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Marchi

Chi sono finanzieri e industriali veneti che compreranno i giornali veneti del gruppo Gedi

Ecco gli imprenditori veneti che vogliono comprare le testate venete dal gruppo Gedi (Repubblica e Stampa) capeggiati da Enrico Marchi della Banca Finint

 

Sette testate del gruppo Gedi – sei di carta e una digitale – stanno per passare dalle mani di Exor, proprietaria di Gedi, a quelle di una cordata di imprenditori veneti capeggiati da Banca Finint presieduta da Enrico Marchi (nella foto).

I SETTE QUOTIDIANI VENETI DI GEDI IN VENDITA

I sette quotidiani in vendita sono: il Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia. In totale la tiratura arriva a 70mila copie, così suddivise:

  • “Il Piccolo” di Trieste, la cui direttrice è Roberta Giani, diffonde circa 14mila copie;
  • “il Messaggero Veneto” di Udine, diretto da Paolo Mosanghini, tira circa 28mila copie;
  • “il Mattino di Padova”, 12mila copie, “la Tribuna di Treviso”, 7mila copie, “la Nuova di Venezia e Mestre”, 5.000 copie e “il Corriere delle Alpi”, 4.000 copie, sono diretti da Fabrizio Brancoli.

L’unica testata digitale è “Nordest Economia” è una testata digitale diretta anch’essa da Fabrizio Brancoli. In origine facevano parte del gruppo Caracciolo.

LA CORDATA DEI SETTE IMPRENDITORI

La cordata che ha presentato l’offerta coinvolge diversi nomi dell’imprenditoria veneta. Banca Finint è promotore e sottoscrittore diretto per conto di una Newco costituita appositamente per acquistare le sette testate venete. Della Newco, per ora, fanno parte Alessandro Banzato (Acciaierie Venete), Enrico Carraro (Gruppo Carraro), Federico De’ Stefani (Sit Group), le famiglie Nalini (Gruppo Carel) e Zanatta (Tecnica Group), Videomedia (società attiva nel campo televisivo con TvA e TeleChiara). Quest’ultima è controllata dagli industriali vicentini, presenti anche in Athesis, editrice sia del quotidiano vicentino che di quello veronese, nonché di Tele Arena.

UN ACCORDO DA 40 MILIONI DI EURO

L’accordo, condizionato al buon esito delle trattative, dovrebbe essere raggiunto entro il prossimo giugno per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 40 milioni di euro. “Sono particolarmente lieto di questa iniziativa concepita insieme a una compagine azionaria estremamente qualificata – dice Enrico Marchi, presidente di Banca Finint – Contiamo nelle prossime settimane di coinvolgere anche rappresentanti della miglior imprenditoria del Friuli Venezia Giulia. Le testate in questione sono un asset di straordinaria importanza per la comunità triveneta, cui ci proponiamo di dar voce sempre più estesa e autorevole anche sul piano nazionale, con un Gruppo improntato all’informazione multimediale”.

GEDI DAL GIGANTE EXOR AI SETTE IMPRENDITORI VENETI

Gedi, di proprietà del fondo Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli con un fatturato da circa 33 miliardi di euro, è il primo gruppo di informazione quotidiana in Italia, ha tra le sue testate La Repubblica e La Stampa, insieme a diverse radio come Radio Deejay, a Radio Capital e Radio m2o. Inoltre Gedi è anche, con OnePodcast Gedi, il principale principale produttore italiano di contenuti digitali audio.

LE PREOCCUPAZIONI DEI GIORNALISTI

Le sette testate occupano 66 redattori che già lo scorso febbraio avevano scioperato contro la prospettiva della vendita non solo delle testate locali ma anche di Repubblica e Stampa. “Le redazioni giornalistiche – si è affrettato ad aggiungere Marchi di Finint -, dunque, con competenze ed esperienze che costituiscono un unicum su scala Nordest, di questo progetto di sviluppo sono il fulcro fondamentale, da valorizzare e integrare nel lungo periodo. E le relazioni con le comunità dei diversi territori sono il massimo patrimonio da coltivare”. Di contro il sindacato giornalisti Veneto, in un comunicato ha annunciato che “per quanto di competenza, vigilerà al fianco dei cdr sulla cessione di ramo d’azienda con l’obiettivo di tutelare i livelli occupazionali, scongiurando soluzioni traumatiche sia per i dipendenti e per i collaboratori, e l’informazione locale quale irrinunciabile presidio per dare voce al territorio e alla sua gente”. Il sindacato, oltra a esprimere perplessità e preoccupazione, si dice disponibile a incontrare i soci della nuova cordata. “I Comitati di redazione sono pronti fin da ora a incontrare il presidente di Banca Finint Enrico Marchi, per ascoltare le intenzioni della cordata da lui rappresentata e auspicano che questo passaggio possa avvenire il prima possibile – si legge nel comunicato -. Resta forte la perplessità per l’approccio editoriale del gruppo Gedi, che dopo aver negato ogni volontà di cessione a dicembre, ha repentinamente mutato i propri piani e che ora ufficializza l’entrata nel vivo della cessione”.

IL RUOLO DEL PRESIDENTE DEL VENETO LUCA ZAIA

Nell’affare un ruolo lo ha svolto anche il presidente del Veneto Luca Zaia. Quando i giornalisti scioperarono a metà febbraio, il presidente leghista disse: “È necessario che i protagonisti coinvolti compiano ogni sforzo per evitare il rischio che queste storiche testate del gruppo possano andare incontro ad un ridimensionamento del proprio ruolo”. E, lo scorso 27 febbraio, fu lui a confermare ai comitati di redazione l’esistenza della trattativa. “Marchi mi ha chiesto un incontro tre settimane fa e mi ha informato che c’era l’interesse da parte di un gruppo di imprenditori veneti e friulani di acquistare le testate Gedi – aveva detto -. I nomi che mi ha fatto sono di aziende affidabili. Sinceramente non pensavo che la trattativa fosse così avanzata. Da presidente della Regione non tifo per nessuno, ma auspico un esito positivo che dia una prospettiva solida dal punto di vista occupazionale e della continuità editoriale per garantire la copertura informativa della nostra realtà”.

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