skip to Main Content

Gedi

Exor: Repubblica e Stampa fanno arrossire i conti di Gedi

Ecco tutti i conti in rosso del gruppo Gedi che pubblica i quotidiani Repubblica e Stampa secondo la relazione semestrale della controllante Exor.

 

Ottimi numeri per Exor nel primo semestre dell’anno. Peccato non si possa dire altrettanto per Gedi, controllata della holding della famiglia Agnelli con sede in Olanda. Il gruppo editoriale presieduto da John Elkann, che ha in la Repubblica e La Stampa i suoi prodotti di punta, ha infatti visto aumentare le perdite e i debiti finanziari.

I CONTI DEL PRIMO SEMESTRE 2023 DI GEDI

Secondo quanto si può rintracciare nella relazione sui conti del primo semestre di Exor – che possiede l’89,62% del capitale -, nel periodo gennaio-giugno dell’anno in corso i ricavi complessivi di Gedi sono rimasti stabili (237 milioni rispetto ai 238 milioni dello stesso periodo del 2022) ma a far scattare l’allarme è il rosso di 37 milioni a fronte dei -22 milioni di metà 2022. Dunque la perdita – che impatta per 32 milioni sui conti di Exor – è cresciuta del 68%.

Occorre aggiungere che al 30 giugno scorso risultava un discreto aumento anche per quanto riguarda l’indebitamento finanziario lordo, giunto a 255 milioni, e quello netto a 245 milioni (bisogna infatti togliere i 10 milioni di disponibilità liquide o equivalenti). Sei mesi prima, invece, l’indebitamento finanziario lordo era di 209 milioni da cui, detratti i 18 milioni di liquidità, si arrivava a un indebitamento finanziario netto di 191 milioni.

Ricorda Il Sole 24 Ore che una parte dei debiti di Gedi sono finanziamenti concessi dalla controllante Exor. Nella semestrale della holding olandese viene infatti precisato che i debiti finanziari lordi del gruppo editoriale, al netto dei debiti infragruppo verso Exor, al 30 giugno scorso erano pari a 110 milioni, in crescita rispetto ai 102 milioni al 31 dicembre 2022. In totale, i debiti finanziari netti sono superiori al patrimonio netto di Gedi, che al 30 giugno scorso era pari a 157 milioni, in calo rispetto ai 194 milioni di fine 2022 in conseguenza delle perdite del semestre. Secondo gli analisti, in genere la struttura patrimoniale di una società è equilibrata se i debiti finanziari non superano il patrimonio netto. Va ricordato che al 30 giugno 2023 l’attivo totale di Gedi era di 840 milioni, anche questo in flessione a fronte dei 937 milioni di fine dicembre.

Come dicevamo, di segno opposto i numeri di Exor che ha chiuso il primo semestre con un utile consolidato di 2,157 miliardi (a fronte di 0,265 miliardi dello stesso periodo del 2022) e un valore netto degli attivi a quota 34,2 miliardi dai 28,2 miliardi del 31 dicembre 2022.

GLI ULTIMI DATI SULLE VENDITE DI REPUBBLICA E STAMPA

Secondo gli ultimi dati Ads disponibili (luglio 2023) relativi alla diffusione dei quotidiani, i due giornali di punta del gruppo Gedi hanno fatto registrare un importante calo con Repubblica a 101.172 copie (-15%) e Stampa a 72.870 copie (-12%).

Bisogna evidenziare che si tratta di un dato diverso rispetto a quello della generica diffusione in quanto si ottiene sottraendo il numero delle copie distribuite gratuitamente oppure a un prezzo scontato oltre il 70% e quelle acquistate da terzi ossia aziende, istituzioni, alberghi. Per quanto riguarda invece i soli abbonamenti digitali, per Repubblica siamo a quota 25.873 e per Stampa a quota 8.603. Il primo in classifica, Corriere della Sera, ne ha 43.325.

LE ULTIME DISMISSIONI DEL GRUPPO GEDI

Negli ultimi mesi, peraltro, Gedi ha venduto alcuni “pezzi” del gruppo, ovvero i quotidiani il Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia (unica testata digitale).

L’operazione è stata portata a termine da una cordata che ha coinvolto diversi nomi dell’imprenditoria veneta: Alessandro Banzato (Acciaierie Venete), Enrico Carraro (Gruppo Carraro), Federico De’ Stefani (Sit Group), le famiglie Nalini (Gruppo Carel) e Zanatta (Tecnica Group), Videomedia (società attiva nel campo televisivo con TvA e TeleChiara). Banca Finint è stata promotore e sottoscrittore diretto per conto di una newco costituita appositamente.

A novembre ci sarà il debutto della nuova società editrice (presidente Enrico Marchi, presidente di Banca Finint); nel frattempo il board ha nominato Giuseppe Cerbone amministratore delegato (ex ad dell’Ansa e del gruppo Sole 24 Ore) e il giornalista e scrittore Paolo Possamai direttore editoriale.

Back To Top