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Bce Elezioni

Perché c’è subbuglio tra 50 economisti e Milena Gabanelli sul debito pubblico

Il Taccuino di Polillo fra politica e mercati con un focus sulle polemiche intorno a un report controverso lanciato da Milena Gabanelli sul Corriere della Sera Borse in attesa di due importanti e simmetriche decisioni: quella della Fed e della Bce. Entrambe alle prese con il puzzle della politica monetaria che verrà. Se tra le…

Borse in attesa di due importanti e simmetriche decisioni: quella della Fed e della Bce. Entrambe alle prese con il puzzle della politica monetaria che verrà. Se tra le due sponde dell’Atlantico le divergenze sono profonde sul fronte del commercio internazionale, dove soffiano forti i venti del protezionismo; sul terreno del controllo degli aggregati finanziari si intravede una qualche sinergia.

Washington sembra essere orientata ad accelerare il ritorno ad un “normalità” nella dinamica dei tassi di interessi. Voci insistenti parlano di un possibile ulteriore aumento dei tassi d’interesse. Dai i tre incrementi, finora previsti, ne spunterebbe un altro, prima della fine dell’anno. Si toccherà così la soglia del 2 per cento per le operazioni di finanziamento di ultima istanza. Il tutto in coerenza con le nuove previsioni sull’andamento dell’economia del più forte Paese occidentale.

La Bce, dal canto suo, discuterà e deciderà circa le scadenze del quantitative easing. Come ridurre, cioè, l’acquisto di titoli sovrani, ancora fermi sul target di 30 miliardi all’anno. In controluce: una possibile stretta. Che forse Wall Street ha già scontato. In Europa vedremo.

L’andamento delle borse riflette questa incertezza. Parigi ha chiuso attorno alla parità (+0,01%), Francoforte in rialzo dello 0,38%, Londra poco mossa e Madrid in calo dello 0,15%. Performance migliore per Piazza Affari che ha fatto segnare un +0,44%, dopo essere arrivata fino a +1% nella prima parte della giornata. Calano anche gli spread a 236 punti, che portano i rendimenti dei Btp a 10 anni al 2,83%. Mentre quelli sul bund tedesco si muovono poco dalla soglia dello 0,5 per cento. Differenze che, nei giorni scorsi, hanno inquietato non poco Milena Gabanelli che, dal suo blog, ha lanciato dure invettive contro la Germania e la stessa Bce.

Nei giorni scorsi si era svolta una polemica furiosa tra la giornalista ed un numero rilevante di economisti. Sul suo blog Dataroom, che fa parte della flotta di Via Solferino, era apparso un video in cui la stessa giornalista offriva la sua ricetta per far fronte ai problemi finanziari italiani: “Debito: un’idea per uscirne vivi e tornare a crescere”. Alla base di quell’intervento in video era un documento, per la verità ancora sconosciuto, di alcuni economisti tra cui Marcello Minenna (Consob), Roberto Violi (Bankitalia), Giovanni Dosi (professore ordinario all’università Sant’Anna di Pisa) e Andrea Roventini (professore associato sempre a Pisa) supportati anche in sede Ocse (dal policy advisor del Tuac Ronald Janssen). I quali prefiguravano un complesso sistema per giungere alla messa in comune del debito tra i vari Paesi europei. Utilizzando, a tal fine, una sorta di polizza assicurativa, con costi a carico di ciascun Paese: ovviamente in proporzione all’entità del debito mutualizzato.

Non essendo al momento disponibile il documento è difficile entrare nel merito. Sta comunque il fatto che all’intervento in video della Gabanelli aveva fatto seguito una lettera di una cinquantina di economisti, che, tuttavia, veniva pubblicata, solo in seguito, dalla stessa giornalista. Quindi polemiche a non finire. Ma non tanto per l’esistenza di una sorta di “nuovo piano B”. Sempre auspicabile se teso al rafforzamento dell’Unione europea. Quanto per le critiche che la stessa Galbanelli aveva rivolto contro le tecniche usate dalla Bce. Lo spread – secondo la giornalista – era solo una cattiva “invenzione”.

“La conseguenza – aveva sostenuto – è che quando la Bce, secondo le regole previste, presta dei soldi alle banche dei vari paesi dell’Eurozona, applica tassi di interesse diversi, a seconda del grado di rischio: 19 paesi, 19 tassi diversi.” Quindi un comportamento che penalizza i Paesi a più forte indebitamento. Cosa per la verità ovvia ed imposta, almeno secondo la nostra modesta opinione, dalle regole di mercato. Del resto il premio che ogni automobilista paga per assicurare la propria auto dipende molto dalle valutazioni di rischio relative alla propria residenza. E, invece, apriti cielo. Forse a causa di una sensibilità eccessiva dovuta alla particolare congiuntura non solo finanziaria ma politica del Paese.

Lunga lettera di risposta da parte di Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di Vigilanza della Bce, direttamente al Corriere della Sera: “Le imprecisioni e il tono generale del messaggio” della Gabanelli “rischiano di generare nel lettore una percezione del tutto fuorviata degli argomenti trattati: il sistema dell’euro e il suo gestore, la Bce, sono presentati come strumenti di ingiustizia sistematica ai danni di alcuni Paesi (fra cui l’Italia) da parte di altri Paesi malvagi (fra cui la Germania). Non entro nel merito della proposta specifica oggetto degli articoli, che non conosco. Mi interessano invece le questioni che riguardano l’euro e la Bce. Anche se alcuni chiarimenti sono stati già pubblicati da altri giornali, e sono usciti anche commenti da parte di un gruppo di economisti italiani su alcuni temi sollevati nell’articolo”.

Vi sarà un successivo pubblico confronto tra i protagonisti di questa nuova vicenda? Staremo a vedere.

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