragioni estetiche” le ha definite Musk, ma la realtà è che l’imprenditore sta variando il modello del suo social.

Insomma, i capricci di Mark Zuckerberg, Elon Musk e Shou Zi Chew (TikTok) possono sollevare le fortune delle testate online o far precipitare i dati Audiweb. Il potere che le piattaforme online possono esercitare sull’editoria e, dunque, sul mondo dell’informazione, è immenso e questi numeri lo stanno dimostrando in modo univoco. La chiusura dei rubinetti però non è necessariamente un male per il giornalismo: forse adesso ciò che va in pagina non sarà più scelto in base ai desiderata dei social media manager ma ricorrendo alla vecchia, impolverata, gerarchia delle notizie…

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