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Habeck

La Germania scavalca di nuovo l’Ue e offre sussidi alle industrie pesanti

Il ministro dell'Economia della Germania ha preparato un piano di sussidi alle industrie pesanti che riducono le emissioni. Dopo lo "scudo" contro i prezzi del gas, Berlino scavalca di nuovo l'Ue

 

La Germania ha intenzione di fornire dei sussidi dalla durata di quindici anni a quelle industrie energivore (quelle che consumano grandi quantità di energia, principalmente fossile, come la chimica e la siderurgia) che ridurranno le emissioni di carbonio nei loro processi produttivi.

IL PIANO DEL MINISTRO HABECK

Il piano è contenuto in un documento del ministero dell’Economia, guidato da Robert Habeck. Benché debba ancora essere discusso con gli altri ministeri, prevede la possibilità, per tutte quelle aziende che dimostrano di stare riducendo le emissioni legate alla produzione, di beneficiare di investimenti iniziali e di finanziamenti annui.

INCENTIVARE IL PASSAGGIO DAI FOSSILI ALL’IDROGENO

Il nome del meccanismo è carbon contracts for difference, scrive Reuters che ha visionato il documento, ossia contratti per differenza del carbonio. E ha l’obiettivo di stimolare il passaggio dai combustibili fossili tipicamente utilizzati dall’industria pesante, come il gas naturale e il carbone, a combustibili puliti come l’idrogeno, di più facile impiego in tutti quei settori difficili da elettrificare.

PRIORITÀ ALLE AZIENDE PIÙ VIRTUOSE

Il piano specifica che i fondi verranno garantiti a quelle aziende che richiederanno l’importo più basso di assistenza finanziaria esibendo i maggiori risparmi emissivi e i minori consumi di energia.

COME LA GERMANIA RIENTRERÀ DEI SUSSIDI

Lo stato tedesco potrà rientrare delle spese per i sussidi grazie alle cifre versate nelle casse pubbliche dalle società più inquinanti, che non introducono programmi di riduzione delle emissioni e che saranno tenute a pagare quote di carbonio sempre più costose.

Nel documento firmato da Habeck si legge che “i contratti di protezione climatica”, ovvero i sussidi alle industrie pesanti più verdi, “non porteranno solo a una riduzione delle emissioni”, ma “forniranno un incentivo per lo sviluppo e l’implementazione da subito in Germania delle tecnologie e delle infrastrutture necessarie”.

LA QUESTIONE BIDEN

Di recente proprio Habeck ha detto che l’Unione europea dovrebbe dottare un piano di sostegni finanziari alle imprese per riequilibrare le condizioni competitive con gli Stati Uniti: l’Inflation Reduction Act, una delle leggi più importanti firmate finora dal presidente Joe Biden, prevede infatti sussidi generosi per tutta una serie di filiere strategiche per le transizioni energetica e digitale, come quella della mobilità elettrica.

Il timore di Habeck – la Francia di Emmanuel Macron ha una visione molto più negativa, di deindustrializzazione – teme che la minore competitività rispetto all’America possa privare l’Europa della nuova fase di innovazione tecnologica.

Habeck aveva anche detto di pensare che i sussidi all’industria non debbano essere nazionali ma europei, e proponeva l’utilizzo delle risorse contenute nel piano RePowerEU, volto ad accelerare il distacco energetico dalla Russia e la transizione alle fonti pulite. Tuttavia, il ministro tedesco – intervistato dal Corriere della Sera – precisò di non escludere la possibilità, per i singoli stati membri dell’Unione, di “versa[re] sussidi nel quadro delle regole europee”.

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