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Fincantieri Egitto

Fremm Fincantieri all’Egitto, tutte le ultime novità

Via libera di Esteri e Difesa alla vendita delle Fremm di Fincantieri all'Egitto, ma la trattativa tra il gruppo guidato da Bono e l'Egitto sono ancora in corso. Tutti gli aggiornamenti sul dossier

Questione di prezzo? O il pacchetto delle commesse è più ampio, e interessa anche altri gruppi, e dunque tutti i tasselli delle operazioni devono ancora trovare la giusta sistemazione?

Sono le domande che analisti e addetti ai lavori si pongono dopo le parole odierne di Alberto Cutillo, direttore dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri, in audizione alla commissione Regeni. Ecco che cosa ha detto Cutillo.

LA VENDITA IN CORSO DELLE FREMM DI FINCANTIERI ALL’EGITTO

Per la vendita di due fregate Fremm all’Egitto, Fincantieri “ha ottenuto una autorizzazione alle trattative, ma non siamo ancora alla fase della autorizzazione alla esportazione in quanto Fincantieri non ha ancora presentato la richiesta in tal senso alla ‘Uama’: il che mi fa pensare che la trattativa sia ancora in corso”, ha detto Alberto Cutillo, direttore dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri, in audizione alla commissione Regeni.

NIENTE LIMITAZIONI O CONTROINDICAZIONI DI ESTERI E DIFESA

“Non sono emerse limitazioni o controindicazioni da parte di Esteri e Difesa sulla trattativa”, ha sottolineato il funzionario della Farnesina.

LE FASI PER L’ESPORTAZIONE

Cutillo ha spiegato ai commissari che la Uama è competente per il rilascio delle autorizzazioni di interscambio di materiale di armamenti. Per l’esportazione verso l’Egitto “servono 3 fasi: controllo della attività negoziale, rilascio della autorizzazione alla esportazione dopo la firma di un contratto e controlli documentali sul corretto arrivo dei materiali”.

COME FUNZIONA LA RICHIESTA PER FINCANTIERI E NON SOLO

In particolare, La Uama riceve una comunicazione di inizio trattative da una società iscritta in un registro nazionale delle imprese autorizzate a trattare (sono circa 50 e solo esse possono negoziare materiale di armamenti), tenuto al ministero della Difesa.

LA TEMPISTICA DELLA PROCEDURA

La richiesta è esaminata e una risposta deve arrivare entro 60 giorni: sarebbe previsto il silenzio assenso ma da 30 anni si procede a concedere o negare l’autorizzazione, che può contenere limitazioni o condizioni alle trattative. La autorizzazione alle trattative, puntualizza il funzionario della Farnesina, non conferisce all’azienda il diritto alla autorizzazione alla esportazione. “Il che giustifica la grossa divergenza tra le richieste per trattative e le autorizzazioni alla esportazione”.

IL RUOLO DELLE DOGANE

Se l’importo della transazione ed il Paese destinatario degli armamenti sono considerati particolarmente rilevanti si investe l’autorità politica: si passa ad un comitato consultivo interministeriale, e le decisioni si prendono alla unanimità. Sono le Dogane a controllare l’uscita dei materiali dal territorio nazionale. “Se si valuta che la transazione ha un potenziale effetto negativo ai rapporti bilaterali o multilaterali può essere negata la autorizzazione”, ha concluso Cutillo.

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