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Tutte le manovre dei francesi su Mps, Banco Bpm e Generali

C'è lo zampino della francese Natixis nell'ascesa di Delfin nel capitale di Mps. Mentre in Banco Bpm e Generali... Fatti, numeri e approfondimenti

 

La nascita di un terzo polo bancario da far nascere attorno a un nocciolo duro di soci italiani e al Monte dei Paschi ancora partecipato dallo Stato non è un progetto tramontato, nonostante l’offensiva lanciata da Unicredit sul Banco Bpm. A dimostrarlo è l’aumento della quota della holding della famiglia Del Vecchio, Delfin, che è salita a poco meno del 10% dell’istituto senese. Il blitz porta la data del 27 dicembre ed è avvenuto “nell’ambito di una complessiva operazione di “share  forward” e “collar share forward”, spiega la Consob, in cui la  holding potrebbe essere stata aiutata da Natixis. “Delfin ha maturato la decisione di aumentare la quota a dicembre. Si è avvalsa del lavoro della banca francese Natixis che ha costruito una posizione pari al 5,8% «nell’ambito di una operazione di share forward e collar share forward», si legge sul sito della Consob”, ha sottolineato il Corriere della sera.

IL RUOLO DELLA FRANCESE NATIXIS NELLA SALITA DI DELFIN IN MPS

La banca francese ha fatto una fulminea apparizione nel capitale del Monte il 30 dicembre, con una quota del 5,8% acquistata (a titolo di prestatario) e liquidata lo stesso giorno, per poi ricomparire il 6 gennaio con strumenti finanziari pari al 6,4% del capitale, quasi interamente rappresentati (6,27%) da una posizione lunga regolabile in azioni con opzioni put e call che scadono tra  settembre 2025 e marzo 2026.

LE MANOVRE DEI FRANCESI TRA MPS E BANCO BPM

Attenzione ai francesi, per tutta una serie di motivi. Il primo: con Francesco Gaetano Caltagirone (al 5%) l’obiettivo di Delfin (presieduta da Francesco Milleri, nella foto) è prendere il posto del Mef a Rocca Salimbeni anche con un occhio a Mediobanca (di cui sono entrambi soci di peso) e soprattutto alla partita che si giocherà in primavera sul governo societario delle Generali, partecipata da Piazzetta Cuccia con il 13 per cento.

GLI INTRECCI DI NATIXIS FRA MPS E GENERALI

La compagnia triestina – guidata dal francese Philippe Donnet che il tandem Del Vecchio-Caltagirone ha già tentato una volta di mandare a casa – punta a concludere un accordo preliminare proprio con Natixis entro le prossime otto settimane, per un’alleanza nel risparmio gestito. Secondo quanto riportava un’agenzia Bloomberg a dicembre, il Leone vorrebbe raggiungere un’intesa sui termini principali della struttura prima dell’investor day fissato per il 30 gennaio.

IL PESO DI CREDIT AGRICOLE IN BANCO BPM E DEI FRANCESI IN ESSILUX

Attenzione ai transalpini pure nell’altro match, quello sul Banco Bpm che ha come primo azionista i francesi del Credit Agricole, è stato sollevato il tema dell’italianità. Tuttavia, anche le partecipazioni della lussemburghese Delfin parlano molto francese. A cominciare dal colosso dell’occhialeria Essilux quotato alla Borsa di Parigi e nato dalla fusione tra Essilor e Luxottica. Un’operazione seguita da un lungo braccio di ferro con i francesi proprio sulla governance: per oltre due anni, il defunto patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e Hubert Sagnières (artefice della crescita di Essilor) si erano affrontati a volte direttamente, altre per interposta persona, sino a che Del Vecchio aveva ottenuto la nomina a Ceo per il suo braccio destro Milleri.

Di recente in Essilux la Caisse des Dépôts et Consignations (CDC), ovvero la corrispondente francese della nostra Cassa e depositi e prestiti, ha superato individualmente la soglia del 2% del capitale attraverso acquisti sul mercato. L’investimento, di oltre 600 milioni, ha portato la Caisse a detenere direttamente il 2,41% del gruppo e l’aggregato CDC-Bpifrance a detenere il 4% del capitale.

COSA’ C’E’ NELLA CASSAFORTE DELFIN

Come ha scritto Startmag lo scorso 2 maggio, per i prossimi tre anni saranno ancora Francesco Milleri e Paul du Saillant a guidare EssilorLuxottica (in cda siederanno anche Jean-Luc Biamonti e Marie-Christine Coisne-Roquette). Nella cassaforte Delfin sono poi custodite le quote (il 28%) di Covivio, il gruppo immobiliare francese (quotato a Parigi) nato dalla fusione di Beni Stabili in Fonciere des Regions. Quanto a Caltagirone, i francesi di Suez possiedono una partecipazione del 23,3% di Acea, la multiutility romana di cui è socio anche l’imprenditore romano con circa il 5,5 per cento.

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