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Forze armate, cosa va e cosa non va nella Cassa di previdenza

Il parere della Corte dei Conti sulla Cassa previdenziale dei militari. Fatti, numeri e rilievi

Più oculatezza per non “compromettere le legittime aspettative future del personale interessato”. È questo che suggerisce la Corte dei Conti nella sua relazione annuale alla Cassa di previdenza delle Forze armate.

LE PRESTAZIONI DELLA CASSA DI PREVIDENZA DELLE FORZE ARMATE: ASSEGNO SPECIALE E INDENNITÀ SUPPLEMENTARE

La Cassa, sottoposta alla vigilanza del Ministro della difesa, fornisce prestazioni aggiuntive, rispetto a quelle erogate dall’Inps agli ufficiali e sottufficiali dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica militare e dell’Arma dei carabinieri, nonché ai graduati e militari provenienti dal servizio permanente. La funzione principale dell’Ente, dunque, è quella di corrispondere agli iscritti, nel momento della cessazione dal servizio, una “indennità supplementare”, un assegno “una tantum“, integrativo dell’indennità di buonuscita riconosciuta ai pubblici dipendenti alla cessazione del rapporto d’impiego. La Cassa eroga anche un “assegno speciale” ma esclusivamente agli ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei carabinieri che cessano dal servizio. È una prestazione non reversibile, perché è un assegno ad personam, e viene riconosciuta ai militari che abbiano compiuto i 65 anni d’età e siano collocati nella riserva o in congedo assoluto. Viene corrisposta in unica rata annuale.

I RILIEVI DEI MAGISTRATI CONTABILI: A RISCHIO L’EQUILIBRIO DELLA CASSA NEL MEDIO-LUNGO PERIODO

I magistrati contabili nella “Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria 2021 della Cassa di previdenza delle Forze armate” passano in rassegna i conti della cassa dei militari riscontrando più di un punto critico. Prima di tutto il rapporto tra entrate contributive e spese per prestazioni, fondamentale per l’equilibrio gestionale e la tenuta del bilancio della Cassa. La Corte dei Conti scrive senza mezzi termini che “l’ammontare delle contribuzioni versate dagli iscritti non risulta adeguato ad assicurare, nel medio–lungo termine, l’equilibrio con le prestazioni previdenziali corrisposte, determinando sin d’ora un fattore di squilibrio, allo stato attenuato dai rendimenti degli investimenti mobiliari ed immobiliari, già evidenziato nelle precedenti relazioni di questa Sezione”.

I NUOVI ISCRITTI SONO MENO NUMEROSI DEI PENSIONATI

Lo squilibrio deriva dal fatto che i nuovi iscritti sono numericamente inferiori alle persone che lasciano la Cassa perché è sopraggiunta l’età pensionabile. Alla fine del 2021 il numero degli iscritti “si è attestato su 192.565 unità, con un decremento di 2.542 unità rispetto al precedente esercizio (195.107), pari a circa l’1,30 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Il numero di chi ha smesso di versare quote alla Cassa “ammonta a circa 5.300 unità (+20,75 per cento, rapporto 36,33; nel 2020, pari a 4.200 unità, rapporto 46,45)”. Tuttavia la consistenza complessiva degli iscritti non si è stabilizzata perché “non si sono ancora prodotti gli effetti delle norme sulla riforma dello strumento militare con la conseguente riduzione complessiva degli organici”.

I CONTI DELLA CASSA DEI MILITARI

L’importo delle entrate da contribuzione per il 2021 è leggermente superiore a quello dell’esercizio precedente (+0,58 per cento). Il problema di sostenibilità deriva dal fatto che “le uscite per prestazioni previdenziali registrano un cospicuo incremento a livello consolidato (22,37 per cento) rispetto all’esercizio finanziario 2020”.

Il saldo previdenziale risulta favorevole per tutti i fondi, eccetto che per i fondi Ufficiali Esercito e Carabinieri, Sottufficiali Esercito e Carabinieri e Graduati e militari delle armi varie, e presenta un risultato complessivo negativo di euro 4.675.420 (-133,61 per cento), in controtendenza rispetto allo stesso dato dell’esercizio precedente (+13.910.741), per effetto sostanzialmente della maggior spesa per prestazioni istituzionali (indennità supplementare e assegno speciale) nell’esercizio 2021.

I BUONI RISULTATI DEGLI INVESTIMENTI SALVANO I CONTI DELLA CASSA DEI MILITARI

A salvare i conti della Cassa dei militari, però, ci ha pensato il risultato positivo dei rendimenti degli investimenti in titoli di Stato, che nell’ultimo esercizio registra un incremento complessivo pari al 2 per cento rispetto a quello del 2020. Gli interessi attivi da titoli di Stato hanno raggiunto importi pari a 34.788.284 euro, che costituiscono il 25,32 per cento delle entrate correnti accertate.

I buoni risultati degli investimenti permette ai conti della Cassa di tirare un sospiro di sollievo e conservare, per il momento, profili di sostenibilità e l’equilibrio della gestione complessiva. La Corte sottolinea però che sia necessario “operare una oculata revisione dei meccanismi che governano le entrate contributive e le prestazioni della Cassa ed i sistemi di calcolo” per permettere a chi andrà in pensione in futuro di godere delle stesse prestazioni di chi è andato in pensione sinora.

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