La guerra tra la Commissione Ue e gli e-commerce cinesi come Temu e Shein prosegue. Bruxelles, che da mesi sta indagando sulle procedure di vendita dei due giganti per determinare se stiano violando il Digital Services Act (Dsa), starebbe pensando di introdurre una tassa per frenare l’ondata di merci che, grazie al loro costo irrisorio, arrivano in Europa eludendo dazi doganali e controlli.
La Cina, inoltre, beneficia di costi di spedizione sovvenzionati, che rende più conveniente per le sue aziende spedire merci a basso costo per via aerea.
LE MISURE ALLO STUDIO
Secondo quanto riferito dal Financial Times, le misure prese in considerazione dalla Commissione Ue, includono una nuova tassa sulle entrate degli e-commerce e una tassa di gestione amministrativa per articolo che renderebbe la maggior parte delle spedizioni meno competitive.
Negli scorsi mesi, Bruxelles ha già proposto di eliminare la soglia di 150 euro al di sotto della quale i pacchi sono esenti da dazi doganali. Una mossa che anche gli Stati Uniti vorrebbero imitare. Questo però, osservano alcuni esperti sul FT, aumenterebbe il carico di lavoro dei funzionari doganali, già in affanno. L’aeroporto Schiphol di Amsterdam e il porto di Rotterdam, per esempio, gestiscono complessivamente 3,5 milioni di pacchi al giorno, ovvero 40 al secondo.
STRATEGIE CON DEI LIMITI
Anche le nuove misure ipotizzate, secondo le persone sentite dal FT, sarebbero complicate da mettere in pratica, a causa del diritto internazionale. EuroCommerce, che rappresenta i rivenditori dell’Ue, ha infatti affermato che una tassa di movimentazione sarebbe difficile da giustificare in base alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) perché “limitano l’importo delle tasse e degli oneri per il trattamento doganale al costo approssimativo del servizio reso”.
“Per il momento esortiamo la Commissione europea e gli Stati membri a intensificare l’applicazione delle norme a livello nazionale e comunitario e a rompere i confini tra i diversi settori di applicazione”, ha dichiarato l’Omc, ricordando che “le nuove regole richiederanno anni per essere applicate”.
Inoltre, una tassa sui ricavi degli e-commerce, che verrebbe applicata sia alle imprese dell’Ue che a quelle straniere, richiederebbe l’approvazione dei 27 Stati membri e potrebbe danneggiare le imprese europee.
QUALE QUALITÀ
Uno dei problemi evidenziati dalla Commissione Ue è che il bassissimo costo di prodotti venduti, tra gli altri, da Temu e Shein – reso possibile dalla scarsa qualità di materiali utilizzati – danneggia i competitor europei che, invece, devono mantenere alti standard di qualità in rispetto della regolamentazione europea.
Ma oltre a questo, Bruxelles ha osservato anche un aumento delle importazioni di merci contraffatte e pericolose, come nel caso dei giocattoli tossici che nella maggior parte dei casi, avendo un costo ben inferiore ai 150 euro, arrivano direttamente a casa dei consumatori senza alcun controllo da parte delle autorità. Il commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič ha sottolineato che quest’anno verranno trasportati nell’Ue circa 4 miliardi di pacchi di valore inferiore ai 150 euro, quasi il triplo rispetto al 2022.
Inoltre, il numero di prodotti pericolosi segnalati dai Paesi dell’Ue, stando al Financial Times, “è aumentato di oltre la metà, superando i 3.400 nel 2023 rispetto all’anno precedente. I cosmetici, i giocattoli, gli apparecchi elettrici e i vestiti sono stati tra i prodotti con i maggiori problemi di sicurezza”.