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Fincantieri, ecco i trambusti in Psc

Psc: conti in rosso, bilancio 2021 non ancora approvato e amministratore delegato che lascia l’azienda in cui era entrato a febbraio. Tutte le ultime novità della società partecipata dal gruppo Fincantieri

 

Continuano i trambusti e le difficoltà di Psc, nonostante gli strombazzamenti recenti soprattutto mediatici sulla nascita imminente di una grande polo nazionale dell’impiantistica che doveva basarsi proprio su Psc.

Conti in rosso, bilancio 2021 non ancora approvato e amministratore delegato che lascia l’azienda in cui era entrato a febbraio.

Ecco le ultime novità che arrivano da Psc, secondo la ricostruzione odierna del Sole 24 Ore.

ECCO NOVITA’ E DIFFICOLTA’ DI PSC

Psc, infatti, alza bandiera bianca. e con una nota ha annunciato di aver «deliberato di presentare, dinanzi al Tribunale di Lagonegro, una domanda di concordato preventivo “con riserva”», sottolinea il quotidiano economico-finanziario: “Momento difficile per il gruppo che in questi ultimi anni ha lavorato per ritagliarsi un ruolo di campione nazionale dell’impiantistica. Con headquarter a Roma, ma sede legale a Maratea (Potenza), controllato dalla Psc Partecipazioni (holding della famiglia Pesce) e partecipato da Simest (9,6%) e Fincantieri (10%), il gruppo negli anni si è ingrandito con una politica aggressiva di acquisizioni: da Cargo ad Alpitel a Giubergia. Ultimo tassello, sicuramente il più importante, è l’acquisizione della quota di controllo di Italtel. Psc ha finito per detenere il 53,66%, Clessidra Capital Credit il 28,62% e Tim il 17,72% di una Italtel passata anche attraverso la galassia Exprivia”.

LA NOTA DI PSC

A pesare, spiega il gruppo in una nota, sono stati «il protrarsi degli effetti straordinari della pandemia Covid-19, aggravati dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino, tutt’ora in corso, che hanno inciso in termini di maggiore onerosità e conseguente stravolgimento dei programmi operativi del gruppo, a cui, tra gli altri, si sono aggiunti, negli ultimi mesi, gli smisurati aumenti dei prezzi e la scarsa disponibilità delle materie prime da destinare ai cicli produttivi, nonché il forte disequilibrio economico-finanziario del business energia in area Latam».

IL CONCORDATO PREVENTIVO

Ora – aggiunge il Sole 24 ore – la decisione di chiedere il concordato preventivo “con riserva”, visto da Psc come «strumento di gestione della crisi per superare una temporanea tensione finanziaria». A deciderlo, il 14 giugno, un Cda con nomi di peso. Al presidente Umberto Pesce e al fratello Angelo (figli del fondatore), si aggiungono Fulvio Conti (già presidente di Telecom, ad Enel), Michele Adinolfi (ex Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza) e Pietro Grillo (espressione in Cda del socio Fincantieri).

LE DIMISSIONI DI LOIOLA

Ha deciso di rassegnare le dimissioni l’ad Roberto Loiola, manager di lungo corso nelle Tlc (passato da Telecom Italia e alla guida della branch italiana di Huawei, di Alcatel Lucent, ad di Nokia in Italia prima di essere chiamato nel 2017 alla guida di Sirti, controllata dal fondo Pillarstone). Loiola era subentrato a Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie dello Stato e Leonardo-Finmeccanica (qui l’approfondimento di Startmag sull’avvicendamento e sul curriculum di Loiola).

IL BILANCIO 2021 NON APPROVATO

Intanto, conclude il quotidiano confindustriale, il bilancio 2021 non è ancora stato approvato: “I 75 milioni di rosso del bilancio 2020 non sono stati un elemento da poco. E l’esposizione debitoria, superiore a 160 milioni, nemmeno. Ora, insieme all’advisor industriale che è Roland Berger, è stato preparato un piano di turnaround del gruppo per consentire l’apertura di una nuova fase, che richiederà un’appropriata manovra finanziaria”

COS’È PSC SPA

Psc Group è un gruppo specializzato nel settore dell’impiantistica elettromeccanica e termica. Opera tradizionalmente nel comparto dell’impiantistica legata alla realizzazione di opere industriali ed infrastrutturali, con una forte specializzazione anche nei settori antincendio, navale e ferroviario / metropolitano e telecomunicazioni. Conta oltre mille dipendenti di cui 14 dirigenti, 20 quadri. Il gruppo ha il quartier generale a Roma ma sede legale a Maratea, in Basilicata. Fondato nel 1958 da Emidio Pesce, è guidato oggi dai figli Umberto e Angelo.

CONTROLLATA DALLA FAMIGLIA PESCE E PARTECIPATA DA FINCANTIERI E SIMEST

Con un capitale sociale di 59.300.000 euro, l’azienda è controllata dalla famiglia Pesce attraverso la holding Psc Partecipazioni Spa, partecipato al 9,6% da Simest dal 2015 (con un investimento di 11 milioni di euro) e al 10% da Fincantieri dal 2018.

BUSINESS

Come si legge nella relazione di bilancio, Psc si definisce un unicum nel panorama impiantistico italiano.

Psc è radicata nel mercato impiantistico tradizionale, elettrico e meccanico, dove è nata e si è consolidata progettando e realizzando impianti nel settore civile, infrastrutturale, sanitario e industriale.

PARTNER DI DI FINCANTIERI (SOCIETÀ PARTECIPANTE), ENEL E RFI

Inoltre, il gruppo è un importante partner di Fincantieri (società partecipante al capitale sociale della Psc) nel settore navale, dove progetta, produce e fornisce componenti, collauda ed avvia impianti hvac su navi da crociera di ultima generazione.

