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Wall Street

Quali sono e cosa fanno le società cinesi che si ritirano da Wall Street

Cinque società statali cinesi hanno anticipato il delisting dalla borsa di New York. Ecco ragioni, numeri e contesto.

 

Cinque società statali cinesi hanno annunciato oggi l’intenzione di ritirare entro fine mese le loro quotazioni dalla New York Stock Exchange, negli Stati Uniti, la borsa valori più grande al mondo per volume di scambi.

LE CINQUE AZIENDE CHE LASCERANNO LA BORSA DI NEW YORK

Ad aver anticipato i piani di delisting sono state, in comunicati separati, la compagnia assicurativa China Life Insurance, il produttore di alluminio Aluminium Corporation of China (Chalco), le società petrolifere Sinopec e PetroChina e l’azienda petrolchimica Sinopec Shanghai Petrochemical.

Hanno specificato che rimarranno quotate alla borsa di Hong Kong e a quelle nella Cina continentale.

LE DISPUTE NORMATIVE

La China Securities Regulatory Commission, l’autorità governativa cinese che regola il mercato mobiliare, ha fatto sapere che “queste società hanno rispettato rigorosamente le regole e i requisiti normativi del mercato finanziario americano sin dalla loro quotazione negli Stati Uniti e hanno scelto il delisting in base alle proprie valutazioni commerciali”.

A maggio le cinque aziende erano state aggiunte ad una sorta di “lista nera” perché non rispettano le normative di revisione americane: una legge del 2020, chiamata Holding Foreign Companies Accountable Act, obbliga infatti le società quotate negli Stati Uniti a dichiarare di non essere di proprietà o sotto il controllo del governo cinese.

ALIBABA, BAIDU E JD.COM SARANNO LE PROSSIME?

Nella lista sono presenti anche le compagnie tecnologiche Alibaba Group, JD.com e Baidu. Alibaba ha dichiarato recentemente che convertirà la sua quotazione secondaria a Hong Kong in una doppia quotazione primaria: una mossa tecnica che, secondo gli analisti, potrebbe facilitare eventuali manovre future di modifica della quotazione primaria del gruppo.

Nel 2021 tre società cinesi di telecomunicazioni – China Telecom, China Mobile e China Unicom – hanno ritirato le loro quotazioni negli Stati Uniti.

LE DATE DI DELISTING

Le cinque aziende che hanno annunciato il ritiro dalla borsa di New York non hanno fatto menzione diretta di queste dispute normative. Hanno però specificato – ognuna delle cinque – che i loro volumi di azioni scambiate negli Stati Uniti sono ridotti se paragonati a quelli nelle altri borse principali in cui sono quotate.

China Life e Chalco hanno detto che presenteranno domanda di delisting il 22 agosto: il ritiro sarà effettivo dopo dieci giorni. Sinopec e PetroChina faranno invece richiesta il 29 agosto.

IL PARERE DELL’ANALISTA

Kai Zhan, analista presso la società legale cinese Yuanda, ha detto a Reuters che, attraverso i cinque annunci di delisting, la Cina “sta inviando un messaggio che indica che la sua pazienza si sta esaurendo nei colloqui di audit”, cioè regolatori, con gli Stati Uniti.

Le autorità di Washington vogliono l’accesso completo ai libri contabili delle società cinesi quotate negli Stati Uniti. Pechino, d’altra parte, impedisce ai soggetti stranieri di ispezionare i documenti di revisione delle società nazionali, motivando questa politica con la tutela della sicurezza nazionale.

COME VANNO LE AZIONI

Oggi, nel premarket, le azioni di China Life e di Sinopec quotate negli Stati Uniti sono calate rispettivamente del 5,7 e del 4,3 per cento. Quelle di Chalco hanno perso l’1,7 per cento, quelle di PetroChina il 4,3 e quelle di Sinopec Shanghai Petrochemical il 4,1.

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