Skip to content

ipo Golden Goose

Golden Goose affossa il lusso in Borsa

Golden Goose rinvia l'Ipo e fa scivolare in Borsa Brunello Cucinelli che si posiziona in coda al listino. Ma il è settore del lusso in generale a soffrire a Piazza Affari. Fatti, numeri e previsioni

 

Sembrava fatta e, invece, salta – forse per ora, forse per sempre – la quotazione in Borsa del brand italiano di abbigliamento Golden Goose. Il prezzo finale dell’offerta avrebbe dovuto essere pubblicato oggi, il 19 giugno, ma ieri la società ha deciso di rinviare, probabilmente al prossimo anno, il debutto all’Euronext Milan.

A pesare sarebbero varie cause, tra cui l’affanno del settore del lusso a Piazza Affari, dove la mossa di Golden Goose ha provocato conseguenze anche su altri titoli, con Brunello Cucinelli che si posiziona in coda al listino con un ribasso dell’1,1%.

COSA AVREBBE PREVISTO L’IPO DI GOLDEN GOOSE

L’Ipo della società nota per le sue sneakers di lusso sarebbe consistita in un collocamento riservato a investitori istituzionali di azioni di nuova emissione della società derivanti da un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione e azioni esistenti offerte in vendita dall’attuale azionista unico Astrum. In particolare, Astrum – controllato dal fondo Permira – avrebbe ceduto circa 43,62 milioni di azioni al prezzo massimo e 42,95 milioni a quello minimo, a cui si sarebbe aggiunta l’emissione di nuove azioni da parte di Golden Goose per un controvalore di 100 milioni di euro.

Astrum, inoltre, avrebbe concesso a JP Morgan, in qualità di stabilization manager, un’opzione di Over-allotment fino al 15% del numero totale di azioni in offerta. Senza questa opzione, complessivamente sul mercato sarebbe finito il 30% del capitale del gruppo.

Infine, nell’ambito dell’Ipo, i fondi di Invesco, in qualità di “cornerstone investor”, si erano impegnati ad acquistare azioni al prezzo finale, subordinatamente a determinate condizioni sospensive, per un importo di 100 milioni di euro.

“I proventi della quotazione – scrive Il Sole 24 Ore – sarebbero dovuti servire, come già indicato dai vertici di Golden Goose e di Permira, soprattutto a ridurre il debito”.

IL RINVIO (INASPETTATO E DEFINITIVO?)

La Borsa, prosegue il quotidiano economico, “rappresentava una destinazione naturale, dopo diversi anni sotto la proprietà dei private equity, con l’alternanza tra i fondi internazionali Carlyle e Permira. Si trattava anche di un passaggio necessario per consentire all’azienda, nata nel 2000, di puntare verso i prossimi traguardi di bilancio. L’obiettivo infatti è di arrivare al tetto di 1 miliardo di ricavi nel 2029 dai 587 milioni registrati nel 2023, questi ultimi in aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con un Ebitda adjusted di 200 milioni di euro (+19% su anno)”.

Arriva quindi un po’ come un fulmine a ciel sereno la scelta di rinviare la quotazione. Era infatti già previsto per il 21 giugno il primo giorno di negoziazione e la società guidata da Silvio Campara aveva annunciato di aver individuato un intervallo di prezzo per le sue azioni ordinarie tra 9,50 e 10,50 euro, che sarebbero corrisposte a una capitalizzazione di mercato compresa tra gli 1,69 e gli 1,86 miliardi di euro.

Il debutto in Borsa di Golden Goose, osserva Il Sole, “doveva essere la maggiore offerta pubblica iniziale a Milano dall’anno scorso, quando si è quotata Lottomatica”. Ora, però, il progetto è rinviato probabilmente al prossimo anno anche se “c’è chi pensa che saranno archiviati definitivamente nel caso ai private equity azionisti dovesse arrivare sul tavolo nei prossimi mesi un’offerta da parte di un possibile compratore. Un’ipotesi che, a questo punto, non è da scartare”.

Dal canto suo, la società ha riferito che “un’Ipo per Golden Goose sarà rivalutata a tempo debito”.

RAGIONI…

Tra le motivazioni che hanno spinto l’azienda nata a Marghera a sospendere l’Ipo ci sarebbero le tensioni che serpeggiano tra le Borse, italiana ed europee, soprattutto per quanto riguarda i marchi del lusso. Come scrive Il Sole, va ricordato che “il contesto internazionale rimane complesso e in più la domanda di beni di lusso, dopo il boom post pandemia, va verso un periodo di normalizzazione”. In particolare, una nota diffusa da Golden Goose parla di un “significativo deterioramento delle condizioni di mercato in seguito alle elezioni del Parlamento europeo di questo mese e alla convocazione delle elezioni politiche in Francia” che hanno influito negativamente sulle performance dei mercati europei “e, in particolare, sul settore del lusso”.

Si fa sentire poi anche la frenata dei titoli del lusso in generale, osserva il quotidiano economico, aggiungendo che, a conferma di quanto detto, proprio ieri c’è stato “un segnale negativo proveniente da un big del settore come Moncler, che rappresenta un ‘comparable’, cioè un termine di confronto di Golden Goose”. L’azienda di origini francesi è infatti finita in coda al listino, trascinata al ribasso dalla decisione degli analisti Oddo Bhf di ridurre il prezzo obiettivo sul titolo da 69 a 65 euro.

…CONSEGUENZE E PROSPETTIVE

Mentre oggi Moncler torna ad attestarsi sulla parità, riferisce Radiocor, sul Ftse Mib, Brunello Cucinelli si posiziona in coda al listino con un ribasso dell’1,1%, a causa del forfait di Golden Goose.

Per quanto riguarda le prospettive del settore, Altagamma ha reso noto che nel primo trimestre del 2024 si è registrato un lieve calo per i beni di lusso personali, tra -1% e -3% a tassi correnti, ma ha specificato che si prevede per l’intero anno una crescita modesta fino al 4% o al 6% nello scenario più ottimistico che potrebbe verificarsi grazie alla ripresa dei flussi turistici, a un miglioramento del mercato degli Stati Uniti nel secondo semestre e alla normalizzazione della Cina, dove si starebbe diffondendo una sorta di pudore a esibire l’acquisto di prodotti di lusso.

“Lo scenario di Altagamma – commentano gli analisti di Intermonte – è coerente con il quadro delle previsioni fatte a novembre 2023. Il mercato si conferma molto polarizzato, tra winners e losers. Il posizionamento nell’altissimo di gamma continua a essere un fattore positivo così come l’aver implementato rialzi prezzi non eccessivi. L’attenzione degli investitori è volta a capire se l’attesa ripresa degli Usa nel secondo semestre sia ipotesi concreta”.

Torna su