Il pressing della Bce su un vertice di peso – rispetto a uno deboluccio e di basso profilo che era stato informalmente alla Bce e poi bocciato di fatto dalla Vigilanza di Francoforte – ha sortito uno scenario che presto potrebbe avverarsi: alla presidenza della Popolare di Bari andrà direttamente il numero uno della banca che controllerà l’istituto di credito pugliese ossia Bernardo Mattarella.
Secondo le indiscrezioni giornalistiche che circolano da ieri, sarà Bernardo Mattarella – al momento amministratore delegato del Mediocredito centrale (Invitalia, Mef) che controlla la Popolare di Bari dopo il salvataggio pubblico della banca pugliese – il presidente della Banca Popolare di Bari, affiancato come come dal neo direttore generale Giampiero Bergami.
Ecco tutte le novità sull’istituto pugliese.
“La banca Popolare di Bari è stata messa in sicurezza dal punto di vista patrimoniale. ma ci vorranno almeno due anni ancora in perdita prima del pareggio di bilancio (2022) per poi arrivare a un risultato economico positivo nel 2023-2024”. E’ quello che ha affermato il commissario straordinario dell’istituto pugliese, Antonio Blandini, in audizione ieri alla commissione d’inchiesta sulle banche che ha sottolineato come al momento dell’arrivo dell’amministrazione straordinaria “la situazione di partenza era assolutamente delicata dal punto di vista industriale” con un rapporto cost/income “fra i peggiori in Italia”. Per questo, ha spiegato Blandini, dopo “la stabilizzazione patrimoniale con 1,6 ,miliardi di euro da parte di Fitd e Mcc, ora c’è bisogno di attuare “le misure previste dal piano industriale” anche se “gli effetti della pandemia Covid” apportano “elementi di incertezza”.
LA MOSSA DEL MEDIOCREDITO CENTRALE SULLA POPOLARE DI BARI
I commissari straordinari della Popolare di Bari Spa, Enrico Ajello e Antonio Blandini, attendono entro venerdì il deposito da parte dell’azionista di riferimento Mediocredito Centrale della lista dei nomi che dovranno comporre il nuovo consiglio di amministrazione in vista dell’assemblea convocata per il prossimo 15 ottobre. E’ quello che hanno indicato nel corso dell’audizione davanti alla Commissione banche presieduta da Carla Ruocco. L’assemblea di ottobre ricostituirà gli organi e contestualmente cesserà la gestione commissariale, hanno indicato i due commissari.
VERSO L’ASSEMBLEA DELLA POPOLARE DI BARI
La Popolare di Bari con il nuovo piano industriale “raggiungerà nel 2022 un sostanziale pareggio e un risultato economico positivo nel 2023 e 2024”. L’assemblea di ottobre è il secondo tentativo per la ricostituzione degli organi: l’assemblea convocata per meta’ settembre è stata infatti sconvocata visto che a fine agosto Mcc non ha presentato una lista di nomi.
IL SALVATAGGIO DELLA POPOLARE DI BARI
I due amministratori straordinari si apprestano a lasciare all’azionista quasi unico (97%) Mediocredito centrale (Mcc), la banca al 100% dello Stato che ha rilevato Popolare di Bari dal quasi crac tra fine 2019 e metà 2020: “Un salvataggio costato in totale 1,6 miliardi di cui 1,17 versati dal sistema bancario attraverso il Fondo di tutela dei depositi (Fitd) e 430 milioni circa dal governo. Ma anche l’azzeramento pressoché totale agli oltre 50 mila soci cooperativi, ai quali andrà un ristoro di circa 44 milioni”, ha sottolineato oggi il Corriere della Sera. (qui l’approfondimento di Start Magazine sull’impatto del salvataggio della Popolare di Bari sul bilancio del Fondo interbancario di tutela dei depositi).
