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I poveri mangiano meglio dei ricchi? Fatti e numeri dal convegno sulla Food Security al Meeting di Rimini

I numeri e i temi del convegno “Food security e sostenibilità: cooperare per crescere” al Meeting ciellino di Rimini nel quale il ministro Lollobrigida ha detto che in Italia spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi

 

“Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità”. Queste sono le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rimbalzate come la pallina di un flipper sui social e su tutte le testate giornalistiche. Il ministro Lollobrigida di Fratelli d’Italia ha pronunciato quelle parole nell’ambito dell’incontro “Food security e sostenibilità: cooperare per crescere”, andato in scena al Meeting di Rimini. Parole che hanno fatto senz’altro rumore ma nel corso del convegno sono emersi molti altri temi, che vanno oltre le parole del ministro Lollobrigida.

CHI C’ERA AL CONVEGNO “FOOD SECURITY E SOSTENIBILITÀ: COOPERARE PER CRESCERE”

Al convegno, uno dei pochi ad accesso libero del Meeting, hanno partecipato Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Edmondo Cirielli, Viceministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, Giangiacomo Pierini, Direttore Corporate Affairs & Sostenibilità Coca-Cola HBC Italia e Presidente Assobibe, Giovanni Pomella, Amministratore Delegato Lactalis in Italia e Consigliere di Centromarca, e Matteo Zoppas, Presidente dell’Ice.

LOLLOBRIGIDA: “ABBIAMO RIACQUISITO IN POCHI MESI LA CENTRALITÀ NEL MEDITERRANEO CHE L’ITALIA HA AVUTO PER SECOLI”

“Stiamo vivendo un cambio di epoca. Abbiamo vissuto di certezze che sono terminate e sostituite da alcune consapevolezze – ha detto il ministro Lollobrigida -. La pandemia ci ha mostrato che possiamo perdere la libertà. La guerra tra Russia e Ucraina ci ha fatto vedere che possiamo andare incontro a incertezza di approvvigionamento. E poi la sicurezza alimentare, un’altra sfida da raccogliere”. Il ministro, nel corso del suo intervento, è tornato sulla centralità dell’Italia nel Mediterraneo e sul rapporto con i suoi vicini. “Abbiamo riacquisito in pochi mesi la centralità nel Mediterraneo che l’Italia ha avuto per secoli. Enrico Mattei ci provò, noi raccogliamo quella sfida. – ha detto Lollobrigida -. Non dobbiamo limitarci ad avere l’obiettivo di dare cibo a tutti ma dobbiamo puntare a dare buon cibo a tutti. Il cibo non è solo carburante, il cibo è cultura. Dobbiamo puntare a sviluppare qualità anche nei paesi in via di sviluppo”. Il ministro Lollobrigida, poi, ha messo nel mirino la presunta “artificialità del cibo”. “C’è chi ha pensato che la soluzione per dare cibo a tutti fosse da ritrovarsi nei laboratori, nell’artificialità – spiega il ministro dell’Agricoltura ritornando su un cavallo di battaglia di questo esecutivo -. L’alternativa possibile l’aveva indicato Enrico Mattei: il piano di sviluppo per le nazioni con le quali vogliamo collaborare. Immaginiamo una cooperazione che abbia uno sviluppo strategico, dobbiamo lavorare affinché questi paesi crescano e permettere a chi ha un potenziale, disviluppare una qualità e quantità”.

