Auchan si riorganizza in Francia. Il gruppo di distribuzione ha annunciato un taglio di 1.475 posti di lavoro nel Paese di nascita in nome di una “organizzazione alle nuove aspettative dei consumatori e dei cittadini”.
Tutti i dettagli.
UN TAGLIO DI (QUASI) 1.500 POSTI
Partiamo dai numeri della strategia del gruppo francese. Auchan Retail France ha in programma, nell’ambito del piano Auchan 2022, che porterà a un risparmio di 1,1 miliardi di euro, un taglio di 1.475 posti di lavoro in Francia.
Nel contempo verranno create 377 nuove posizioni (con un risultato netto di 1.088 posti eliminati) certe. La “prossimità digitale, potrebbe consentire la creazione di circa 600 posti di lavoro“.
SECONDA FASE AUCHAN 2022
Il gruppo di distribuzione francese, “dopo una prima tappa di messa in atto annunciata nel gennaio 2020, i cui primi risultati sono tangibili”, ha deciso di passare “alla seconda fase del suo piano di trasformazione”, con “un adeguamento dell’organizzazione degli ipermercati, della catena merceologica e del servizio post vendita”, riporta Le Figaro.
I PROGETTI
L’azienda, in particolare, intende “raddoppiare le vendite di cibo nel commercio digitale”entro il 2022 e punta a “stabilire una gestione unificata della catena merceologica, dal fornitore al cliente”.
Il gruppo vuole “accelerare la digitalizzazione dell’offerta Auchan” con l’obiettivo di “rafforzare l’autonomia del cliente”.
AUCHAN CHIUDE CENTRI DI RIPARAZIONE
La riorganizzazione di Auchan nasce anche dal fatto che, negli ultimi 10 anni, c’è stato a un calo del 45% del servizio post vendita. Advances Auchan Retail France chiuderà ben 9 degli 11 centri di riparazione (restano i centri di Aubagne e Trappes) e programma l’eliminazione dei servizi post vendita negli ipermercati”.
CASSIERI NON INTERESSATI DAI TAGLI
Quanto detto significa che non saranno interessati dai tagli le figure di host e cassiere.
I PROBLEMI IN ITALIA
Forti incertezze anche per i lavoratori di Auchan Italia, acquisita con una maxi operazione da Conad. Le due aziende, alle prese con le forti differenze di organizzazione ed in attesa delle verifiche dell’Antitrust, stanno facendo i conti con gli esuberi.
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