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Nft Gamestop Scommessa

Gamestop sempre più vicina allo stop?

La nota catena di vendita di videogiochi convive da diversi anni con lo spauracchio di essere la BlockBuster degli anni Duemila. Un timore che sembra farsi sempre più concreto, almeno per gli analisti. E in Borsa si scatena il fuggi-fuggi da Gamestop

Prosegue tra alterne e sempre più flebili fortune il percorso di cura della catena di rivendita di videogiochi e accessori per il gaming Gamestop, da anni in tribolazioni economiche causate prima dalla pandemia e successivamente dalla concorrenza dell’e-commerce e degli store proprietari delle varie software house che vendono copie digitali dei titoli in commercio (per questo motivo la catena si è rifiutata di vendere l’edizione di PlayStation 5 priva di lettore ottico e compatibile esclusivamente coi videogame scaricabili).

TUTTI GLI AVVERSARI (VIRTUALI) DI GAMESTOP

Nella sua lenta camminata per riassestare i conti rientra la decisione di serrare una volta per tutte il marketplace degli Nft, resa effettiva lo scorso 2 febbraio. Ma non è stato sufficiente a interpretare un mondo, quello dei videogame, in costante mutamento anche nei metodi di acquisto dei titoli.

Gli store digitali non fanno solo una concorrenza spietata per i videogiochi al ‘day one’ ma effettuano nel corso dell’anno una serie di offerte e scontistiche con cui è difficile rivaleggiare. E poi naturalmente ci sono gli e-commerce, dalla creatura di Jeff Bezos in giù, che vendono console e copie fisiche garantendo massima puntualità nella ricezione.

QUEI NUMERI CHE SPAVENTANO GLI AZIONISTI

L’utile per azione del quarto trimestre si è attestato a 22 cent (ben distante dal massimo annuale di 27,87), mancando per sei centesimi le stime di Wall Street, che fissavano un EPS di almeno 28 cent.  A preoccupare gli investitori il fatto che le vendite siano risultate più deboli anche durante il periodo delle festività, da sempre considerato positivo nel comparto dell’intrattenimento.

Invece né il Thanksgiving americano né il Natale sono bastate a rimettere in carreggiata i conti del gruppo, con vendite che hanno registrato un calo del 24% nel trimestre, trascinate a fondo soprattutto dal calo del 30% registrato dal business software che pesa per circa un quarto sul fatturato complessivo. Il fatturato si è attestato a 1,79 miliardi di dollari, ben al di sotto dei 2,07 miliardi del consensus, con un calo del 19% rispetto a un anno prima.

Numeri che, letti in filigrana con le analisi e le voci di corridoio raccolte da Reuters, secondo cui la situazione per Gamestop sarebbe ormai insostenibile e prossima al fallimento, hanno provocato un immediato fuggi fuggi borsistico che ha portato le azioni Gamestop a una perdita del 15% e picchi del 17 al Nyse, che si somma a quelle registrate ieri nella sessione after hours.

NUOVI LICENZIAMENTI IN VISTA?

Secondo indiscrezioni di stampa, nella riunione dei vertici di 48 ore fa, più simile a un consiglio di guerra, sarebbero state prese decisioni drastiche, tra cui una inevitabile e immediata nuova tornata di licenziamenti.

Partenza insomma tutta in salita – e non poteva essere altrimenti – per Ryan Cohen, nominato a fine settembre presidente e amministratore delegato, con effetto immediato (senza ottenere alcun compenso per le cariche) dopo che, tre mesi prima, il CdA di GameStop aveva licenziato (provocando un tonfo del titolo del 20%) Matthew Furlong.

La catena convive ormai da diversi anni col terrore di essere la nuova BlockBuster degli anni Duemila. E le dichiarazioni di un numero crescente di analisti sembrano dipingerla proprio come tale. “Un costante aumento di vendite in digitale sta danneggiando il mercato retail e comincia a non esserci assolutamente alcuna ragione, per un consumatore, nell’andare in un negozio fisico rispetto all’acquisto sugli store digitali”, ha commentato Michael Pachter, analista di mercato di Wedbush Securities.

“Sospetto che vorranno continuare a tagliare i costi per cercare di raggiungere un pareggio di bilancio o anche qualcosa di più”, ha tagliato corto senza troppi giri di parole Pachter, analizzando i dati diffusi da GameStop. “Ma è inevitabile che le vendite siano destinate a calare fino a un livello insostenibile”.

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