Anche per Enel, Psc rappresenta un partner nella gestione di reti di trasmissioni di media e bassa tensione in Italia e all’estero (Spagna, Brasile, Cile e Colombia). Infine, operazione nel settore della trazione elettrica e del segmento ferroviario per Rfi operando con squadre specializzate e mezzi in tutta Italia.

L’ACQUISIZIONE DI ALPITEL NEL 2019

Con l’acquisto di Alpitel nel 2019, il gruppo Spc si è inserito nel settore delle Tlc acquisendo clienti come Telecom, Open Fiber, Vodafone nonché Tim Brasile tramite la controllata Alpitel Brasile.

IL SALVATAGGIO DI ITALTEL

Dopodiché ha puntato al salvataggio di Italtel, società di tlc che fornisce soluzioni per le reti, i data center, la collaborazione aziendale, la sicurezza digitale e l’internet delle cose, insieme a Tim a cui si è affiancato il fondo Clessidra.

Lo scorso 29 settembre i creditori hanno detto sì al piano concordatario. Come ha riportato il 9 dicembre il Sole 24 Ore, “oggi al Tribunale di Milano, dove è prevista l’udienza di omologa all’interno della procedura concordataria”.

“Lo schema del piano prevede un investimento di 30 milioni, per cassa, da parte di Psc: gruppo controllato all’80% dall’holding della famiglia Pesce, per il resto, equamente diviso, tra Fincantieri e Simest. Il gruppo, che punta a realizzare un polo nazionale dell’impiantistica fa da capocordata e finirebbe per avere il 54% di Italtel. Quanto al gruppo finanziario Clessidra, controllato dalla Italmobiliare della famiglia Pesenti, è entrato nella partita Italtel ufficialmente a metà settembre. L’impegno di Clessidra sarà di 16,3 milioni: 8,8 per cassa e 7,5 da conversione di crediti. Alla fine del processo la sua quota sarà del 28%. Quanto a Tim l’impegno previsto è di 10 milioni, di cui 9 per cassa e 1 da conversione di debiti, per una quota del 18% nella società” riporta il quotidiano confiundustriale.

AZIENDE A CONTROLLO PUBBLICO TRA I CLIENTI

Come si legge sul sito aziendale di Psc, storici clienti del gruppo sono la gran parte delle aziende a controllo pubblico come Ferrovie dello Stato, tramite la sua controllata Rfi. Psc ha curato una buona parte di impiantistica della navi da crociera di Fincantieri. Inoltre, tra i clienti ci sono anche Enel, OpenFiber, Trenitalia, Fastweb, Wind3, Carnival, Rai, Msc, Ferrari, Leonardo, Cisco, Ericsson, Royal Carrabean, Sea, Italferr e Cociv, si legge in una interrogazione di Fratelli d’Italia critica sulla nomina di Mauro Moretti al vertice di Psc.

PSC GROUP ATTIVO IN ITALIA E NON SOLO

Il gruppo è presente in Italia ma anche in Qatar, Spagna e in alcuni paesi del Sud America e in Russia. In Colombia, Psc è attiva con la subholding Psc America per l’esecuzione delle due commesse con cliente Codensa (Gruppo Enel). In Romania è presente con una branch per la realizzazione di installazione di impianti Hvac all’interno della Business Unit Navale.

La società è presente in Qatar ormai da anni dove ha aperto una Stabile Organizzazione per l’esecuzione dei contratti locali assegnati, in particolare per la realizzazione dei lavori sulla Green Line della metropolitana di Doha e nell’ambito della costruzione dello stadio Al Bayt in località Al Khor.

IL CONTENZIOSO CON LEONARDO PER IL PROGETTO AL BAYT

Proprio in riferimento al progetto dello stadio Al Bayt, Psc Group è parte di una serie di contenziosi attualmente pendenti sorti nell’ambito della Unincorporated Joint Venture tra Leonardo e Psc, (JV L&P) costituita dalle due parti per sottoscrivere con la società Gsic un contratto di subappalto per la realizzazione degli impianti speciali dello stadio.

Come si legge nella relazione di bilancio, tale contenzioso, instauratosi inizialmente nel contesto di un procedimento arbitrale instaurato dalla JV L&P verso il committente Gsic a fronte dell’inadempimento da parte dello stesso di alcuni obblighi contrattuali, si è poi sviluppato tra Psc e Leonardo come conseguenza di una rivendicata mal gestione del contratto da parte di quest’ultima (mandataria nell’ambito della jv).

I NUMERI DI PSC GROUP

Psc Group ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2020 con una perdita pari a 75.465.242 euro, contro l’utile di 8.979.969 euro dell’esercizio precedente.

Il gruppo ha registrato nel 2020 ricavi pari a 42.824.074 euro, in calo rispetto ai 50.406.487 euro del 2019. I costi si attestano a 144.230.338 euro (in flessione rispetto ai 180.446.249 euro dell’esercizio precedente).

COSA EMERGE DAL BILANCIO CONSOLIDATO

In termini di risultati economici, il bilancio consolidato 2020 di Psc ha chiuso con un valore della produzione pari a 255,8 milioni di euro, in crescita rispetto a 327 milioni del 2019.

L’ebitda è negativo e si attesta a 62,1 milioni (37,4 milioni al 31 dicembre 2019). Il risultato d’esercizio è negativo pari a 98 milioni (contro quello positivo dell’anno precedente a 1,3 milioni).

Cresce anche il debito: l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2020 è pari a 166,4 milioni, contro i 124,8 milioni del 2019.

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