Brutte notizie sul fronte del contagio da coronavirus, alla vigilia di quella che potrebbe essere la prossima apertura, seppure a geometria variabile. Dopo 18 giorni in cui il numero dei nuovi contagi era in caduta, salvo qualche piccolo segnale in direzione contraria (5 giorni sui 18 indicati) si è verificata una leggera inversione di tendenza. Oggi l’aumento è stato di 1.402 casi, al lordo di 419 dovuti ai ritardi nelle comunicazioni lombarde, nei giorni precedenti. Al netto di questa variazione l’aumento è stato pari a 983 casi. Piccola preoccupazione per l’avvenire.
Intanto la Protezione civile ha fatto qualche pasticcio nella comunicazione dei dati. In un primo momento quelli forniti in default, vale a dire nelle tabelle che sono nascoste dal cruscotto generale ed alle quali si può accedere solo cliccando sull’apposito bottone, non corrispondevano a quelli riportati sul tableau principale. Poi corrette, ma internet non perdona ed ecco allora le due diverse schermate, di cui la seconda quella buona:
Piccola cosa per carità, che, tuttavia, non lascia tranquilli. E visto che ci siamo. Si discute molto se non saremo costretti a ricorrere a forme anche più dure di lockdown, se le cose dovessero andare male. Finora il Governo ha varato diversi decreti legge per un importo complessivo pari a circa 75 miliardi (20 per il decreto “cura Italia” ed altri 55 per quello del “rilancio”, quando e se verrà alla luce). Non è questa la sede per dimostrarlo, ma abbiamo quasi esaurito le risorse che sarebbero a disposizione del Paese, grazie al maggior deficit di bilancio ipotizzato dalla Commissione europea nelle sue previsioni di qualche giorno fa. Siamo quindi senza rete per l’immediato futuro. Il Governo ne è consapevole, o pensa ormai di aver trovato la mitica cornucopia?