skip to Main Content

Guerra Usa-Germania sul vaccino anti Coronavirus

Secondo la Welt am Sonntag, Trump starebbe cercando di assicurarsi in esclusiva per gli Usa un potenziale vaccino contro il Coronavirus cui stanno lavorando ricercatori tedeschi della CureVac, azienda con sede a Tubinga

Sarebbe un caso clamoroso: Donald Trump starebbe cercando di assicurarsi in esclusiva per gli Usa un potenziale vaccino contro il Coronavirus cui stanno lavorando ricercatori tedeschi della CureVac, azienda con sede a Tubinga che collabora con l’istituto Paul Ehrlich per i vaccini e medicinali biomedici. Il presidente americano avrebbe offerto alla CureVac una somma ingente, a Berlino si parla di un miliardo di dollari, per assicurarsi l’esclusiva solo nel suo paese del potenziale vaccino. Il governo tedesco sarebbe in contatto con i vertici dell’azienda per sventare il tentativo.

Sembra un film di brutta fantapolitica, ma il giornale che ha lanciato la notizia oggi è autorevole, l’edizione domenicale della Welt, la Welt am Sonntag e cita fonti vicine al governo di Berlino. La notizia è stata ripresa anche da altri grandi media tedeschi, come lo Spiegel e i due telegiornali nazionali di Ard e Zdf, che parlano di grande, seppur indiretto, conflitto economico-politico tra Germania e Usa.

La vicenda è così ricostruita dalla Welt am Sonntag. All’inizio di questo mese l’ex capo della CureVac Daniel Menichella (ha lasciato la sua carica solo mercoledì scorso a Ingmar Hoerr, già capo due anni prima) ha partecipato a una riunione organizzata alla Casa Bianca assieme al presidente Trump, al suo vice Mike Pence, ai membri della task-force americana messa su per affrontare il contagio e ad altri alti manager delle aziende farmaceutiche e biotech per discutere strategie e possibilità di un rapido sviluppo nella produzione del vaccino. Quell’incontro ebbe anche rilevanza mediatica, in quanto costituì il primo intervento operativo dell’amministrazione Usa nell’emergenza coronavirus dopo settimane di minimizzazioni.

Nel corso della riunione, Menichella avrebbe sottolineato il potenziale dello sviluppo del vaccino. Sul sito online della CureVac il manager afferma: “Siamo molto fiduciosi di poter sviluppare nel giro di pochi mesi un possibile vaccino”. E in un’intervista alla Reuters di venerdì scorso, il cofondatore dell’azienda di Tubinga Florian von der Mülbe ha detto che la ricerca era stata avviata su una serie di possibili vaccini e ora si stanno selezionando i due migliori per passare alla fase degli studi clinici. Heutejournal della Zdf aggiunge che la CureVac spera di aver sviluppato per giugno-luglio un vaccino sperimentale e di ottenere quindi l’approvazione per partire con le sperimentazioni sull’uomo.

Il vaccino ancora non c’è ma Trump avrebbe individuato nell’azienda tedesca un potenziale su cui puntare acquistandola: un miliardo di dollari a patto però di ottenere l’esclusiva di utilizzo per gli Usa. Che nella vicenda ci sia del vero può dedursi dalla risposta che su questa vicenda il ministero della Salute tedesco ha dato alla Welt am Sonntag: “Il governo tedesco è molto interessato al fatto che vaccini e medicine contro il coronavirus vengano sviluppati anche in Germania e in Europa. Per questo il governo è in continuo contatto con l’azienda CureVac”.

La situazione è delicata. Se fosse solo in gioco la collaborazione dell’istituto Paul Ehrlich, la questione sarebbe facilmente risolvibile, giacché si tratta di un centro di ricerca statale e il governo tedesco avrebbe sempre l’opzione di veto. Ma la CureVac è un’azienda privata e il divieto di una sua vendita può essere adottato solo a condizioni ben precise, spiega la Welt am Sonntag. Per questo l’esecutivo berlinese sta provando un’altra strada: la trattativa diretta con l’azienda. In questo consisterebbero i continui contatti: la Germania sta provando a trattenere l’azienda a Tubinga con proposte di natura finanziaria. Insomma, il braccio di ferro è economico. Secondo il quotidiano di Berlino, fino a venerdì scorso non era stato raggiunto alcun accordo fra le parti, mentre la CureVac ha rifiutato di rilasciare una dichiarazione.

In ambienti governativi circolano però anche altre ipotesi, come quella di associare l’ipotesi della vendita di un’azienda che produce medicinali fondamentali per la vita a un rischio per la sicurezza nazionale, facendo scattare così l’attivazione del paragrafo 6 del Codice delle frontiere di Schengen e impedire la vendita della CureVac o l’emigrazione degli scienziati.

Provvedimenti che possono essere adottati nel caso si individui un pericolo per la sicurezza nazionale. Sono tanti i ricercatori (e gli istituti) impegnati nello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus, ma l’aumento dei contagi in Europa e in Germania dovrebbe accrescere la pressione sul governo tedesco a tentare di tenere in casa la CureVac e le sue ricerche, conclude la Welt am Sonntag. E la prima reazione politica raccolta dalla Bild conferma questa impressione. Per il vice capogruppo dell’Spd Bernd Westpahl, il governo tedesco deve fare di tutto per impedire la vendita dell’azienda di Tubinga agli Usa, anche ricorrendo a soldi pubblici: “È in gioco un interesse tedesco ed europeo”.

Aggiornamento: CHI E COME HA STOPPATO TRUMP

Back To Top