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Credit Suisse

Ecco le ultime magagne di Credit Suisse

Nel 2022 Credit Suisse ha riportato una perdita di 7,9 miliardi di dollari, la più grave dalla crisi finanziaria del 2008. Harris Associates, il suo maggiore azionista storico, ha venduto tutte le quote

 

Nel 2022 la banca d’investimento svizzera Credit Suisse, la più grande del paese dopo UBS, ha riportato i peggiori risultati finanziari dai tempi della crisi finanziaria mondiale: una perdita di 7,3 miliardi di franchi svizzeri (circa 7,9 miliardi di dollari) nel 2022, contro quella di 8,2 miliardi nel 2008.

LE PREVISIONI PER IL 2023 E IL 2024

L’amministratore delegato Ulrich Körner pensa che Credit Suisse farà ritorno alla redditività nel 2024 – per il 2023 prevede una perdita “notevole” -, a patto però che riesca a realizzare il suo ambizioso piano di ristrutturazione, scrive Quartz, che prevede tagli ai posti di lavoro e la creazione di una banca d’investimento “super boutique” sotto il marchio CS First Boston, con sede a New York.

HARRIS ASSOCIATES MOLLA TUTTO

Intanto, la società di investimento statunitense Harris Associates non possiede più azioni di Credi Suisse: è una notizia molto rilevante, perché ne era un tempo la maggiore azionista.

Il vicepresidente David Herro ha spiegato al Financial Times che Harris Associates ha iniziato a ridurre la sua esposizione a Credit Suisse dall’ottobre scorso, dopo che la banca ha raccolto 4 miliardi di franchi svizzeri con un giro di finanziamenti che ha portato la banca commerciale saudita Saudi National Bank ad assumerne una quota del 9,9 per cento.

Lo scorso agosto Harris Associates possedeva una quota del 10,1 per cento di Credit Suisse; a gennaio l’aveva portata al 5 per cento.

Nell’ultimo trimestre del 2022 i prelievi dei clienti di Credit Suisse sono ammontati a 110,5 miliardi di franchi svizzeri, un volume senza precedenti.

TUTTI GLI SCANDALI DI CREDIT SUISSE

La storia recente di Credit Suisse è ricca di scandali.

Nel marzo del 2021 il fallimento della società britannica di servizi finanziari Greensill Capital causò ai clienti di Credit Suisse una perdita di oltre 3 miliardi di dollari sui loro investimenti. Il mese successivo la banca subì una perdita di 4,7 miliardi di dollari con il collasso dell’hedge fund statunitense Archegos Capital, al quale forniva servizi di brokeraggio.

A febbraio del 2022 la banca fu accusata di non aver impedito il riciclaggio di denaro legato al narcotraffico da parte di un’organizzazione criminale bulgara; a giugno la banca venne giudicata colpevole da un tribunale svizzero e obbligata al pagamento di 22 milioni di dollari.

Sempre a febbraio, il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ottenne i dati di oltre 18.000 correntisti di Credit Suisse, che detenevano in totale oltre 100 miliardi di franchi svizzeri, e scoprì che molti di questi erano coinvolti in attività illecite di vario tipo (traffico di droghe e di esseri umani, ad esempio).

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