OLTRE LE PAROLE DI LOLLOBRIGIDA: IN ITALIA SOLO IL 18,8% HA UN’ALIMENTAZIONE ADEGUATA

E poi il ministro ha pronunciato la frase che ha destato scalpore. Lollobrigida ha preso a esempio gli Stati Uniti: “Da loro c’è una divaricazione sociale tra chi mangia bene e le classi meno agiate che vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale”.  Le cose, secondo il ministro, sono diverse nel nostro paese. “Secondo un rapporto dell’ISTAT con dati aggiornati al 2020 la quota di famiglie che mostrano segnali di insicurezza alimentare è in calo, dall’1,7 per cento del 2021 all’1,3% del 2022, ma allo stesso tempo si è allargato il divario tra le regioni meridionali e il resto del paese: 2,7% al Sud, 0,6% nel Centro, 0,7% nel Nord – si legge in un resoconto de Il Post – . Inoltre, secondo i dati forniti nel 2021 dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), solo il 18,8 per cento degli italiani ha un’alimentazione adeguata e la povertà ne rappresenta una delle cause. Con “insicurezza alimentare” si intende l’incapacità di nutrirsi con regolarità e di mantenere una dieta sana ed equilibrata, e nei casi più gravi l’elevata probabilità di non poter assumere cibo sufficiente ai bisogni vitali”.

VICEMINISTRO CIRIELLI: “L’ITALIA HA LA RESPONSABILITÀ DI ESPORTARE BUONE PRATICHE”

Da sempre i temi del food si intersecano con quelli dell’internazionalizzazione del brand Made in Italy. Un riconoscimento suggellato dal secondo vertice ONU sui Sistemi Alimentari ospitato dall’Italia lo scorso 24-26 luglio che ha posto al centro del dibattito internazionale lo stretto collegamento tra cibo e cambiamenti climatici. “È il riconoscimento del ruolo dell’Italia come apprezzamento della qualità dell’alimentazione e del sistema agroalimentare sostenibile – ha detto Edmondo Cirielli, Viceministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale -. La dieta mediterranea ha dato un segnale chiaro su coabitare virtuosamente sullo stesso territorio. L’Italia, è una grande potenza economica agroalimentare e ha la responsabilità di esportare buone pratiche”.

ZOPPAS: “NEL MONDO CI SONO 260 MILIONI DI PERSONE IN CONDIZIONI DI INCERTEZZA ALIMENTARE”

Se i rappresentanti del governo hanno argomentato le rispettive posizioni a snocciolare i numeri è Matteo Zoppas, presidente dell’Ice (Istituto per il commercio estero). “Nel mondo ci sono 260 milioni di persone in condizioni di incertezza alimentare, più della metà arrivano dall’Africa – ha detto Zoppas -. L’Africa per l’Italia conta molto in ambito export. Se questi Paesi fossero dotati degli standard della tecnologia europea e ancora di più di quella italiana, sarebbero in grado di estendere le superfici oggi coltivate e aumentare consistentemente la loro produttività con l’impiego di minori risorse. Nel contesto dell’attività di cooperazione internazionale del Ministero degli Affari esteri e con la collaborazione del Sistema Paese, si innesta l’attività dell’Ice che raggiunge il duplice obbiettivo, anche nell’indirizzo del Piano Mattei che sarà considerato dalla nostra Agenzia una priorità per questi territori, di aiutare lo sviluppo di queste nazioni e, contestualmente, lo sviluppo di mercati emergenti per le imprese, i prodotti e le tecnologie italiane. Attraverso diversi progetti, per citarne uno fra tutti ‘Lab Innova for Africa’, concentrati sia nell’Africa subsahariana che nel Nordafrica, formiamo ed informiamo imprese locali in merito alle nuove tecnologie e ai nuovi standard dell’agritech e della tecnologia agroalimentare”.

GIANSANTI: “DOBBIAMO AUMENTARE LA PRODUZIONE AGRICOLA GLOBALE DI QUASI IL 30%”

I numeri li fa anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Secondo l’Ocse, dobbiamo aumentare la nostra produzione agricola globale di quasi il 30% nei prossimi dieci anni – ha detto il presidente di Confagricoltura -. L’insicurezza alimentare sta crescendo a livello globale, a causa di diversi fattori, compresi conflitti bellici come quello tra Russia e Ucraina. Purtroppo, la guerra è tornata anche nei Paesi sviluppati e il cibo è stato nuovamente utilizzato come arma e strumento di pressione. La Russia sta per diventare primo produttore mondiale di frumento con una quota di mercato del 25% nel 2024”.

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