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Ecco come il governo si sveglia sulla rete Tim

Tim frizzante in Borsa dopo lo scenario aperto dal governo su un'operazione di sistema per la rete, mentre le associazioni dei manager contestano le manovre di Vivendi (evidentemente l'azione dell'advisor Ruvinetti non è stata efficace finora). Fatti, numeri e approfondimenti

Borsa frizzante per Tim anche perché il governo (seppure con ministri su posizioni diverse, almeno in pubblico) sussurra un’operazione sistemica per la rete di Tim, mentre l’azionista Vivendi produce solo confusione e fibrillazioni (tanto che viene criticato dalle associazioni dei dirigenti italiani).

Ecco le ultime novità che riguardano Tim.

CHE COSA SUCCEDE A TIM IN BORSA

Il titolo Tim ha chiuso con un più 8% recuperando un po’ del terreno perso durante la settimana. Perché? Il fatto che il cda di Tim di fatto non ha chiuso del tutto le porte a Kkr e Cdp-Macquarie – come invece chiedeva Vivendi – viene letto positivamente dalla Borsa, e gli analisti di Equita credono che “la cessione di NetCo sulla base di un’offerta migliorativa potrebbe fornire spazio di upside” rispetto agli attuali valori del titolo e “una significativa riduzione del debito”.

Insomma, il titolo risale sulle prospettive di un miglioramento delle offerte per la rete e sulla possibilità che il Mef supporti una proposta congiunta di Cdp e Kkr.

I REPORT DEGLI ANALISTI SU RETE E TIM

“L’esito della riunione consiliare è stato un passo avanti nel processo e in linea con l’aspettativa – commenta Intermonte, che appoggia la decisione del cda – . Riteniamo che il consiglio abbia preso la decisione più opportuna nel interesse di tutti gli investitori, cercando di prendere tempo chiedendo a entrambi gli offerenti di migliorare le loro offerte”.

VERSO UN’OPERAZIONE DI SISTEMA PER LA RETE DI TIM

“La nostra speranza è che gli offerenti scelgano di lavorare su un’offerta congiunta, che eliminerebbe il rischio di veti reciproci e garantirebbe una maggiore potenza di fuoco per eventuali ulteriori escursioni”, aggiungono e non vedono “alternative alla dismissione della rete per poter ridurre il debito”. Anche gli analisti credono che il governo dovrebbe prendere una posizione sulla questione, “una mossa che a nostro avviso deve arrivare nelle prossime settimane”

In effetti il governo vede in maniera positiva un’opera sistemica in cui siano presenti più soggetti, a partire da Cassa depositi e prestiti (controllata dal Mef e partecipata dalle fondazioni bancarie). L’ipotesi di un’offerta congiunta Cdp-Macquarie con Kkr ha il sostegno del Mef: è quello che fa trapelare il Tesoro alle agenzie stampa. Il ministero dell’Economia sarebbe anche disponibile a coinvolgere F2i (nell’azionariato ci sono banche, fondazioni, istituzioni pubbliche e casse di previdenza).

L’ATARASSIA DI URSO RISPETTO ALL’ATTIVISMO DI GIORGETTI (MEF)

Ma non tutti sono al corrente della posizione del Mef. “Il governo non interviene quando è in corso un’operazione privata che riguarda offerte anche di operatori internazionali. Credo che questo sia saggio”, aveva detto in mattinata il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, all’evento Annual Meeting Advisory Board Investitori Esteri, a Roma, rispondendo sulla vicenda Rete Tim, il giorno dopo il cda del colosso delle tlc e dopo la decisione del board che ha creato attesa per un nuovo rilancio per la Netco.

FEDERMANAGER PRO LABRIOLA E ANTI VIVENDI

Anche i dirigenti industriali sono sul chi vive. Federmanager richiama il governo a intervenire sul dossier della rete Tim e va in sostegno dell’ad Pietro Labriola.

“La situazione di stallo che si è creata espone l’azienda a manovre speculative; la preoccupazione principale è quella di evitare uno scontro tra azionisti che può solo danneggiare la società. Pertanto, auspichiamo che il Governo faccia sentire la propria voce tutelando il valore di un asset strategico nazionale”, commenta Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager dopo il cda che ha dato un altro mese di tempo per migliorare le offerte arrivate da Kkr e Cdp-Macquarie.

“Bisogna vigilare attentamente sulla situazione, anche per salvaguardare occupazione e infrastrutture strategiche” sostiene Cuzzilla, sottolineando che “in un settore ad elevata competizione, con un contesto economico critico il management del gruppo sta raggiungendo gli obiettivi attesi, conseguendo i target economico-finanziari fissati dal piano industriale, per cui occorre garantire stabilità alla governance e continuità gestionale”.

ALTRI DIRIGENTI PRO LABRIOLA

Anche NoiD, un’associazione di donne delle aziende del gruppo Tim che su LinkedIn ha oltre 1.900 follower, prendendo spunto dalle indiscrezioni di stampa sul malcontento di Vivendi e l’ipotesi di un cambio ai vertici, ribadisce il sostegno all’ad. “Riteniamo necessaria per Tim una governance stabile sia per recuperare fiducia da parte dei mercati e dall’opinione pubblica, sia per migliorare le performance del business e portare avanti operazioni ordinarie e straordinarie. Questo sia nell’interesse di tutte le persone di TIM, sia di tutti gli azionisti e del ruolo dell’azienda nello sviluppo del Paese” commenta l’associazione sui social.

Evidentemente, finora, non risulta efficace l’azione pro francesi del nuovo consigliere di Vivendi in Italia, ossia Daniele Ruvinetti.

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