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Inflazione

Fed, ecco la mossa trumpiana di Powell contro il contagio economico

La Fed impugna il bazooka contro il Covid-19? Fatti e numeri delle misure decise dalla Federal Reserve di Jerome Powell

Dopo il piano di emergenza sul Covid-19 varato dall’amministrazione Trump e il pacchetto votato sabato dalla Camera che dovrebbe essere approvato anche dal Senato questa settimana, rimaneva ancora uno strumento, il più formidabile di tutti, da mettere in campo per scongiurare il peggio: il bazooka.

Ed è proprio quello che ieri pomeriggio ha impugnato Jerome Powell, n. 1 della Federal Reserve, per annunciare la notizia più attesa dalle parti della Casa Bianca e non solo: un insieme di misure straordinarie che comprendono quel taglio dei tassi a zero che Donald Trump aveva più volte preteso in passato da Powell spingendosi addirittura a chiederne irritualmente la testa.

È il taglio più significativo dalla crisi finanziaria del 2008.

L’azzeramento dei tassi di interesse “fino a quando”, parola di Powell, non vi è la “fiducia che l’economia abbia assorbito gli eventi recenti” non è però l’unica mossa fatta ieri dalla Fed.

Nella riunione convocata con qualche giorno di anticipo rispetto al calendario – a sottolineare, rileva Politico, il senso di urgenza che dominava nel quartier generale della banca centrale– è stato deciso di muoversi sulla scia di quanto fatto durante la Grande Crisi del 2008 con il duplice obiettivo di abbassare il costo del debito e sostenere il mercato immobiliare.

Si è dunque deciso di effettuare un acquisto straordinario di bond per un valore pari ad almeno 500 miliardi di dollari e di compiere analoga operazione, per almeno 200 miliardi, sui famosi “mortgage-backed securities”.

“Il costo del credito”, ha spiegato Powell presentando le misure, “è cresciuto per tutti fuorché per i debitori più forti, e le Borse nel mondo sono scese molto”. Di qui la scelta di tagliare i tassi e puntellare un mercato dei bond che, ha aggiunto il capo della Fed, “svolge un ruolo importante nel permettere a famiglie e imprese di avere degli utili e gestire i loro rischi”.

Un mercato che infatti, quando finisce sotto stress come in questa circostanza, può trasmettere questo stesso stress “all’intero sistema finanziario e all’economia”, da cui la necessità di intervenire tempestivamente per scongiurare il peggio.

Ma le mosse anti-Covid prese ieri dalla Fed non finiscono qui. Per assicurare la liquidità necessaria ad imprese e famiglie, l’istituto ha chiesto alle banche di ricorrere ai rispettivi cash buffer. Le banche sono inoltre incoraggiate a usare allo stesso scopo la cosiddetta “emergency lending facility” nota anche come “discount window”.

“La Federal Reserve”, è stata la spiegazione di Powell, “sostiene (le banche) che sceglieranno di usare i loro capitali e buffer di liquidità per” erogare prestiti e compiere altre “azioni di supporto” dei propri clienti “in modo sicuro”.

E giacché la Fed gestisce una valuta il cui peso nel sistema economico e finanziario globale non ha eguali ecco che Powell ha annunciato di essersi coordinato con le principali banche centrali – dalla Bce, alla Bank of Canada, Bank of England, Bank of Japan fino alla Swiss National Bank – per rassicurarle sulla possibilità, anche nella presente situazione eccezionale, di continuare a convertire le proprie valute in dollari.

La Fed, insomma, ha preso il toro per le corna e si accinge ad ammazzare il virus con gli stessi strumenti che impedirono alla Grande Crisi di uccidere il paziente economia mondiale.

È anche per questo che un raggiante Donald Trump ieri ha deciso di ringraziare l’uomo di cui ha più volte chiesto la sostituzione.

“Mi rende molto felice, e voglio congratularmi con la Federal Reserve”, ha dichiarato ieri il presidente ai reporter. “Sono davvero ottime notizie, notizie davvero eccezionali per il nostro paese. Penso che la gente nei mercati dovrebbe essere davvero eccitata”.

Peccato che la festa del tycoon sia stata guastata da quell’impenitente di Powell, che pur imboccando il bazooka ha deciso di non pigiare il tasto che tanto piace al capo della Casa Bianca: quello che porta i tassi in territorio negativo.

“Non crediamo che la politica dei tassi negativi sia una risposta appropriata qui negli Usa”, ha chiuso la questione Powell.

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