skip to Main Content

Fattura Digitale

Fattura elettronica e pace fiscale, cosa c’è di nuovo. Fatti e commenti

Ecco novità, cambiamenti e retromarce del governo in materia fiscale. Tutte le ultime novità

L’obbligo di fatturazione elettronica tra privati viene confermato a partire dal primo gennaio, ma non per tutti. Per medici e farmacisti, possessori di dati sanitari “sensibili” e già operativi, almeno per quanto riguarda i titolari delle farmacie, con gli scontrini elettronici, non scatterà. E’ questa la soluzione di compromesso individuata da governo e maggioranza dopo il rilievi avanzati dal Garante per la Privacy sulla e-fattura (qui l’approfondimento di Start Magazine sull’intervento dell’authority).

I MOTIVI DELLA DECISIONE SULLA FATTURA ELETTRONICA

Eliminarla o rinviarla a data da destinarsi costerebbe infatti troppo per le casse dello Stato, considerando il recupero di gettito stimato, pari ad oltre 1,9 miliardi di euro, già a bilancio per il prossimo anno.

I CAMBIAMENTI SUL FISCO

Allo stesso modo creerebbe un buco miliardario anche l’estensione delle sanatorie fiscali agli avvisi bonari per omesso versamento. L’ipotesi, accarezzata per rendere più ampie le maglie della pace fiscale, sembra ormai tramontata, ancora una volta per motivi puramente finanziari. Esattamente come la norma sul ‘saldo e stralcio’ per i contribuenti in difficolta’ economica che potrebbero vedersi annullate anche le cartelle superiori al limite dei 1.000 euro finora previsto nel provvedimento.

CHE COSA SI DICE NELLA MAGGIORANZA

Nonostante la volontà espressa di alcuni esponenti della Lega di inserirla nel corso parlamentare del decreto, al momento della misura non si è vista traccia. Perso il condono e ridimensionati gli annunci, dal decreto sembrano progressivamente quasi scemare i connotati meramente fiscali, notano diversi osservatori politici.

IL COMMENTO DI ZANETTI

La novità è stata così commentata da Enrico Zanetti, noto tributarista ed ex viceministro alle Finanze: “Con la rinuncia ufficializzata ieri dal Governo di introdurre la rottamazione di sanzioni e interessi sugli avvisi bonari “perché costa troppo”, diventa definitivo che non c’è “pace fiscale” per chi ha dichiarato fedelmente all’Erario e poi non ha pagato, mentre c’è “pace fiscale” per chi non ha dichiarato all’Erario ed è stato beccato dalla Guardia di Finanza (articolo 1 del DL Fiscale) e dall’Agenzia delle Entrate (articolo 2 del DL Fiscale).
Una cosa non solo assurda, ma che rappresenta anche l’esatto contrario di quanto promesso e ribadito mille volte da Di Maio e Salvini prima e dopo le elezioni”.

TUTTE LE ALTRE NOVITA’

Il testo dovrebbe infatti imbarcare novità di peso, ma di carattere ben diverso dall’originario: non solo l’emendamento per la separazione della rete Tim, da aggregare a quella di Open Fiber per la creazione di un operatore unico sotto controllo pubblico (qui l’approfondimento di Start Magazine con le ragioni del siluramento di Amos Genish da Tim e la nomina del nuovo capo azienda, Luigi Gubitosi), ma anche i ritocchi alla riforma delle Bcc (riformulati rispetto alla prima versione), la tassa sui money transfer e probabilmente alcune norme a favore dei balneari colpiti dall’ondata di maltempo di inizio novembre.

I PROGETTI SULLE LITI CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Tra le “correzioni” puramente fiscali è in arrivo un aumento degli sconti per chiudere le liti con l’Agenzia delle Entrate. Nella nuova versione della sanatoria dovrebbe essere inserito ex novo un alleggerimento del 10% (con il pagamento quindi del 90% del valore della controversia, senza sanzioni e interessi) in caso di presentazione del solo ricorso, con la possibilità di diluire il versamento in cinque anni. In caso di vittoria, e quindi di “soccombenza” dell’Agenzia delle Entrate, in primo grado, il pagamento per sanare definitivamente la questione aperta con il fisco ammonterebbe al 40% dell’importo dovuto (contro il 50% previsto dalla norma originaria).

COME CAMBIERANNO GLI SCONTI

Lo sconto salirebbe quindi al 60% dal precedente 50%. In caso di vittoria in secondo grado, la percentuale scenderebbe invece al 15% (contro il 20% stabilito finora), con uno sconto dell’85% dall’80% stabilito nel decreto. Infine nell’eventualità di ‘doppia conforme’ (cioè di vittoria del contribuente nei primi due gradi di giudizio), sarebbe richiesto il pagamento del 5%, con un maxisconto del 95% sul valore della controversia.

Back To Top