L’importazione sfrenata di prodotti a basso costo dei giganti cinesi Shein, Temu e Alibaba, che sfruttano l’esenzione dai dazi doganali, è finita nel mirino anche degli Stati Uniti. Già l’Unione europea infatti sta pensando di gestire il problema introducendo nuovi dazi.
Ecco cosa intende fare l’amministrazione Biden.
GIRO DI VITE SULLE CINESERIE CHE ARRIVANO NEGLI USA
Un comunicato della Casa Bianca ha annunciato l’introduzione di nuove regole per contenere il “significativo aumento dell’abuso” della cosiddetta “de minimis exemption”, ovvero la norma che consente alle spedizioni di valore pari o inferiore a 800 dollari di entrare negli Stati Uniti in esenzione dai dazi doganali. Come accade nell’Unione europea sotto i 150 euro.
Ad abusarne sarebbero in particolare colossi dell’e-comemrce cinese come Shein, Temu e Alibaba. “Oggi – si legge nella nota -, l’amministrazione Biden-Harris sta intraprendendo nuove azioni per far rispettare le nostre leggi e proteggere i consumatori, i lavoratori e le imprese americane, affrontando l’aumento significativo dell’abuso dell’esenzione de minimis, in particolare le piattaforme di e-commerce fondate in Cina, e rafforzando gli sforzi per individuare e bloccare le spedizioni che violano le leggi statunitensi”.
I TIMORI DI WASHINGTON
L’esecutivo si dice preoccupato per i potenziali rischi per la sicurezza dei consumatori e le violazioni del commercio equo e solidale. Negli ultimi dieci anni, infatti, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, il numero di spedizioni che entrano negli Stati Uniti con l’esenzione de minimis è aumentato in modo significativo, passando da circa 140 milioni all’anno a oltre un miliardo all’anno.
“Questo aumento esponenziale delle spedizioni in esenzione de minimis rende più difficile l’applicazione delle leggi commerciali statunitensi, dei requisiti di salute e sicurezza, dei diritti di proprietà intellettuale, delle norme di protezione dei consumatori e il blocco dell’ingresso nel Paese di droghe sintetiche illecite come il fentanyl e di materie prime e macchinari per droghe sintetiche”, afferma il comunicato.
Oltre ai rischi per la salute dei consumatori, l’amministrazione Usa dichiara di voler proteggere “i lavoratori e le imprese americane” specialmente dei settori del tessile e dell’abbigliamento.
“I colossi aziendali stranieri che sfruttano l’esenzione de minimis – ritiene Washington – lo fanno per una serie di motivi. Alcune aziende la sfruttano per nascondere spedizioni di prodotti illegali e pericolosi ed evitare di rispettare le leggi statunitensi in materia di salute e sicurezza e di protezione dei consumatori. Altre entità straniere lo usano per eludere le azioni di applicazione del commercio statunitense volte a livellare le condizioni di concorrenza per i lavoratori, i rivenditori e i produttori americani”.
I PROVVEDIMENTI
La Casa Bianca, sollecitando il Congresso ad approvare una legislazione completa di riforma della esenzione de minimis entro la fine dell’anno, ha avanzato alcune proposte, tra cui una che escluderebbe dall’esenzione circa il 40% delle importazioni statunitensi, compreso il 70% delle importazioni di prodotti tessili e di abbigliamento dalla Cina. I prodotti oggetto di ordini di dazi antidumping o compensativi sono invece già esclusi dalla norma.
Inoltre, trattandosi di spedizioni che entrano negli Stati Uniti con meno informazioni rispetto alle altre importazioni, il governo vuole migliorare la raccolta dei dati, richiedendo informazioni dettagliate come un numero di classificazione a 10 cifre e l’identità del depositante. Queste modifiche mirano a migliorare la tracciabilità e l’applicazione delle norme, chiarendo al contempo l’ammissibilità all’esenzione.
Infine, il personale della Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo intende proporre una norma che richieda agli importatori di depositare elettronicamente i Certificati di conformità al momento dell’ingresso, anche per le spedizioni al di sotto dei 150 dollari.