Mi auguro che tutti i soci della Popolare di Bari votino sì alla trasformazione in spa della banca. Si tratta dell’ultimo, indispensabile tassello per il salvataggio della banca.
È un atto fondamentale perché non diventi vano lo sforzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi e del Mediocredito centrale, che in questa operazione investono oltre 1,5 miliardi di euro.
Non deve diventare vano nemmeno il sacrificio delle lavoratrici e dei lavoratori della stessa Popolare di Bari, che contribuiranno al salvataggio con una riduzione dei costi del personale pari a 67 milioni e che saranno essenziali, con la loro professionalità e con le loro qualità anche umane, a rilanciare la banca.
Col voto negativo in assemblea, la banca verrebbe messa in liquidazione e sarebbero a rischio 2.700 posti di lavoro, con uno scenario imprevedibile per il territorio a livello economico.
Agli azionisti è stata proposta una transazione pari a 2,38 euro per azione: la proposta è condizionata a un numero minimo di adesioni, il 50% dei destinatari e il 60% del controvalore delle azioni.
Agli stessi soci viene offerto gratuitamente un warrant ovvero una opzione di sottoscrizione di azioni di futura emissione; subito dopo la trasformazione in spa, servirà un management adeguato capace di rilanciare una realtà che diventi un pilastro, con una solida base proprio a Bari, per la rinascita dell’intero Mezzogiorno.
L’assemblea dell’istituto è dunque uno snodo cruciale non solo per il futuro dell’istituto, ma per tutta la regione e per il Sud: confido nell’impegno del presidente della Puglia, del sindaco di Bari e di tutte le forze politiche del territorio perché diano un fondamentale contributo al buon esito della votazione assembleare.