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Big Oil

Cosa prevede l’Ocse sul contagio economico da Coronavirus

Transazioni in caduta libera, petrolio al ribasso, produzioni ferme. L'Ocse rivede le sue previsioni

Sta davvero saltando tutto? Commissione europea, BCE, Trump, patto di stabilità, prezzo del petrolio? Il coronavirus riposiziona tutto e tutti in una prospettiva ignota. Conte che non abbandona la linea dei provvedimenti in progress, inclusi quelli annunciati ieri sera, in fondo è in buona compagnia. Nessuno – dopo la Cina – può dire di aver previsto tutte le conseguenze dell’epidemia da Covid 19.

Da Parigi, dove ha la sua sede, l’Ocse in queste ore ha chiesto un Piano Marshall per combattere gli effetti della crisi. È tutto in gioco, ha detto il segretario generale Angel Gurria. Ai Paesi è richiesto un livello di ambizione simile a quello del Piano Marshall, e una visione altrettanto simile a quella del New Deal. Le previsioni su energia, ambiente, produzione, interscambio commerciale sono peggiorate.

In che senso? Nel senso che solo un mese fa la stessa OCSE aveva calcolato un default economico globale dell’1,5%, con recessione nelle economie europee o giapponesi. In tre settimane il quadro è cambiato completamente con le transazioni commerciali in caduta libera e il prezzo del petrolio (principale indicatore economico globale) è ai livelli di 30 anni fa.

Ad inizio settimana dal G7 è arrivato l’impegno a rafforzare la collaborazione per arrestare la crisi economica e sanitaria. Gurria non è convinto di un tale impegno. Secondo l’Agi, si aspetta che gli Stati – tutti ormai alle prese con il coronavirus- sostengano principalmente il personale sanitario e le agenzie di regolamentazione sanitaria “per rimuovere gli ostacoli burocratici che ostacolano lo sviluppo e la somministrazione di vaccini e trattamenti, anche per i pazienti non assicurati”.

La situazione mondiale volge al peggio, forse verso il più grande “shock” economico, finanziario e sociale del XXI secolo. Gli attentati dell’11 settembre 2001 e la crisi finanziaria globale del 2008, secondo l’Ocse sarebbero poca cosa rispetto agli effetti di lungo periodo dell’epidemia di questi mesi. A Parigi pensano anche che sospendere le produzioni nei Paesi colpiti, avrà danni collaterali con calo dei consumi e un crollo della fiducia. Certamente. Ma avrà salvato vite umane e l’Italia (un po’ in ritardo) lo ha capito.

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