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Banco Bpm

Diamanti, che cosa c’entrano Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti

Ecco come e perché Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti sono gli istituti di credito coinvolti nell'inchiesta su una presunta truffa sulla vendita di diamanti a investitori e risparmiatori.

 

Settecento milioni di euro. E’ questa la somma sequestrata dalle Fiamme Gialle a Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti.

ECCO IL RUOLO DI BANCO BPM, INTESA SANPAOLO, UNICREDIT E MPS

Le cinque banche sono finite al centro di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco su una presunta truffa sulla vendita di diamanti a investitori e risparmiatori. Tra gli indagati, che in tutto sono una settantina, figura anche il direttore generale di Banco Bpm Maurizio Faroni, che dovrà rispondere di truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Indagati anche altri dirigenti della banca, oltre a responsabili delle due società Idb e Dpi che vendevano i preziosi agli investitori e che oggi sono state perquisite.

I REATI CONTESTATI

Tra i reati contestati, a vario titolo, anche quello di corruzione tra privati. Tanti clienti raggirati. Tra loro, anche la rockstar Vasco Rossi, che avrebbe investito 2,5 milioni di euro in pietre preziose.

LE VITTIME

Numerosi sono stati i risparmiatori convinti a sottoscrivere i contratti, persuasi di avere messo il proprio denaro al riparo da ogni tipo di rovescio finanziario, tra questi spiccano anche personaggi noti: oltre a Vasco Rossi (che avrebbe investito qualcosa come 2,5 milioni di euro) e Diana Bracco, figurano anche la conduttrice televisiva Federica Panicucci e la ex showgirl Simona Tagli. In particolare, Simona Tagli avrebbe fatto un investimento da circa 29mila euro e Federica Panicucci da circa 54mila euro. Gli investigatori hanno ricostruito le posizioni di circa un centinaio di persone truffate, ma i raggiri sarebbero stati compiuti nei confronti di moltissimi altri soggetti.

TUTTE LE MAGAGNE SUI DIAMANTI CHE ERANO STATE SVELATE DALL’ANTITRUST

LE ACCUSE

Secondo l’accusa, le due società avrebbero fatto comprare i preziosi a istituti di credito e risparmiatori “gonfiandone” il valore, anche attraverso false quotazioni sui giornali.

CHE COSA C’ENTRANO BANCO BPM, INTESA SANPAOLO, UNICREDIT E MPS

Le banche – che avrebbero avuto un ruolo di intermediazione con i clienti truffati, che in tutto sarebbero un centinaio – erano al corrente del meccanismo. In particolare, per l’ipotesi di truffa le Fiamme Gialle hanno sequestrato 149 milioni a Idb, di 165 milioni a Dpi, di 83,8 milioni a Banco Bpm e Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Intesa Sanpaolo e di 35,5 milioni a Mps.

DA DOVE NASCE L’INCHIESTA

Per l’ipotesi di autoriciclaggio il sequestro è da 179 milioni per Idb e di 88 milioni per Dpi. Nell’ottobre del 2016, i giornalisti di ‘Report’ avevano confrontato i prezzi di listino dei diamanti venduti dalla Idb e dalla Dpi, a parità di carato, brillantezza e purezza, con le quotazioni di Rapaport, il listino internazionale dei diamanti riconosciuto in tutto il mondo. Era emerso che quelli venduti dalle due società nel mirino della Procura di Milano avevano un prezzo doppio rispetto agli altri.

TUTTE LE MAGAGNE SUI DIAMANTI CHE ERANO STATE SVELATE DALL’ANTITRUST

IL RUOLO DELL’ANTITRUST

In passato già l’Authority garante della concorrenza e dei mercati aveva bollato le pratiche di vendita di diamanti messe a segno dalle due società come omissive e ingannevoli. E per questa ragione nell’ottobre 2017 le aveva sanzionate insieme al Banco, a Mps e a UniCredit con una multa da 12,3 milioni di euro complessivi. Inevitabile era stato il ricorso da parte delle due aziende e delle tre banche al Tar del Lazio, che il 14 novembre scorso si era espresso con cinque sentenze (una per ogni persona giuridica) nelle quali si confermavano le tesi dell’antitrust (e le relative sanzioni). L’Authority aveva anche contestato, nell’ordine, le comunicazioni relative al prezzo di vendita dei diamanti; la prospettazione al pubblico dell’andamento del mercato; le aspettative di apprezzamento del valore futuro dei diamanti e la loro facile liquidabilità e rivendibilità. Il Tribunale aveva poi insistito sul ruolo attivo dei funzionari bancari nella vendita dei diamanti presso i risparmiatori, così rafforzando nel cliente l’idea che la «banca fosse il suo interlocutore» reale.

TUTTI I DETTAGLI

I bersagli dei provvedimenti sono la fallita Intermarket Diamond Business e la Diamond Private Investment, inventori del business. Ma i sequestri hanno colpito soprattutto gli istituti di credito che ne avevano favorito l’operatività, spesso all’interno dei loro stessi sportelli: il BancoBpm-Banca Aletti, UniCredit, Intesa Sanpaolo e Montepaschi. I reati ipotizzati sono quelli di truffa aggravata e autoriciclaggio e tra gli indagati vi sarebbero anche una settantina di persone fisiche tra le quali il direttore generale del Banco Maurizio Faroni che sarebbe indagato per concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. In dettaglio per la truffa aggravata i finanzieri di Milano hanno proceduto con sequestro diretto per 149 milioni in capo alla Idb, 165 alla Dpi, 83 milioni al BancoBpm-Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa e 35 milioni a Mps.

PERCHE’ C’E’ SUBBUGLIO FRA LE BANCHE NELL’ABI

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