LA LISTA DEL PROSSIMO CDA DELLA POPOLARE DI BARI
La lista per l’ex popolare, diventata spa lo giugno, avrebbe dovuto essere presentata entro il 16 settembre ma Mcc non l’ha fatto (qui l’approfondimento di Start Magazine). Nodi politici da sciogliere sulle nomine all’interno del governo, è stata la ricostruzione ufficiosa, tanto che pure il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha dovuto richiamare nei giorni scorsi l’attenzione alla qualità della governance degli istituti. Ora per la presidenza sarebbe in pole position Bernardo Mattarella, attuale amministratore delegato di Mcc, mentre il neo-direttore generale Giampiero Bergami dovrebbe diventare ceo (qui il curriculum di Bergami che arriva da Mps).
LE AZIONI DI RIVALSA CONTRO EX AMMINISTRATORI E CONTROLLORI
Ma le magagne giudiziarie sono dietro l’angolo e dovrà seguirle Mattarella. I commissari della Banca Popolare di Bari, Enrico Ajello e Antonio Blandini, sono pronti ad avviare l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori dell’istituto di credito commissariato, ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “Tutti coloro che hanno gestito la banca o hanno fatto parte del cda, a partire dagli esponenti della famiglia Jacobini, ma ad eccezione di coloro che erano in ruoli di amministrazione o gestione da meno di un anno al momento del commissariamento. Oggetto dell’azione sarebbe anche la precedente società di revisione, Pricewaterhouse, a carico della quale sarebbero emerse responsabilità”.
CHE COSA HANNO DETTO I COMMISSARI IN PARLAMENTO
Ieri Blandini e Ajello sono stati auditi dalla commissione di inchiesta sulle banche alle quale hanno consegnato una lunga relazione. Essa contiene un resoconto del lavoro eseguito per pulire la banca, redigere il nuovo piano industriale e avviare l’azione di derisking, il cui perno è stato la cessione di 2 miliardi alla Amco, tra cui anche le posizioni unlikely to pay, ha sottolineato il Sole 24 Ore. Il documento spiega “che il piano prevede un Cet1 medio del 12% (a fine giugno era pari al 21,8% dopo le cessioni). Il patrimonio netto atteso a fine 2020 è pari a 596 milioni, il Cet1 al 14,6 per cento. Il piano, che fa perno sulla rifocalizzazione del business sulle Pmi, prevede un margine di interesse di 139,5 milioni a fine anno e 167 milioni a fine 2024 (quando il margine di intermediazione è destinato a salire a 339 milioni contro i 250 milioni di fine 2020)”.
I NUMERI DELLA BANCA SECONDO I COMMISSARI
I commissari – ha aggiunto il quotidiano di Confindustria – “hanno ribadito che la banca, pur essendo stata messa in sicurezza, sarà in perdita per i prossimi due anni. A fine giugno i crediti deteriorati netti erano pari a 238 milioni, con un’incidenza sugli impieghi passata dal 17,9% ante-cessione al 4,43 per cento. Gli Utp a fine giugno erano pari a 177 milioni (in calo dell’86% gli Utp lordi). Dopo la pulizia la banca ha iniziato «a limitare i nuovi ingressi nei deteriorati attraverso il potenziamento delle azioni di early management». La relazione riferisce di un’ispezione di Bankitalia del 2019, che ha portato la vigilanza lo scorso 28 maggio ad avviare un procedimento sanzionatorio verso la banca dopo il «giudizio sfavorevole sulle diverse componenti di governance e controlli, credito e gestione dei processi trasversali, nonché la necessità di rafforzare i presidi organizzativi e di controllo a tutela dei rischi connessi». I commissari hanno avviato le attività di “remediation”. Accenture è stata scelta dall’azionista Mcc come advisor. Il nuovo piano industriale di Popolare di Bari è stato valutato anche dalla Dg Competition della Ue, che ha preso per buone le elaborazioni fatte prima della pandemia”. La parola e la palla ora passano a Mattarella