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I dazi di Trump e la siccità rischiano di bloccare i porti europei

I dazi di Trump e la siccità stanno mettendo sotto pressione i principali porti europei: Rotterdam, Anversa e Amburgo. La produzione industriale, per il momento, è al sicuro, ma aumenta il rischio di un intoppo delle filiere.

Il massiccio riorientamento dei flussi di merci causato dalle politiche commerciali dagli Stati Uniti – cioè dai dazi imposti dal presidente Donald Trump – sta mettendo sotto pressione i principali hub logistici europei. Al punto che il Financial Times ha parlato della “peggiore congestione della catena di approvvigionamento in Europa dalla pandemia di coronavirus”.

LA SITUAZIONE NEI PORTI DI ROTTERDAM, ANVERSA E AMBURGO

La situazione è grave soprattutto nei porti di Rotterdam, Anversa e Amburgo – i più importanti del continente, nell’ordine, per volumi gestiti -, dove le navi portacontainer e le chiatte devono attendere lunghi periodi prima dello scarico e del carico delle merci.  “Tutti i grandi hub sono stracolmi”, ha detto al Financial Times Caesar Luikenaar, amministratore delegato della compagnia di navigazione Wec Lines, con sede nei Paesi Bassi, aggiungendo che alcuni dei porti principali del continente stanno operando al massimo della loro capacità.

La società logistica tedesca Contargo ha avvisato i propri clienti che i tempi medi di caricamento dei container sulle chiatte che navigano sul fiume Reno sono di sessantasei ore al porto di Anversa e di settantasette ore a quello di Rotterdam. Al porto di Anversa, inoltre, le navi stanno scaricando i container con un ritardo di tre-cinque giorni.

NESSUNA CONSEGUENZA SULLA PRODUZIONE MANIFATTURIERA, PER ORA

Per il momento, tuttavia, pare che nessuna azienda abbia dovuto sospendere la produzione perché rimasta senza materiali o componenti. Se la congestione dovesse aggravarsi, però, potrebbero verificarsi delle interruzioni all’attività manifatturiera europea: per com’è strutturato il sistema logistico, infatti, le aziende di solito riducono al minimo le scorte in magazzino (risparmiando sui costi) perché sanno che i rifornimenti giungeranno in tempo, secondo un calendario fisso e prestabilito.

LE ACQUE BASSE DEL RENO E LA FINE DELL’ACCORDO MSC-MAERSK

Oltre ai dazi voluti dall’amministrazione Trump, che hanno causato un aumento delle importazioni di beni dall’Asia, gli intoppi logistici in Europa sono dovuti anche alla siccità: per via di una primavera poco piovosa, cioè, i livelli delle acque del Reno sono bassi e di conseguenza le chiatte devono ridurre il peso del carico trasportato in modo da garantire la sicurezza della navigazione.

In aggiunta a tutto questo, i porti europei devono anche fare i conti con la fine dell’accordo di cooperazione tra le società di trasporto marittimo Mediterranean Shipping Company (italo-svizzera) e Maersk (danese), le due più grandi al mondo, che potrebbe comportare dei cambiamenti agli orari di arrivo e ai terminali di ormeggio delle navi.

“I NOSTRI SISTEMI CONTINUANO A FUNZIONARE”

L’autorità portuale di Anversa-Bruges, pur riconoscendo la “prolungata e aumentata congestione” dei porti del Nord Europa, che potrebbe comportare “inefficienze operative nel breve termine”, ha comunque garantito che “i nostri sistemi continuano a funzionare entro i tempi cuscinetto previsti”.

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