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Le magagne di Temu in Europa

La Commissione Ue ha avviato un procedimento formale contro l'e-commerce cinese Temu, che non rispetterebbe alcune norme del Digital Services Act, la legge europea sui servizi digitali. Tra le accuse, quelle di vendere prodotti non conformi e di usare meccanismi che creano “dipendenza” nei consumatori. Tutti i dettagli

 

Lo teneva sott’occhio da tempo ma ora la Commissione europea ha ufficialmente aperto una procedura ai sensi del Digital Services Act (Dsa) contro Temu. Questo non pregiudica l’esito ma Bruxelles indagherà in modo approfondito su varie violazioni ipotizzate nei confronti dell’e-commerce cinese.

Stando alla newsletter Mattinale europeo, “la procedura contro Temu potrebbe segnalare un cambio di priorità nell’attuazione del Dsa dopo le dimissioni di Thierry Breton”. In particolare: “La Commissione potrebbe concentrarsi più sulle piattaforme cinesi che sui giganti americani. Secondo le nostre fonti, questa procedura ha subito un’accelerazione su impulso del gabinetto della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dopo che Temu è diventata oggetto di polemiche in Germania per la vendita di prodotti illegali”.

IL PROCEDIMENTO DELLA COMMISSIONE CONTRO TEMU

La decisione della Commissione europea di avviare un procedimento formale contro Temu non arriva a sorpresa. Nei mesi scorsi infatti Bruxelles aveva chiesto alla piattaforma cinese di proprietà di PDD Holdings – oltre che a Shein – chiarimenti in merito alle misure adottate rispetto al Dsa, la legge sui servizi digitali che obbliga le grandi aziende del settore tech a impegnarsi di più per contrastare la diffusione di beni e contenuti illegali e dannosi. La sua violazione può comportare multe fino al 6% del fatturato globale di un’azienda.

La richiesta della Commissione Ue era arrivata a seguito delle denunce presentate da varie associazioni dei consumatori tramite l’Ufficio europeo delle Unioni dei consumatori (Beuc). Inoltre, un alto funzionario della Commissione ha detto che le preoccupazioni per la vendita di prodotti contraffatti, prodotti farmaceutici, cosmetici e giocattoli sono state sollevate da varie autorità in tutta Europa, in particolare in Germania, Danimarca e Irlanda, dove l’azienda ha sede nell’Ue.

LE ACCUSE RIVOLTE A TEMU

L’indagine, come dichiara la Commissione europea, si concentrerà su quattro settori:

  1. I sistemi messi in atto da Temu per limitare la vendita di prodotti non conformi nell’Unione europea, ovvero sistemi che hanno l’obiettivo sia di limitare la ricomparsa di commercianti disonesti precedentemente sospesi, noti per aver venduto prodotti non conformi in passato, sia di limitare la ricomparsa di merci non conformi.
  2. I rischi connessi alla progettazione di Temu stesso che, per esempio, con i suoi programmi di ricompensa simili a giochi potrebbe creare dipendenza, andando a inficiare il benessere fisico e mentale di una persona.
  3. Il rispetto degli obblighi del Dsa riguardo al modo in cui Temu raccomanda contenuti e prodotti agli utenti, il che include l’obbligo di divulgare i principali parametri utilizzati nei sistemi di raccomandazione della piattaforma e di fornire agli utenti almeno un’opzione facilmente accessibile che non si basi sulla profilazione.
  4. Il rispetto dell’obbligo del Dsa di consentire ai ricercatori l’accesso ai dati pubblicamente accessibili di Temu.

COSA SUCCEDE ORA

Dopo l’avvio formale del procedimento, la Commissione continuerà a raccogliere prove, per esempio inviando ulteriori richieste di informazioni a Temu o a terzi o conducendo azioni di monitoraggio o colloqui. La durata di un’indagine approfondita dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui l’impresa interessata collabora con la Commissione Ue e l’esercizio dei diritti di difesa.

LA RISPOSTA DI TEMU

Temu, che lo scorso settembre ha dichiarato di avere 92 milioni di utenti mensili nell’Ue (e solo ad aprile erano 75 milioni), ha risposto che “prende sul serio” gli obblighi ai sensi del Digital Services Act, “investendo continuamente per rafforzare il [suo] sistema di conformità e salvaguardare gli interessi dei consumatori sulla piattaforma”. Inoltre, stando al Guardian, l’azienda ha anche anticipato che firmerà un protocollo d’intesa con la Commissione sulla vendita di prodotti contraffatti online, sottolineando che collaborerà “pienamente con i regolatori per sostenere l’obiettivo comune di un mercato sicuro e affidabile per i consumatori”.

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