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Cambiamento Climatico Cina

Tutti gli ostacoli alla crescita economica della Cina

Per il 2024 la Cina ha fissato nuovamente un obiettivo di crescita economica "a circa il 5 per cento". Dalla crisi immobiliare alla geopolitica, ecco tutte le difficoltà che Pechino si ritrova a fronteggiare. Il focus dell'Agi.

La Cina ha fissato il suo obiettivo di crescita economica a “circa il 5%” quest’anno, un target identico a quello annunciato per il 2023 e che per la seconda più grande economia del mondo era già uno dei meno ambiziosi degli ultimi tre decenni.

Nel 2023 il Pil del colosso asiatico era ufficialmente aumentato del 5,2%, il tasso più basso dagli anni ’90 (escluso il periodo Covid), ma considerato ancora sovrastimato da numerosi economisti. Ecco quali sono le principali difficoltà che Pechino deve affrontare per rialzare la testa.

LA CRISI IMMOBILIARE

Il settore immobiliare, che ha vissuto due decenni di crescita fulminea con l’aumento del tenore di vita della popolazione, rappresenta da tempo più di un quarto del Pil cinese. Ma il comparto è ora sotto pressione, con alcuni sviluppatori sull’orlo della bancarotta e prezzi in calo che dissuadono i cinesi dall’investire nel settore immobiliare, il tutto in un contesto di rallentamento economico.

Per cercare di rilanciare l’attività, le autorità moltiplicano annunci rassicuranti e misure di incentivazione. La Banca centrale ha ridotto in particolare il tasso di riferimento chiave per i prestiti immobiliari, una misura intesa a incoraggiare le famiglie a contrarre prestiti a condizioni agevolate. La Cina ha anche pubblicato un elenco di cantieri che possono beneficiare di un sostegno finanziario a titolo di garanzia, anche se spesso gli alloggi vengono pagati prima ancora di essere costruiti. Nonostante tutto, “il settore immobiliare non mostra segni di ripresa”, osserva l’analista Ting Lu della banca Nomura.

CONSUMI AL PALO

L’elevata disoccupazione giovanile (15% a fine 2023 secondo i dati ufficiali rettificati) e le incertezze legate alla situazione economica stanno indebolendo i consumi, tradizionale motore dell’economia del Dragone. Queste difficoltà hanno gettato la Cina nella deflazione per quattro mesi, con la più forte contrazione dei prezzi al consumo in 14 anni a gennaio.

A causa della mancanza di domanda, le aziende sono costrette a ridurre la produzione e a praticare nuovi sconti per vendere le scorte, il che grava sulla loro redditività e sull’occupazione. Per stimolare l’attività, il presidente Xi Jinping ha raccomandato in particolare il rinnovamento dei beni di consumo, una misura che lascia scettici gli economisti.

“Per rilanciare l’economia, dobbiamo aumentare la ricchezza e il reddito delle famiglie”, stimano gli analisti della società Trivium, specializzata nell’economia cinese. “I leader cinesi chiaramente non sono ancora pronti a farlo”, lamentano in una nota.

LE TENSIONI GEOPOLITICHE

Per la Cina, spesso definita “l’officina del mondo”, le esportazioni rappresentano un’importante leva di crescita. L’anno scorso hanno registrato la prima contrazione dal 2016 a causa della domanda globale indebolita dall’inflazione. Anche le tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti spiegano questa tendenza: il commercio tra le due principali economie è diminuito per la prima volta dal 2019. Al contrario, i legami commerciali tra Cina e Russia hanno raggiunto un livello record nel 2023, grazie a un riavvicinamento avvenuto dopo la guerra in Ucraina. Ma Mosca è ben lungi dal compensare la domanda americana e soprattutto quella dell’Unione europea, che rappresentano i due principali sbocchi della Cina.

INCERTEZZA E PESSIMISMO

“Gli investitori stranieri sono pessimisti a causa dell’assenza di un piano di ripresa e di solide misure di bilancio”, osserva SinoInsider, società con sede negli Stati Uniti specializzata nell’economia cinese. Ne è prova la caduta dell’82% degli investimenti esteri in Cina lo scorso anno, secondo i dati ufficiali, che li hanno portati al livello più basso dal 1993, sottolinea SinoInsider.

Questo sentiment cupo si ripercuote sui mercati azionari cinesi, che in generale da molti mesi seguono una tendenza al ribasso. L’intervento del governo attraverso un fondo sovrano ha recentemente permesso di invertire la tendenza. Le autorità continueranno “a sostenere i mercati almeno sino alla fine della sessione parlamentare” di metà marzo, avverte SinoInsider, che mette però in dubbio la sostenibilità di tale misura.

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