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Tesla

Cosa ci va a fare Elon Musk in Cina?

Elon Musk è arrivato in Cina: è la sua prima visita in tre anni, e sarà dedicata all'espansione delle attività di Tesla nel paese. Ma l'azienda non perde di vista il mercato statunitense.

 

L’aereo privato di Elon Musk è atterrato oggi a Pechino per la sua prima visita in Cina da tre anni. Il miliardario – è amministratore delegato di Tesla, fondatore di SpaceX e proprietario di Twitter, tra le altre cose – dovrebbe riunirsi con alcuni funzionari di alto profilo del governo cinese e visitare lo stabilimento di Tesla a Shanghai, stando alle fonti di Reuters e di Bloomberg. Più nello specifico, è possibile che abbia un incontro con il primo ministro Li Qiang per discutere delle tecnologie di guida autonoma che la casa automobilistica vorrebbe introdurre nel paese.

IL RIFACIMENTO DELLA MODEL 3

Tesla è in procinto di avviare a Shanghai la produzione di prova della nuova versione della Model 3, una berlina elettrica, che Musk ritiene più adatta a battere la concorrenza sul mercato cinese: è stata resa leggermente più lunga, più sportiva nell’aspetto e più elegante negli interni.

L’IMPORTANZA DI SHANGHAI

Nel 2022 la fabbrica di Shanghai è valsa oltre la metà della produzione globale di Tesla ed è attualmente in grado di assemblare 1,1 milioni di auto all’anno. Lo scorso aprile, però, le spedizioni da questo stabilimento sono calate, una conseguenza del fatto che i consumatori cinesi si stanno volgendo verso altri modelli dopo che anche i produttori automobilistici locali hanno abbassato i prezzi di vendita per conquistare maggiori quote di mercato.

Shanghai è insomma un polo importantissimo per Tesla, ma è vero anche il contrario: l’anno scorso l’azienda statunitense è valsa da sola quasi un quarto del valore della produzione automobilistica della città. Per questo, scrive Bloomberg, le autorità locali vorrebbero rafforzare i rapporti con la società attraverso degli accordi sulla guida autonoma e l’utilizzo di robot.

I PIANI DI TESLA PER LA CINA

Tesla ha detto di voler aumentare la produzione dallo stabilimento di Shanghai a 450.000 veicoli all’anno, ma non ha fornito aggiornamenti sul piano. Ha fatto però sapere di aver sottoposto alle autorità locali il progetto per l’espansione della capacità produttiva di propulsori (powertrains) a 1,7 milioni di unità all’anno. Ad aprile, inoltre, ha annunciato che costruirà a Shanghai una fabbrica di batterie Megapack, che non sono destinate però alle auto ma allo stoccaggio di energia, viste le grandi dimensioni.

Non è detto che la Cina concederà a Tesla l’autorizzazione ad allargare lo stabilimento di Shanghai. Le autorità che si occupano di pianificazione economica sono impegnate nella razionalizzazione dell’industria dell’auto elettrica, affollata (i produttori sono più di un centinaio) e caratterizzata da una situazione di sovrapproduzione.

Lo stesso Elon Musk ha riconosciuto, in una recente intervista a CNBC, che “ci sono dei limiti alla nostra capacità di espanderci in Cina”, aggiungendo però che non si tratta di “un problema di domanda”.

LE TENSIONI POLITICHE TRA AMERICA E CINA

Con l’Inflation Reduction Act gli Stati Uniti hanno fatto intendere di considerare le tecnologie per la transizione energetica – incluse le batterie e i veicoli elettrici – un settore di competizione industriale e geopolitica con la Cina. Altrettanto chiaramente, però, Musk ha fatto capire di non volere che la politica condizioni il suo business in un mercato – quello cinese, appunto – vasto e promettente.

– Leggi anche: Batterie, Tesla molla la Germania e punta ai fondi di Biden

Il miliardario, sempre nell’intervista a CNBC, aveva dichiarato che le tensioni tra Washington e Pechino “dovrebbero essere una preoccupazione per tutti” per via della “crescente belligeranza”. Sulla possibilità di un’invasione cinese di Taiwan – il paese di fatto indipendente ma che Pechino considera parte del proprio territorio, pur non avendolo mai governato -, aveva aggiunto che Tesla dipende da un’azienda taiwanese, TSMC, per i microchip utilizzati nei suoi veicoli.

LA GRANDE FABBRICA IN MESSICO

Quello cinese è il secondo mercato più importante per Tesla, dopo quello statunitense. È proprio guardando a quest’ultimo che l’azienda ha deciso di costruire una grande fabbrica in Messico (l’intero Nordamerica è peraltro unito da un accordo di libero scambio), in prossimità della frontiera comune e del quartiere generale di Austin.

L’impianto, che richiede un investimento da 5 miliardi di dollari, verrà destinato anche alla costruzione di un’auto elettrica a basso costo.

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