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Sperimentazioni Umane

A che punto siamo con il vaccino anti Covid-19? Fatti, aziende e scenari

Da Moderna e Migal, dal Centro di ricerca Irbm a Sanofi: chi sta lavorando al vaccino contro il Coronavirus Covid-19 e a che punto siamo

La corsa al vaccino contro il Coronavirus è iniziata da diverse settimane, con decine di laboratori, pubblici e privati, a lavoro. Sul web, in questi giorni, si sono rincorsi annunci, indiscrezioni e mezze fake news.

L’unica certezza, per ora, è che non c’è una cura e non c’è un vaccino contro Covid-19. E che i tempi per la messa in commercio di un eventuale antidoto non sono brevi. Tutti i dettagli.

LA FOTO CHE MIGAL RESEARCH INSTITUTE DI ISRAELE

Partiamo dalle ultime notizie. Nei giorni scorsi è circolata in rete una foto di un flaconcino con la scritta “vaccinio per Coronavirus”, associata al Migal Research Institute di Israele, un’organizzazione di ricerca applicata specializzata nei settori della biotecnologia, delle scienze ambientali e dell’agricoltura, fondata nel 1979 nella città di Kiryat Shmona.

La foto, però, è fuorviante. L’istituto israeliano, infatti, non ha scoperto alcun vaccino contro Covid-19, anche se con nuovi e approfonditi studi potrebbe aver trovato una scorciatoia per creare l’antidoto.

COSA HA FATTO IL MIGAL RESEARCH INSTITUTE DI ISRAELE

L’istituto Migal, a febbraio, aveva rilasciato un comunicato stampa in cui diceva che i suoi scienziati sono all’opera per lo sviluppare del vaccino contro Covid-19. Ma, al momento, la società ha solo sviluppato un vaccino contro il virus della bronchite infettiva, un ceppo di Coronavirus che colpisce il pollame. L’antidoto, se studiato ed adattato, potrebbe rivelarsi efficace anche per il Coronavirus umani.

LE DICHIARAZIONI DELL’ISTITUTO

“Il Coronavirus del pollame ha un’elevata somiglianza genetica con il Covid-19 umano e utilizza lo stesso meccanismo di infezione, un fatto che aumenta la probabilità di ottenere un vaccino umano efficace in un periodo di tempo più breve”, ha spiegato l’azienda.

“Il nostro obiettivo è produrre il vaccino nelle successive 8-10 settimane e ottenere l’approvazione della sicurezza in 90 giorni. Sarà un vaccino orale, che lo renderà particolarmente accessibile al grande pubblico”, ha detto il ceo David Zigdon.

L’AMERICANA MODERNA VICINA AL VACCINO?

Ad aver sviluppato un vaccino contro Covid-19, come ha annunciato a fine febbraio, è invece la startup biotech del Massachusetts, Moderna. Il Il vaccino, come si legge nel comunicato dell’azienda, si chiama mRna-1273. Un campione del composto è stato inviato all’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (Niaid), per avviare la fase 1 della sperimentazione clinica sulle persone.

La principale componente del vaccino, prodotto in soli 25 giorni, è il complesso proteico S (proteina virale Spike S), come i vaccini codificati contro i Coronavirus responsabili della sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e della sindrome respiratoria acuta grave (SARS).Gli studi clinici, anche se tutto dovesse andare bene, non inizieranno prima di maggio (qui i dettagli).

CHI FINANZIA IL LAVORO DI MODERNA

A finanziare la ricerca sul vaccino contro il coronavirus di Moderna è la Cepi, una partnership pubblico-privata che utilizza fondi forniti da governi e fondazioni per finanziare la ricerca di soluzioni contro malattie che potrebbero causare epidemie su larga scala (qui i dettagli).

L’organizzazione è nata in seguito ai casi di Ebola in Africa occidentale: è stata fondata a Davos dai governi di Norvegia e India, Bill & Melinda Gates Foundation, Wellcome Trust e World Economic Forum.

Il denaro per la ricerca (vanta un budget di 630 milioni di dollari) arriva dai governi di Norvegia, Germania, Belgio, Giappone, Australia e Canada, ma anche dal bilancio dell’Unione Europea (che ha finanziato con 200 milioni di euro i suoi progetti) nonché da quelli della Bill & Melinda Gates Foundation e di Wellcome.

LA SPERANZA ITALIANA

Anche l’Italia prova a fare la sua parte. Il Centro di ricerca Irbm alle porte di Roma, dove lavorano 250 scienziati in laboratori distribuiti, ha avviato una collaborazione con l’istituto Jenner dell’Università di Oxford.

“Stiamo lavorando in partnership con l’istituto Jenner dell’Università di Oxford ed a luglio il vaccino sarà pronto. Inizieremo a sperimentarlo a giugno sui topi e subito dopo sull’uomo”, ha affermato al Corriere della Sera, Piero Di Lorenzo, amministratore e proprietario della società italiana che ha acquistato Irbm nel 2014.

“È stata determinante la collaborazione con l’Università di Oxford che ha messo a punto il vaccino per la Mers in sperimentazione sull’uomo in Arabia Saudita e ha un’expertise importante sul Coronavirus. Da parte nostra, invece, contano gli studi sugli Adinovirus che hanno portato alla creazione del farmaco anti Ebola. La combinazione di queste due competenze ci sta portando alla realizzazione del vaccino anti Covid 19″, ha aggiunto Di Lorenzo.

ANCHE SANOFI A LAVORO

A lavoro per il vaccino c’è anche Sanofi che sta collaborando con la Biomedical Advanced Research and Development Authority, una sorta di darpa biomedica, per lo sviluppo del vaccino a partire da quello sviluppato per la Sars.

L’azienda farmaceutica, come scrive The New Yorker, ha anche partecipato all’incontro con Donald Trump per fare il punto sulla ricerca e gli studi in materia.

Per John Shiver, responsabile globale della ricerca e sviluppo di vaccini presso la multinazionale farmaceutica Sanofi, in questi giorni si sta creando confusione intorno all’argomento: avviare “i test umani” non significa “avere il prodotto”, ha spigato Shiver, aggiungendo che “ci sono stati alcuni candidati vaccinali storici che potrebbero effettivamente contrastare la malattia”.

SERVE TEMPO

“È difficile, anche in caso di emergenza, che un vaccino possa essere completamente pronto per il commercio in un anno e mezzo”, ha detto Shiver.

20 VACCINI PER CORONAVIRUS?

Alla riunione con Trump e a lavoro per il vaccino contro Covid-19 ci sono anche Pfizer e Johnson & Johnson. In realtà, come scrive l’Organizzazione mondiale della sanità, sono più di 20 i potenziali vaccini a cui si sta lavorando.

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