Tanto tuonò che piovve. Alla fine l’abbonamento per l’utenza di Facebook e Instagram di cui si è vociferato parecchio nelle scorse settimane è arrivato. A breve, infatti, agli utenti dei social della galassia Meta sarà chiesto se vogliano abbonarsi: in quel caso non vedranno più alcuna pubblicità. In alternativa, proseguendo a utilizzare entrambe le piattaforme a titolo gratuito, verranno visualizzate inserzioni sulla base dei dati personali raccolti dal gruppo.
LA FINALITA’ DIETRO L’ABBONAMENTO DI FACEBOOK E INSTAGRAM
Più che la volontà di batter cassa, la proposta è un tentativo da parte di Meta di aggirare le regole dell’Unione europea che minacciano di limitare la sua capacità di mostrare agli utenti annunci personalizzati senza prima chiedere il consenso degli utenti, mettendo a rischio la sua principale fonte di guadagno.
Il gruppo non ha bisogno, come avevano osservato taluni, di incrementare le proprie finanze mediante abbonamenti sui quali peraltro nutre ben poche speranze (difficile infatti uno spostamento di massa dato che il servizio finora è sempre stato gratuito).
L’ULTIMA TRIMESTRALE DA RECORD
Il gruppo ha bisogno, invece, di continuare a foraggiare il proprio business model. Nonostante le forti spese di Meta sul Metaverso, i conti continuano a volare ben oltre le attese: nel terzo trimestre del 2023 il fatturato è cresciuto del 23%, mettendo a segno l’accelerazione più forte dal 2021 e raggiungendo i 34,15 miliardi di dollari.
Superate anche le previsioni che volevano la creatura di Menlo Park ferma a 33,56 miliardi. I profitti si sono gonfiati del 164% a 11,54 miliardi e gli utili per azione sono stati di 4,39 dollari contro i 3,63 attesi. A cosa si deve tutto questo? Alla raccolta pubblicitaria digitale. Raccolta che l’Ue con le sue regole più stringenti potrebbe mettere a rischio.
LE OPZIONI OFFERTE AGLI UTENTI EUROPEI
Da qui, appunto, la volontà di offrire all’utente del Vecchio continente facoltà di scegliere: pagando i propri dati resteranno al loro posto. Viceversa, se si opta per le versioni gratis, si pagherà con ciò che gli algoritmi riescono a carpire dalla nostra navigazione.
COSA DICONO DA META SULL’ABBONAMENTO A FACEBOOK E INSTAGRAM
“Crediamo fermamente in una internet gratuita supportata dagli annunci e continueremo a offrire l’accesso gratuito ai nostri prodotti e servizi indipendentemente dalle diverse disponibilità economiche”, dicono da Meta. “Ci impegniamo a mantenere le informazioni delle persone private e sicure, ai sensi delle nostre normative e del Regolamento Ue sulla protezione dei dati”.
QUANTO COSTA NON CEDERE I PROPRI DATI?
Ma veniamo ora alla domanda che tutti gli internauti si stanno ponendo: quanto occorre sborsare se non si vuole cedere i propri dati a Meta? Insomma, quanto costa l’abbonamento a Facebook e Instagram?
Il costo sarà di 9,99 euro al mese per i servizi desktop (per la sparuta minoranza che usa ancora il browser del proprio PC) e di 12,99 euro al mese per chi naviga attraverso le app dei social, sia iOS sia Android. Considerato che Instagram è nativo mobile anche come funzioni, è chiaro che la distinzione ha senso solo per Fb. L’abbonamento, precisa Meta, sarà valido per tutti gli account Facebook e Instagram indipendentemente da dove verrà effettuato l’acquisto.
Fino all’1 marzo 2024, l’abbonamento a Facebook e Instagram sarà valido per tutti gli account collegati al Centro gestione account dell’utente. Dopo quella data, però, per ogni ulteriore account inserito nel Centro gestione account dell’utente si applicherà un costo aggiuntivo di 6 mese al mese per gli abbonamenti sottoscritti sul web e di 8 mese al mese per quelli attivati su iOS e Android.
SVOLTA PER IL COLOSSO FONDATO DA ZUCKERBERG
L’intenzione di lanciare un’opzione di abbonamento per i servizi principali di Meta rappresenta un’importante svolta per l’azienda. L’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, ha insistito a lungo sul fatto che i suoi servizi principali dovessero rimanere gratuiti e supportati dalla pubblicità, in modo da essere accessibili a persone di ogni livello di reddito.
“Non avete bisogno di migliaia di dollari per connettervi con le persone che usano i nostri servizi”, disse Zuckerberg in una conferenza del 2018, con una frecciatina non troppo velata alla rivale Apple, dove l’amministratore delegato Tim Cook, da parte sua, denunciava quello che definiva un “complesso industriale dei dati”. Adesso però la mercificazione del dato è quanto mai evidente (e forse è meglio così, dato che ciò che conta è la consapevolezza): o si paga in euro o coi propri dati. Ma nessun social è gratis.