La presidenza del Consiglio, attraverso un provvedimento del 31 ottobre scorso ma reso noto ieri, ha messo sotto osservazione la compagnia chimica cinese Sinochem/Cnrc per una possibile violazione del golden power su Pirelli del giugno 2023.
CHI CONTROLLA PIRELLI
Sinochem/Cnrc è il maggiore azionista della società di pneumatici guidata da Marco Tronchetti Provera (nella foto), con una quota del 37 per cento. Tronchetti Provera, attraverso la holding Camfin, possiede il 25,7 per cento.
COSA SAPPIAMO DEL PROVVEDIMENTO GOVERNATIVO
Il provvedimento governativo riguarda nello specifico “la potenziale violazione della prescrizione di garantire l’assenza di collegamenti organizzativi-funzionali tra Pirelli da una parte e Cnrc dall’altra”. L’esame si concluderà in centoventi giorni, cioè agli inizi di marzo. Sinochem/Cnrc ha detto “di ritenere di aver sempre rispettato le prescrizioni”.
Il 15 giugno dell’anno scorso il governo ha deciso di esercitare il golden power su Pirelli per tutelare sia alcune tecnologie considerate critiche (i sensori Cyber impiantabili negli pneumatici per comunicare con i sistemi di bordo del veicolo) sia l’autonomia dell’azienda, visto che il patto parasociale del maggio 2023 assegnava maggiori poteri a Sinochem (e indirettamente al Partito comunista cinese).
Tra le prescrizioni, Palazzo Chigi aveva imposto a Sinochem di impegnarsi a far sì che l’amministratore delegato di Pirelli venga indicato da Camfin (la holding di Tronchetti Provera, azionista di minoranza) e che quattro dei dodici amministratori della società vengano designati sempre da Camfin.
Il governo, adesso, vuole verificare la compatibilità con le prescrizioni del golden power della presenza, nel consiglio di amministrazione di Pirelli, di alcuni consiglieri espressi dai soci cinesi che ricoprirebbero anche ruoli dirigenziali in Cnrc e in Sinochem. Il procedimento, infatti, “riguarda la potenziale violazione della prescrizione di garantire l’assenza di collegamenti organizzativi-funzionali tra Pirelli da una parte e Cnrc dall’altra”.
LA SITUAZIONE IN PIRELLI DOPO L’USCITA DI BREMBO
La notizia del provvedimento governativo è arrivata circa un mese dopo la decisione di Brembo, azienda lombarda di impianti frenanti, di cedere la sua quota del 5,58 per cento di Pirelli. La mossa ha sia fatto svanire l’idea di una fusione tra le due società in un unico grande gruppo italiano della componentistica automotive, sia spinto Camfin ad accrescere la sua quota di Pirelli fino a raggiungere – eventualmente – il 29,9 per cento. Attualmente, come detto, è al 25,7 per cento.