(Breve estratto dell’intervista di Daniele Capezzone ad Alberto Bagnai pubblicata sul quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro)
Lei è stato tra i primi a denunciare – in epoca non sospetta – il fatto che le trattative italiane sul Mes fossero condotte da parte dei funzionari del Mef (non si capisce con quale mandato politico, peraltro) in una condizione di impossibilità di controllo parlamentare e di opinione pubblica…
Attenzione. A noi Roberto Gualtieri ha detto che i funzionari stanno seguendo le sue indicazioni. Quindi, se diamo credito al ministro, la fattispecie penale di infedeltà in affari di Stato va esclusa…Anche se, a essere maliziosi, l’evidenza data dai media al ruolo del deep state potrebbe essere finalizzata a precostituire dei capri espiatori, se le cose andassero male…
Si dirà che le condizionalità peggiori sono state evitate e che c’è un mitico “pacchetto”. Vogliamo esaminarne le componenti? Intanto, lei ha scritto che un “Mes senza condizioni” è come un’”austerità espansiva”, praticamente un ossimoro…
Nella migliore delle ipotesi, non sanno di cosa parlano. Nella peggiore, lo sanno bene. Quando fu istituito il Mes, fu modificato l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione, aggiungendo un comma che stabilisce che ogni concessione sarebbe stata soggetta a “rigorosa condizionalità”. Se oggi volessero fare una cosa seria, dovrebbero togliere questo comma, oppure chiedere la disapplicazione della parte del Two Pack che consente di modificare le condizionalità in seconda battuta. Senza queste precauzioni giuridiche, di che parliamo?
C’è poi questo fondo Sure per la cassa integrazione. Ma nella migliore delle ipotesi più di 10 miliardi (sempre in prestito, peraltro) non potranno arrivare…Ci facciamo ingabbiare per così poco?
Qui la condizionalità è in re ipsa: la proposta è di prendere i soldi in prestito per adottare un modello alla tedesca, simile al Kurzarbeit, sulla cui validità molti tedeschi hanno dubbi.
E infine si valorizza il ruolo della Bei, che però non è una banca centrale né può surrogarne il ruolo…
Come i lettori della Verità sanno, né il Mes né la Bei sono strumenti di soccorso per un’emergenza a seguito di una catastrofe. E in entrambi i casi c’è un capitale iniziale che fa da garanzia per raccogliere altro capitale, quindi la potenza di fuoco immediata è limitata. La realtà è che vogliono evitare la strada maestra….
Si riferisce alla Bce.
Certo. La Bce può immettere la liquidità che occorre senza queste condizionalità e trappole. Ovviamente il gioco non sarebbe ripetibile all’infinito, perché esiste un rischio di inflazione. Ma oggi siamo in deflazione, quindi pericoli non ce ne sono.
Domanda controcorrente. Poniamo che invece sia accolta la richiesta che in Italia molti (non solo a sinistra) fanno, e cioè quella degli Eurobond. Ma non sarebbe pericoloso in prospettiva? A quel punto, a fronte di una mutualizzazione dei rischi, Bruxelles e Berlino avrebbero gioco facile a pretendere omogeneizzazione fiscale (la chiamano “armonizzazione”), di fatto togliendo la leva fiscale ai governi futuri…
Sarebbe un esito infausto. E infatti gli Eurobond non sono a mio avviso una buona idea. Vede, i nostri Btp (e l’Italia in 160 anni non è mai andata in default, diversamente dalla Germania o da pezzi di Germania) sono garantiti dalla capacità italiana di creare valore aggiunto. Invece, quale gettito fiscale sarebbe a garanzia degli Eurobond? A quel punto, ci sarebbe fatalmente la richiesta di ‘tasse europee’, da parte di soggetti che evidentemente non ci rappresentano.
(Breve estratto dell’intervista di Daniele Capezzone ad Alberto Bagnai pubblicata sul quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro)
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PERCHE’ IL PACCO SURE-BEI-MES FA RIFIUTATO. AVANTI CON LA BCE. L’ANALISI DI LITURRI